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Intervista a due sposini d'oggi
di Don Chad Kinney

Fonte: Veritas, bollettino del Priorato Madonna di Loreto, N° 90, Dic 2013

      Pubblichiamo l'intervista che Don Chad, Superiore del Priorato di Spadarolo (Rimini) della Fraternità Sacerdotale San Pio X, ha fatto a due giovani sposi (Mariangela e Joselito), che rifiutando e rifuggendo la celebrazione del loro matrimonio in una chiesa con preti modernisti e dal sapore irriverente, immodesto, baccanoso e di dubbio gusto, hanno cercato e voluto un rito sacro in una chiesa silenziosa, ordinata, composta, seria e solenne: il loro desiderio si è realizzato nella chiesa del Priorato di Spadarolo, ove tutti (sposa in primis) erano decentemente vestiti, così come si conviene nella casa di Dio.
In verdino l'intervistatore, in celestino gl'intervistati.

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione

      

       Joselito e Mariangela, vi siete sposati nel Priorato Madonna di Loreto della Fraternità San Pio X l'anno scorso e dopo dieci mesi è nato il vostro figlio primogenito. Innanzitutto auguri!
      Dove vi siete incontrati e come si è svolta la vostra preparazione prematrimoniale?

 
     Innanzitutto grazie, don Chad, per gli auguri. Noi ci siamo incontrati l'8 Dicembre del 2009 in occasione della festa dell'Immacolata Concezione organizzata ogni anno dal Priorato Madonna di Loreto.
      Quando, con il passar dei mesi, abbiamo capito che la nostra non era una semplice amicizia, abbiamo scelto don Pierpaolo Petrucci, all'epoca Priore a Rimini, come nostro padre spirituale e lui ci ha guidati nella successiva preparazione al matrimonio. La distanza iniziale, standio io al Sud e lei al Nord, ha fatto sì che questa non fosse svolta in date a fisse e regolari, ma ogni qualvolta le circostante ci permettevano di incontraci a Rimini. Nell'ultimo anno di fidanzamento, invece, abbiamo avuto la grazia di organizzare gli incontri con cadenza mensile e di approfondire in questo modo gli insegnamenti catechistici sul matrimonio
       Ovviamente non possiamo che essere soddisfatti della preparazione ricevuta. E non era importante se tanti degli argomenti trattati già li conoscevamo, perché l'impegno, la costanza e la volontà di seguire la preparazione sono stati un modo di vincere il tipico orgoglio moderno dell'uomo, che pensa sempre di sapere tutto e di non aver bisogno dei Pastori.
 
       Come paragonate la vostra preparazione a quella di altre coppie di fidanzati che avete conosciuto?    
       Nessuno di noi due, ovviamente, frequentava la Parrocchia, pertanto abbiamo avuto la grazia di non assistervi mai, tuttavia ne abbiamo avuto notizia da amici o parenti ed i loro racconti sono tristissimi, in quanto il 90% dei parroci, oramai, non considera peccato il concubinaggio [la convivenza], ma anzi lo considera un'esperienza positiva che, a loro dire, permette alla coppia di comprendere se possono andare d'accordo nel matrimonio(1).
       I corsi consistono, altre volte, in sedute con lo psicologo, che spiega come costruire una famiglia su valori puramente umani e moralmente discutibili, oppure con il sessuologo, che spiega tutti i modi e metodi per escludere la prole nel matrimonio.
 
(1) Ma con il risultato che che spesso è volentieri, di solito, dopo tanta convivenza, celebrato il matrimonio, dopo poco tempo si separano, divorziano: è la dimostrazione che la convivenza non serve affatto al matrimonio, alla stabilità del matrimonio.
La convivenza è un peccato pubblico, di scandalo pubblico, e quindi gravissimo; i preti lo sanno, ma tuttavia non parlano contro, anzi talora capita che elogino i conviventi e li portino ad esempio!
       Che ideale di matrimonio avevate prima di fidanzarvi?  
      Abbiamo avuto la grazia di nascere in due famiglie autenticamente cattoliche che ci hanno insegnato il vero senso del matrimonio: sacramento cattolico e non semplice romanticismo, come vorrebbero farci credere in tanti film e romanzi oggi in circolazione.
       Questo ideale forte ci ha accompagnato per tutti gli anni che hanno preceduto il nostro incontro e, con l'aiuto di Dio, siamo riusciti a mantenere viva una sana intransigenza nel cercare la persona che veramente e concretamente potesse condividere lo stesso ideale di Fede e di famiglia cattolica. 
 

 

       Avevate l'impressione che i vostri coetanei attorno a voi condividessero il vostro ideale?    
       I nostri coetanei ci hanno sempre visto con un occhio di ammirazione, perché due giovani che hanno realmente l'intenzione di sposarsi, anche in questa società così corrotta riscuotono una sana invidia, perché ogni brava persona –nel profondo del proprio cuore– nutre il desiderio naturale di formare una famiglia e crescere dei figli. Purtroppo, però, questo sano ideale è corrotto dai modelli sbagliati che la televisione abbondantemente propina ed è così che la donna
crede che la sua vera realizzazione sia nel carrierismo e non nel diventare una madre di famiglia, mentre l'uomo non vuole prendersi l'onere della paternità, ma preferisce vivere sempre come se fosse un eterno diciottenne.
       La prima causa di questa corruzione sono le scuole, dove insegnanti e compagni di classe ti infondono l'idea che il fidanzamento sia quasi come un gioco da provare fin da adolescenti (sic!): in questo modo esso perde la sua importanza e missione. Nella società cattolica di una volta l'uomo pensava a fidanzarsi solo se era maturo (e non quindicenne) e se era nelle condizioni (anche in prospettiva) necessarie per sposarsi, mentre la donna che falliva un fidanzamento, molto difficilmente trovava marito.
       Esagerazioni? No, il frutto di un pensare cattolico che ha permesso di far fiorire tanti santi. Oggi, invece, non sono
pochi i nostri coetanei che cambiano fidanzato senza tanti scrupoli o che fanno proprie le frasi del tipo "Ci siamo lasciati, ma siamo rimasti amici"...
   
       Avete esitato a sposarvi in una cappella della FSSPX
piuttosto che in una parrocchia?
   
       Assolutamente no. Siamo cattolici e come tali vogliamo ricevere i sacramenti in modo cattolico.
       Volevamo essere sposati dalla Congregazione che in questo momento storico la Provvidenza ha creato per salvaguardare l'integrità della Fede, e non potevamo scegliere altrimenti. Del resto quali erano le alternative? La Parrocchia, in cui si celebra una Messa che noi rifiutiamo completamente? Trovare qualche prete amante dell'antica liturgia? La forma sarebbe stata sicuramente bella e il rito valido, ma la sostanza sarebbe mancata completamente, in quanto quel sacerdote che celebra il rito di San Pio V è lo stesso che, per vigliaccheria o ignoranza, accetta il liberalismo anticattolico del Concilio Vaticano II.
       Questo noi non lo potevamo accettare e dal momento che si trattava del primo passo per la costruzione di una famiglia cattolica, dovevamo iniziare nel migliore dei modi: diversamente sarebbe stato come porre il primo mattone di una nuova casa senza aver gettato prima delle buone fondamenta.
       E per il medesimo motivo non abbiamo esitato a battezzare il nostro primogenito in una cappella della Fraternità.
   
       Senz'altro in questo anno scorso avete ricevuto tante consolazioni. Prevedete delle difficoltà sul vostro cammino cristiano? E come sperate di affrontarle?    
       Un detto popolare afferma che il matrimonio non è fatto solo di rose, ma anche di tante spine. E l'anno trascorso ha avuto le sue belle rose e anche le sue spine. Siamo una coppia giovane che vive in una società anti-cattolica che non fa nulla per incentivare la costruzione di famiglie, anzi ne ostacola la formazione con leggi anti-cristiane a dir poco diaboliche.
       Però abbiamo potuto sperimentare la Provvidenza nelle vicende di tutti i giorni e gli aiuti non sono mancati. Questi sono arrivati sempre al momento giusto ed hanno portato tanta serenità nella nostra famiglia.
       Come insegna il libro "Santificare il momento presente", l'unico modo per vivere cristianamente consiste nel non rammaricarsi del passato (che è perduto) e nel non affannarsi per il futuro (che non ci appartiene), ma nel pensare al momento presente consapevoli che siamo nelle mani della Provvidenza, che mai ci abbandona. Per questo motivo il nostro impegno, fin dal primo giorno, è stato quello di non far mai mancare la preghiera quotidiana in famiglia, ad iniziare dal Santo Rosario, preghiera potentissima che, se recitata con la famiglia al completo, non solo diventa molto più efficace, ma unisce ancor più i coniugi e i figli.
   
       L'educazione datavi dalla vostra famiglia vi ha preparati alla realtà coniugale?    
       Abbiamo avuto la grandissima grazia di nascere in due
famiglie distanti dal punto di vista geografico, provenienti da storie e situazioni diversissime, ma che nella Fede, nella concezione della famiglia e nell'educazione, la pensavano allo stesso modo e visti i tempi questa è stata una cosa a dir poco straordinaria.
       Abbiamo avuto entrambi la vera figura paterna. Il padre come autorità e come guida della casa. L'avere avuto dei padri "vecchio stampo", ci ha consentito di andare sempre per la retta via e di sapere cosa fosse realmente l'ubbidienza e il sacrificio.
       Abbiamo avuto entrambi la vera figura materna. Madre che vede nella sottomissione al marito, nella gestione della casa e nella crescita dei figli, la sua vera realizzazione e che non sacrifica nessuna delle tre al carrierismo, al lavoro fine a se stesso o ai propri divertimenti personali. Una madre che la si vede lavorare per casa dalla mattina alla sera e che si "riposa" pregando per i propri figli, è qualcosa che negli occhi del bambino rimane fissa nella mente e diventa modello da seguire per tutta la vita.
       Abbiamo avuto entrambi unità familiare con i nostri fratelli e sorelle, trovando in essi, prima che negli estranei, conforto e sostegno.
       Sono stati questi i modelli che ci hanno guidato nel muovere i primi passi assieme e in questo nostro primo anniversario di matrimonio.
   
       Cosa sperate di trasmettere ai vostri figli?    
    Ciò che i nostri genitori ci hanno trasmesso: la Fede!           La nostra prima preoccupazione è che essi crescano cattolici e possano divenire santi.
       Per questo motivo abbiamo voluto consacrare il nostro primogenito a Cristo Re e alla Madonna: soldato di Cristo e figlio devoto alla Mamma del Cielo, ecco quello che veramente conta prima di ogni altra cosa.
 
       Pensate che il frequentare una cappella della FSSPX vi aiuterà in questo senso?    
       Questo lo consideriamo una grazia da desiderare e mettere prima del posto di lavoro importante o della villa che ognuno di noi, legittimamente, possa augurarsi.
       L'avere la certezza di ricevere ogni Domenica i sacramenti, di assistere alla Santa Messa, di avere dei buoni insegnamenti ed essere portati così a vivere pensando in modo costante a Dio, è qualcosa che supera ogni bene.
       Un bene ancora maggiore se poi, come nel nostro caso, si abita a cinque minuti di macchina da un Priorato, dove sai che si trovano dei sacerdoti pronti a confessarti ogni volta che vuoi, una Messa a cui puoi assistere anche ogni giorno, un'isola in cui puoi rifugiarti quando sei scandalizzato da questo mondo. Insomma, hai tanti aiuti per poter vivere cristianamente.
       Non vogliamo essere fraintesi e dire che vive cristianamente solo chi abita intorno ad un Priorato, ma che questa è una grandissima grazia che va chiesta, oggi più che mai. Se nelle topografie dei più piccoli paesi dell'Italia cattolica al centro c'era sempre la Chiesa, era perché l'uomo di allora, contadino, ma pieno di Fede, sapeva bene che nella costruzione di ogni comunità, anche la più piccola, la prima cosa da ricercare era il bene dell'anima.
       La Restaurazione passa anche da questo modo di pensare.
   
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