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Carlo d'Austria, Imperatore e Re, è Beato


di Daniele Fazio

       Carlo Francesco Giuseppe Ottone di Asburgo Lorena, figlio dell'Arciduca Ottone, nipote dell'Imperatore Francesco Giuseppe I, nacque a Persenbeug nel 1887.
        Alla morte di Francesco Giuseppe, avvenuta il 21 novembre, durante la prima guerra mondiale, gli succedette col nome di Carlo I come Imperatore d'Austria e col nome di Carlo V come Re d'Ungheria.
       Conscio della grave situazione politica, cercò segretamente di trarsi fuori dalla guerra, ma i massoni della Triplice Intesa (in odio a quell'Impero che, unico, era rimasto a difesa e baluardo della Chiesa e della Cristianità dalle grinfie dell'illuminismo anticristiano e satanico) non solo rifiutarono la sua proposta, ma resero pubbliche le trattative segrete.
       Gli eventi precipitarono. Fatto prigioniero, fu costretto a ritirarsi in esilio a Madera, dove nel 1922 morì in una povertà che rasentava la miseria.
       Dal suo matrimonio con la principessa Zita di Borbone-Parma ebbe sei figli, il primogenito dei quali, Ottone, è l'attuale pretendente alla corona d'Austria.

       L'articolo ci piace per le riflessioni, alle quali spinge il lettore e che noi non manchiamo di evidenziare e proporre come nostre.

La Redazione

Grassetti, colori e sottolineature sono nostri
(Il fondo giallo è riservato alla Redazione)

       Carlo d’Austria, ultimo Imperatore del Regno Austro-Ungarico, cioè di quello che rimaneva del Sacro Romano Impero, fondato da Carlo Magno, residuo della tradizione politica medievale, informata prevalentemente agli insegnamenti della Chiesa, è Beato.
       Il 3 ottobre il S. Padre, viste le virtù eroiche e il miracolo che ha suggellato la santità dell’Imperatore lo ha dichiarato tale.
       Un Imperatore santo. Un uomo politico santo.
       Chiaro messaggio che Cristianesimo e politica amalgamandosi contribuiscono al vero bene dei popoli. A questo Carlo mirò durante la sua breve e travagliata vita e sopratutto negli anni in cui dovette guidare le sorti del plurisecolare Impero Asburgico.
 
L'era pre-illuminista, quella che solitamente viene presentata come oscurantista, ci aveva arricchito di Imperatori, Re, Regine, Principi... santi, di "politici" santi; oggi che viviamo nello splendore dei lumi, abbagliati dal sole della democrazia, siamo resi sempre più poveri (e non solo per i disastrati bilanci statali...) da politici cicciolini, concubini, amorali...
       Alcuni giorni prima della morte, con la dignità di un Imperatore e l’umiltà di un santo escalmò: “Tutta la mia aspirazione è sempre di conoscere il più chiaramente possibile in tutte le cose la volontà di Dio e di eseguirla, e precisamente nella maniera più perfetta”.
       Se per qualsiasi uomo la santità si raggiunge vivendo in modo eroico e soprannaturale le virtù umana e cristiane conformemente alla propria vocazione, Carlo, non fu solo un ottimo cristiano, un buon marito, che giurò amore infinito alla moglie Zita di Borbone-Parma, e un buon padre di famiglia, ma anche un eccellente Imperatore.
   
       Capo della sua nazione a soli 29 anni, in seguito all’uccisione a Sarajievo dell’arciduca Francesco Ferdinando, ereditò il Regno che già si trovava in guerra e unico tra tutti i responsabili politici dell’epoca appoggiò gli sforzi di Papa Benedetto XV per evitare la prima guerra civile europea che appariva sempre più nel suo volto di “inutile strage”.
       Costretto ad una guerra che in nessun modo aveva voluto negli interessi del suo popolo, combatté in prima linea accanto ai suoi soldati condividendo con loro tutto, anche il pane nero, rinunciando a favore dei soldati malati e feriti il pane bianco che gli spettava, una guerra in cui fine non era la revisione di qualche confine territoriale ma andava ben oltre. Era una guerra ideologica.
 

Oggi invece capita spesso che si appoggino gl'ingiustificabili sforzi di qualche petroliere o la mania di grandezza di qualche "presidente", non per "fare", ma per mandare in guerra tanti giovani e massacrare tanti innocenti, ai quali si vuol portare e regalare la democrazia.
Avete mai visto un Presidente di Stato o di Consiglio combattere in prima linea? Mandano gli altri!... Loro se ne stanno al sicuro!

        La guerra almeno dalla Rivoluzione francese in poi era cambiata, hegelianamente, in senso qualitativo; consisteva nel demonizzare il nemico, nell'affrontare una guerra “metafisica”, nel combattere una crociata tra Bene e Male. E il male era l’Impero Austro-Ungarico, che appariva quale baluardo del Sacrum Imperium.
       Carlo nel 1921 dopo un tentativo fallito di instaurazione di un governo nell’Ungheria per contrastare l’ondata del comunismo, nuovo idolo che proveniva dalla vicina Russia, per evitare ulteriore spargimento di sangue si fece esiliare nell’Isola portoghese di Medeira.
       Malgrado tutta questa situazione ogni sera recitava il Te Deum perché “se si è disposti a prendere dalla mano di Dio ciò che è buono, bisogna anche essere disposti ad accettare con riconoscenza tutto ciò che può essere difficile e doloroso”.

 

Le guerre prima erano combattute da soldati contro soldati, ora invece sono combattute da soldati contro vecchi, donne, bambini, innocenti; da soldati contro il popolo inerme: vedi Hiroshima, Nagasaki, Palestina, Irak...

 

Noi, "cristiani" del terzo millennio, potremo mai capire perché ringraziare Dio delle sofferenze che ci dona???

       Durante il suo esilio, lungo appena cinque mesi, prima che lo cogliesse la morte ebbe modo di avvicinare tanti abitanti di Medeira con cui intessè un rapporto umano immediato. Il figlio ancora vivente, Otto d’Asburgo, ricorda che consacrava tutto il suo tempo ai doveri cui era chiamato e sopratutto durante il suo esilio comunicò ai figli un profondo sentimento religioso, incentrato sulla devozione al SS. Sacramento, al Sacro Cuore e a Maria SS. durante gli anni della guerra dovette farsi procurare una nuova corona di rosario in quanto la prima, tutta d’oro, l’aveva logorata, utilizzandola continuamente per pregare con la preghiera raccomandata da Maria.

       Il 1 Aprile del 1922 a 34 anni, spirava per una polmonite inguaribile, pronunciando il nome soave di Gesù. Al suo funerale accorsero circa 30 mila persone che avendolo conosciuto durante l’esilio lo consideravano già un santo.
       Grande esempio di santità e modello di politico cattolico, seguì sempre gli insegnamenti sociali del magistero della Chiesa.
       Non venne mai a patti con la smania distruttiva della modernità, si gloriò sempre di poter difendere e servire la Chiesa.
        E se è vero che l’ultimo canto del cigno è sempre quello più soave e bello, l’Impero asburgico ebbe il suo più alto e insigne Imperatore nel momento del suo definitivo crollo.

Daniele Fazio

 

 

 

 

 

Che il Beato Carlo ci ottenga di fare anche noi una bella morte come la sua, col nome di Gesù che sia l'ultima nostra parola: Gesù, Giuseppe e Maria, spiri in pace, tra voi, l'anima mia!

Dubitiamo che possano prenderlo a modello i nostri politici, loro che alla santità antepongono il potere, disposti a tutti i compromessi, seguendo appunto la smania distruttiva della modernità...


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