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A proposito di
Giorgio La Pira...

di Raffaello de' Minimi

22-01-2004

Pupplichiamo le brevi considerazioni di Raffaelo de' Minimi che hanno tutta l'aria di volere essere una provocazione sul controverso personaggio La Pira, sinistro per tanti e santo per altri. Una provocazione, diciamo, perché in realtà non è facile capire quello per cui propende l'autore, volutamente, credo per spingere il lettore ad una sua riflessione che esca dal coro degli schemi comuni.
Eclatanti risultano comunque i giudizi espressi sui comunisti e sui "fascisti", e in un'epoca in cui si rischiava la scomunica o di essere schiacciati dal pesante e contraddittorio arco costituzionale. Che dire poi dei giudizi su Mussolini? Che dire se, a confronto, il rigetto berlusconiano del paragone dell'italiano Duce con il dittatore Saddam Hussein, ha provocato una generale alzata di scudi del sinistrume italiano e financo la vergognosa presa di distanza di un certo Fini?

Non vorrei che del personaggio alla fine restasse soltanto l'immagine del suo celeberrimo sorriso ebetoide o quella del personaggio famoso per le sue sparate e incapace di rispondere ad una domanda semplice ed elementare, da manuale, da catechismo per i più piccoli.

S. P.

Sulla figura di Giorgio La Pira, è interessante il volumetto dedicatogli da Mons. Villa, di cui quanto prima farò una sintesi (ma fin d'ora ne consiglio l'acquisto -Edizioni Civiltà, Via Galilei,121- 25123 Brescia, tel/Fax 030 3700003-) ed è famosa per lo scalpore (un autentico terremoto) suscitato con l'intervista che concesse al "Borghese" negli anni '60, quando, alla domanda di quale secondo lui sarebbe stato il governo ideale, dichiarò:
       - Un monocolore democristiano, presieduto dal mio amico Fanfani, e che si regga con l'appoggio esterno di tutti.
       A al che Gianna Preda chiese:
       - Anche dei comunisti?
       - Certo!
       - Anche del MSI?!?
       - Ovviamente!!!

       A proposito di scandali e di terremoti, Carmine Bellezza sta cercando materiale dell'epoca, circa una Sezione toscana della FIGC, non la "Federazione Gioco Calcio", che nel 1974 fu espulsa con l'accusa di "anarco-qualunquismo" per aver dichiarato che i fascisti erano essere umani!

       Da parte sua donquixote@tiscalinet.it precisa:
       - Non sarò io nè ad accusarlo, nè a difenderlo: La Pira ha fatto del bene ed ha fatto anche dei danni, si spera involontariamente. Quello che lascia un pò perplessi è il suo atteggiamento nei confronti del Partito Comunista, al quale finì col fornire un'utile sponda. Nel valutare il comunismo era ambiguo, a volte sembrava condannarlo, altre aveva delle uscite che lasciavano di stucco, del tipo: "I comunisti sono la nuova, grande forza, che, nelle mani di Dio, contribuirà fortemente alla creazione della nuova età dello Spirito."
       Sembra comunque che Togliatti (che pure ne aveva di pelo sullo stomaco....) fosse colpito dalla sua figura. Pare che dicesse: "Il sorriso di La Pira mi sconcerta completamente..."

       Talvolta Giorgio La Pira se ne usciva in espressioni a dir poco sbalorditive, e spesso indimostrate, infondate e avulse dal pensiero cattolico..., frasi ad effetto: "Le dimensioni apostoliche odierne tornano a essere quelle della Chiesa nascente e medioevale: le dimensioni dei popoli, delle nazioni, degli imperi! Il Signore prepara, attraverso "nuovi imperi", nuovi Costantini e nuovi Clodovei.
       Molto interessanti sono le sue considerazioni riguardo a Mussolini:
       "Per Mussolini ho sempre avuto un sentimento di affetto, direi di venerazione. Lo ricordo bene il giorno in cui lo vidi e gli parlai. Si era nel maggio del '37 e io facevo parte del gruppo dei professori universitari ricevuto da Mussolini a Roma. Io avevo la camicia nera, l'ho indossata soltanto tre volte. E le dico che se Mussolini non avesse fatto le leggi contro gli Ebrei, oggi sarebbe il capo d'Europa, un buon capo.
       Vuole sapere una cosa strana, la più strana della mia vita? Dopo che Mussolini morì, io continuai a sognarlo ogni notte, per molto tempo, per lunghissimo tempo. Ci parlavamo e io lo vedevo sofferente, ma sereno.
       La grazia gli è passata vicino quando era in vita, e lo ha toccato, lo ha toccato...."

       Del suo candore sanfrancescano fa fede questo episodio: un giorno La Pira entrò in una libreria fiorentina, dove aveva appuntamento con alcuni
amici, dicendo: "Tutto va bene!" Gli amici risposero:        - Ma come fai a dire che va tutto bene? Il governo rischia di cadere, l'economia è in crisi, siamo sempre sull'orlo di un conflitto nucleare, e tu dici che va tutto bene?
       Al che La Pira sfoderò il suo celeberrimo sorriso ebetoide e disse:
       - Cristo è risorto, quindi tutto va bene!

       Dall'intervista a don Luigi Giussani, nel 1979, evidenziamo qualche frase:
       - No, non bisogna esagerare. Qualcuno ci ha capiti, abbiamo avuto anche i nostri amici. Voglio ricordare prima di tutti La Pira, che è forse il
primo tra quanti abbiamo incontrato che ci abbia veramente compresi.

A leggere con attenzione quanto riportato da Don Chisciotte, le "eccentricità" e le vere e proprie "eterodossie" del La Pira, affascinante nel suo lirismo alla maniera del catto-progressista De Chardin, sono ben visibili. Voglio aggiungere solo due episodi televisivi, che ebbero per protagonista il Nostro.
       Correva l'anno 1973. In un'intervista rilasciata all'indomani della guerra del Kippu, Giorgio La Pira, citando espressamente ed esplicitamente T. De Chardin, affermò che lo scopo finale del "Fiume della Storia" è giungere nel "Porto di Isaia", dove il lupo e l'agnello pascoleranno vicini in una terra in cui scorrono latte e miele ed in cui tutte le armi sono diventate strumenti di lavoro. Anche le guerre, a suo dire, costringendo l'Umanità a ripiegarsarsi su se stessa, tutto sommato, sono delle "provvide sventure" che accellerano quel giorno.
       Fui affascinato anch'io da tali espressioni. Oggi però, ne colgo limiti, difetti e, forse, un'involontaria (spero) professione di "gnosticismo".
       Alcuni mesi dopo, un Dibattito televisivo.
La Pira era il rappresentante "cattolico" nella trasmissione "Controcampo", mentre il non cattolico era il matematico comunista Lucio Lombardo Radice; presentatore e moderatore Giuseppe Giacovazzo; tema il diavolo.
       La Pira, interrogato su chi fosse il diavolo, cominciò con il dire che era un angelo che si era ribellato a Dio, quindi anche lui una creatura,e non un dio del male.
       A questo punto, Lombardo Radice lo interruppe, dimostrando anche maleducazione, dicendo:
       - Ah sì?! Allora è un "FRATELLO SEPARATO"?! E adesso dove sta?"
       Un cattolico dell'era pre-roncalliana non avrebbe avuto dubbi: avrebbe risposto prontamente: "Non so se sta addosso a te, ma certamente sta nelle tue parole!!!"
La Pira invece non seppe che dire.

   
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