Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.

[Indice degli articoli]   [Home]

Rosario Bentivegna (Fosse Ardeatine) e A. Amato
di Antonino Amato

Fonte: GENTES <antonino-amato800@alice.it>, 13.Bentivegna, 23-11-11 e 12-01-13

      Cogliendo la ricorrenza dell'attentato di Via Rasella, pubblichiamo due brevi articoli di Antonino Amato che ha subito un lungo processo intentatogli da chi aveva ottenuto una Medaglia d'Argento al valor militare grazie proprio a quell'attentato(1) che provocò la reazione tedesca, la quale, applicando la legge di guerra (della rappresaglia del 10 a 1), giunse a fucilare 335 persone prese principalmente dalle carceri romane: facciamo presente che essendo stati uccisi 33 soldati tedeschi, questi avrebbero potuto uccidere (a norma di legge) soltanto 330 persone (33x10=330) mentre ne uccisero 5 in più, ed è soltanto a causa dei 5 in più che si sono celebrati i processi.
      A questo proposito non possiamo non pensare all'eroico Carabiniere Salvo D'Acquisto che in un caso analogo, per salvare 22 innocentissimi cittadini si offerse di prendere il loro posto, pur essendo egli del tutto estraneo al fatto contestato dai tedeschi. Le stesse SS, il giorno dopo, secondo quanto riferito nella testimonianza della Baglioni, riferirono: "Il vostro Brigadiere è morto da eroe. Impassibile anche di fronte alla morte." Al Vicebrigadiere Salvo D'Acquisto è stata giustamente assegnata una meritatissima Medaglia d'Oro al Valor Militare.
      Riflettiamo: se il Bentivegna si fosse costituito, avrebbe salvato non 22 persone, ma ben 335 ! e in tal caso non avremmo avuto l'eccidio delle Fosse Ardeatine e anche noi, oggi, avremmo assegnato al Bentivegna la Medaglia dell'Onore e dell'Eroe.
      Precisiamo che, non condividendo lo stile... colorito di Antonino Amato, riportiamo quanto da lui scritto, ma omettendo certe sue espressioni... non in linea con la decenza del nostro sito.



(1)
Motivazione: Medaglia d'argento al valor militare
«
Bentivegna Rosario, Roma, classe, 1922, Durante l'occupazione nazista della capitale emergeva al comando di un GAP per capacità organizzativa, indefessa attività, intrepido ardimento. Nelle vie e nelle piazze dell'Urbe, e particolarmente il 18 dicembre 1943 e il 23 marzo1944, combatteva contro i nazifascisti in una lunga serie di scontri e di agguati che diedero larga risonanza al suo nome.»

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono gen
eralmente della Redazione

ROSARIO BENTIVAGNA?
[E che mi interessa di costui?]
   

 

Premessa
Oggi, 23 novembre 2011, ennesima udienza andata a vuoto nel processo intentato da Rosario Bentivegna (eroe partigiano, medaglia d’argento al valor militare) contro Antonino Amato. All’udienza era presente il Giudice, era presente il PM, era presente l’imputato; ma..... Ma del querelante non c’era niente: né la persona, né l’ombra, né la puzza. E allora..... E allora conviene anticipare la mia linea difensiva.

   
      Chiarisco, dunque, che io (nato nel 1938) non ho mai preso posizione alcuna su “partigiani” e “repubblichini”. Io considero il periodo 1943/45 un periodo di grande confusione. E giudico assurdo esprimere dei giudizi su avvenimenti che non ho vissuto in prima persona. Sono costretto, invece, a prendere posizione nel processo che mi vede imputato per diffamazione. Visto e considerato che il Bentivegna (eroe partigiano, medaglia d’argento al valor militare) mi ha fatto convocare a giudizio.    
      È mia impressione che il Bentivegna, dopo avere conseguito la “medaglia d’argento al valor militare” per l’attentato di Via Rasella, cerchi di ottenere un attestato di “santità” con la querela che mi ha sparato addosso. Da parte mia niente da eccepire sulla qualifica di “eroe partigiano”, niente da eccepire sulla “medaglia d’argento al valor militare” attribuitagli per il fatto di Via Rasella. Nutro invece qualche perplessità sulla “santità” di Rosario Bentivegna e sulla sua capacità di “fare miracoli”. [...]
   

 

I miracoli di San Rosario di Culogna
      Scrive Rosario Bentivegna che un certo giorno vide, sul sito web “EUROPA Informazioni”, un articolo diffamatorio. E questo è un miracolo. Perché il sito “EUROPA Informazioni” non è mai esistito e non esiste. Se Rosario Bentivegna ha visto un sito che non esiste, non può che essere un miracolo.

   
       Aggiunge Rosario Bentivegna che ha stampato l’articolo in questione. Articolo stampato da un sito inesistente. E questo è il secondo miracolo.    

 

I miracoli della stampante di San Rosario di Culogna.

   
       Anche la stampante di San Rosario di Culogna è “santa” e “fa miracoli”. E difatti dei 3 allegati alla querela il secondo e il terzo recano la “stringa”, tipica dei siti internet; mentre il primo (quello relativo alle mie malefatte) non reca la stringa. È da presumere, dunque, che la stampante di San Rosario di Culogna ha un “intelletto” ed un “cuore”: i siti “Omnia” e “No reporters” le stanno simpatici e ne stampa la stringa; il sito “EUROPA Informazioni”, invece, le sta antipatico e rifiuta di stampargli la stringa.    

 

Il miracolo attribuito ad Antonino Amato
       Anche a me viene attribuito un miracolo. E, difatti con l’allegato 1 della querela si sostiene che io avrei pubblicato un articolo diffamatorio nei confronti del Bentivegna (ripeto: eroe partigiano, medaglia d’argento al valor militare). A dire di San Rosario di Culogna io, in data 30 settembre 2006, avrei pubblicato un articolo su un fatto avvenuto il 26 ottobre 2006. La cosa mi lusinga, ma sono costretto a declinare la beatificazione: io non sono profeta e non possiedo virtù profetiche. Trattasi, nella fattispecie, di una volgarissima manipolazione. Manipolazione messa in opera assemblando assieme un testo ed alcuni elementi grafici.

   
       Concludo: niente da eccepire sul fatto che Rosario Bentivegna sia un “eroe partigiano”; niente da eccepire sul fatto che Rosario Bentivegna abbia ottenuto la “medaglia d’argento al valor militare”. Ma io, Rosario Bentivegna, mai lo vidi, mai lo considerai, mai lo diffamai. Rosario Bentivegna? [E che mi interessa di costui?]
   
       

Chiarisco: io rispetto i Santi che stanno sugli altari. Ma, se San Rosario di Culogna allunga le mani sulla mia [...], io mi ribello. Perché io non faccio miracoli: non divulgo, il 30 settembre 2006, fatti accaduti il 26 ottobre 2006. [...]

Antonino Amato

   

ROSARIO BENTIVEGNA:
Antonino Amato non ha diffamato Bentivegna

   
       Ieri, 10 gennaio 2013, si è finalmente concluso il processo a carico di Antonino Amato, accusato da Rosario Bentivegna di “diffamazione a mezzo stampa”. La causa, promossa dal Bentivegna il 22 ottobre 2007 con un esposto/denuncia, si è trascinata a lungo perché il Bentivegna, non presentandosi alle udienze, ne impediva il regolare svolgimento. Poi, morto il Bentivegna, la parola è passata all’imputato.
   
       Antonino Amato, in un vivace contraddittorio con il PM, ha sostenuto:
       1. Io non ho mai pensato ed affermato che “Bentivegna è da considerare un massacratore per avere causato la morte di 33 soldati tedeschi nell’attentato di Via Rasella”. Concordo invece con il querelante che l’attentato fu uno dei tanti episodi bellici che contrassegnarono quegli anni terribili;
       2. Chiarito questo e volendo dare compiutezza al mio pensiero, aggiungo:
       a. “l’attentato di Via Rasella non è stato un atto di guerra intelligente, ma stupido”. E difatti ai 33 tedeschi uccisi seguirono 335 italiani fucilati alle Fosse Ardeatine.
       b. “l’attentato di Via Rasella non è stato un atto eroico, ma un atto vile”. Almeno se i nostri eroi [tipo] restano Leonida, Pietro Micca e Francesco Ferrucci.
       3. Relativamente al documento, presentato dal Bentivegna a corredo dell’accusa, Antonino Amato ha negato la paternità di detto documento definendolo un “falso grossolano”. Ed ha chiesto al PM se “l’avere ipotizzato che l’imputato abbia potuto pubblicare il 30 settembre 2006 un articolo a commento di una sentenza emessa il 26 ottobre 2006 non sia un ipotizzare che l’imputato sia un santo profeta”. Ed ha concluso chiedendo se “l’accusatore Bentivegna sia un imbroglione oppure un imbrogliato
   
       Al termine del dibattito, il Giudice ha assolto l’imputato con formula piena. Seguirà la sentenza motivata.

Antonino Amato

   
[Indice degli articoli]   [Home]