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Sulle orme di Guareschi...

Lo strano caso di nonno Agostino
di Nonno Agostino

Puntata 2

       Informiamo che i racconti di nonno Agostino avranno una cadenza settimanale: pensiamo di fare cosa gradita ai nostri lettori, ma se tra essi qualcuno, annoiato o scocciato... o semplicemente in disaccordo, volesse lamentarsi, fare un appunto o chiedere qualcosa, lo potrà fare con una mail scritta a noi (redazione@salpan.org), ma indirizzata a nonno Agostino, penseremo noi a recapitargliela. L'eventuale risposta, data presumibilmente dall'attiva Guendalina (la cara nipote di nonno Agostino) sarà pubblicata sul nostro sito in uno spazio apposito.
       Intanto vi auguriamo buona lettura...

La Redazione

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione

       Egregio direttore, sono ancora qui per aggiornarla sulle discussioni che riguardano la diatriba tra me, con l’alleata Guendalina, e mio nipote Rocco con i suoi “alleati” neomodernisti che lui frequenta e sostiene appartenere alla Chiesa cattolica.
 
       Il tutto è iniziato quando ne ha “sparata una delle sue” con il dire in tono serio (ma che attore…!) che oggi si sarebbe avviato un “dialogo alla pari” tra le varie confessioni cristiane, cioè quelle di eretici e scismatici, per chiamarli con il nome esatto definito da tutte le Proposizioni papali e conciliari di ogni tempo e, pensi che “boiata”, con le altre religioni (così lui chiama le varie idolatrie e adorazioni pagane). Mi dice che si prega addirittura per l’unità dei Cristiani, nel senso che tutti i “sedicenti” cristiani, di qualunque [udite, udite!] “chiesa”, sono accomunati da un unico spirito [attenzione, non quello “Santo”, è ovvio!], che si indicono riunioni di preghiera interconfessionali [lo so che questo è blasfemo, ma lo scrivo solo per riferire quanto dice Rocco, e spero che scherzi!!!] in un ecumenismo che arricchirebbe il Cristianesimo di varie sfumature [sic!] non sapendo, [beata gioventù sempre a caccia di novità!] che tutto questo è stato ripetutamente anatemizzato da tanti Papi, Concili dogmatici, oltre che dalle Sacre Scritture [che a questo punto andrebbero modificate per accontentare le fantasie di Rocco, di progressisti, modernisti ed… ignoranti!].
 
       Faccio presente a Rocco, che evidentemente vuole giustificare la sua frequentazione di ambienti ereticali, che intanto nelle Sacre Scritture non si è mai incontrato il termine “dialogo”, che appartiene a culture umanistiche ed anticristiane, filosofiche, politiche ed affaristiche; ed infatti Gesù nel Vangelo ha detto: “Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato" (Mr XVI, 15-16).
 
       Ed ancora gli dico:
 
       – Caro nipote, ti prego, apri il Vangelo di S. Matteo e leggi il capitolo XXVIII,19-20: «Andate dunque ed ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato» (che chiarezza, che autorevolezza… che musica celestiale!).
 
       Il Figlio Dio-uomo non ha mai detto: «Andate e dialogate con i pagani, con gli adepti di sette e pseudo religioni varie, con eretici e scismatici, con i funzionari dell’Imperatore romano che si credeva una divinità, con i giornalisti e gli scienziati “saputelli” atei o agnostici, che si reputano detentori di uno scibile dalle basi argillose ed ignote, con occultisti ed esoteristi vari e così via», e gli cito pure…, così a braccio, il Salmo XCV che recita al versetto 5: «omnes dii gentium daemonia… gli déi delle nazioni sono un “nulla”» (un eufemismo che traduce la parola latina ed ebraica “demoni”).
 
       Dalla mia memoria (ma che strano!) emerge un ricordo lontano ma vivo: mi sovviene infatti quando lo zio Tommaso, santo sacerdote, buon’anima!... già ne ho parlato, o no ?…, organizzava tra noi nipoti le “gare dei salmi”, durante le quali ognuno di noi ragazzi doveva recitare a memoria nella lingua della Chiesa, il latino naturalmente, il maggior numero di Salmi. Pensi che una volta quella secchiona di mia cugina Felicina –la classica “prima della classe”, treccine biondicce, lentiggini e occhiali a “fondo di bottiglia”– imparò tutto il Salmo 118, –sono 176 versetti… mica niente!– e quando iniziò l’ultimo versetto…, “Erravi, sicut ovis…”(lo ricordo come se fosse oggi…, ma che scherzi fa la memoria!), restammo tutti con il fiato sospeso per esplodere poi sulla parola conclusiva, “oblitus”, in un fragoroso applauso liberatorio. Lo zio Tommaso, orgogliosissimo, consegnò il premio ambito: una pasta di zucchero, che Felicina divorò voracemente tra l’ammirazione generale... ed un poco di invidia da parte degli sconfitti (beh, altri tempi, caro direttore!).
 
      – Rocco, nipote mio, se tu veramente frequentassi la Chiesa Cattolica, gli dico, conosceresti bene il “CREDO”, preghiera che viene recitata durante la Messa (a questo punto dubito anche che tu vada a Messa o che per lo meno la segua con attenzione) e nella quale la Chiesa ci fa dire: “Credo nella Chiesa Una, Santa, Cattolica ed Apostolica”; quindi, non possiamo accettare la pluralità di “chiese”, come ci vorrebbe far credere oggi l’attuale ecumenismo “fraterno” in cui… “tutto fa brodo” in un sincretismo per lo meno sospetto..., nel quale è vero tutto e pure il contrario di tutto! Quante chiese ha fondato allora Gesù? E il magistero di Pietro che fine ha fatto? I dogmi sono così carta straccia, retaggio di altri tempi? Sappi pure che Leone XIII, un grandissimo Papa, la cui figura dovrebbe essere accuratamente studiata dai giovani sacerdoti, non fosse altro perché strenuo difensore del deposito della vera fede (d’altra parte la funzione del vero Papa è proprio questa, o mi sbaglio?), nella sua enciclica Satis cognitumparla chiaro: «In verità, Gesù Cristo non menziona che una Chiesa che Egli chiama “mia”: “Edificherò la mia Chiesa”». Qualunque altra, perciò, fuori di questa, non essendo fondata da Gesù Cristo, “non può essere la vera Chiesa di Cristo. Quindi, il detto “Extra Ecclesiam, nulla salus – Fuori della Chiesa non c’è salvezza” è verità rivelata di Fede divina, affermata nella Sacra Scrittura e nella Tradizione, ed è verità cattolica perché definita solennemente dalla Chiesa in nome di Dio! Tutto quanto viene detto di diverso è quindi pura eresia, condannata a più riprese da una serie impressionante di Papi (quelli con la “tiara”, naturalmente!) e Concili infallibili, iniziando dal Simbolo di Sant’Atanasio, dal Concilio di Efeso e Calcedonia, fino al Vaticano I (attenzione, ho detto “primo”), per cui chiunque asserisce tale anti-verità si pone automaticamente fuori dalla vera Chiesa di Cristo (secondo il Breve di Papa Paolo IV –attenzione, dico “quarto”!–, un magnifico documento confermato da S. Pio V in una bolla successiva, sul quale ci soffermeremo un’altra volta) e commette inoltre il gravissimo peccato contro lo Spirito Santo, “Impugnare la verità conosciuta”: «L’unica vera religione è quella da Gesù medesimo fondata ed affidata alla Sua Chiesa, perché la mantenesse e la propagandasse nel mondo» (Leone XIII in “Immortale Dei”).
 
       Il “Corpo Mistico di Cristo” è la sola Chiesa cattolica, come lo ha affermato Pio XII, Sommo Pontefice dei miei tempi, nella sua enciclica “Mystici Corporis”, quod est Ecclesia!, e come lo replicò nella sua “Humani generis” (mia cugina Felicina la conosceva quasi tutta a memoria!). Di conseguenza, “fuori di questa Chiesa non c’è salvezza”!
 
       Lo dichiarò anche Pietro al Sinedrio: «Sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele, in nome del nostro Signore Gesù Cristo Nazareno, che in nessun altro v’è salvezza, poiché non v’è, sotto il cielo, alcun altro nome dato agli uomini, dal quale possiamo aspettarci d’essere salvati». Ora, questa verità, come dichiarò pure Gregorio XVI (in Mirari vos), è un “articolo di fede”. Rocco, “guai ai Pastori che disperdono il gregge del mio pascolo”, dice il Signore! (e mo’ ci azzecca proprio, direbbe un noto politico…, di cui però non ricordo il nome).
 
       «La Chiesa di Gesù Cristo è la Chiesa Cattolica-Romana, perché essa sola è “Una, Santa, Cattolica ed Apostolica” quale Egli la volle» (Catechismo di San Pio X).
 
       E Pio IX disse: «Non c’è, in realtà, che una sola religione vera e santa, fondata e istituita da Cristo Nostro Signore. Madre e nutrice d’ogni virtù, distruttrice dei vizi, liberatrice delle anime, indicatrice del vero bene. Essa si chiama: Cattolica, Apostolica e Romana»…Quando si dice: “si, si, no, no”!
 
       Pio XI, nella sua enciclica “Mortalium animos“ (Enciclica che lo zio Tommaso ci ricordava spesso!) scriveva: «Su questo punto è opportuno esporre e respingere una certa opinione falsa che è alla radice di questo problema e di quel complesso movimento con il quale i “non cattolici” si sforzano di realizzare una unione tra le chiese cristiane. Coloro che aderiscono a tale opinione, citano costantemente le parole di Cristo: “Ch’essi siano una sola cosa… e che ci sia un solo gregge e un solo pastore” (Gv 17,21 e 10,16), e pretendono che con tali parole il Cristo esprima un desiderio e una preghiera che non è stata mai realizzata. Essi pretendono, di fatto, che l’unità di Fede e di Governo, che è una delle “note” della vera Chiesa di Cristo, praticamente fino ad oggi non sia mai esistita e a tutt’oggi non esista». La Rivelazione divina, dunque prescrive la “separazione”, come pure respinge la mescolanza, «il rapporto tra la luce e le tenebre, l’intesa tra Cristo e Belial, la collaborazione tra credente e non credente, l’accordo tra il tempio di Dio e gli idoli» (2Cor 6,14-18).
 
       – Leggi, Rocco, leggi e impara a rispondere a chi vuole prenderti per i fon…, oh pardon!!!
 
       S. Agostino, nel Concilio di Nicea, ai Vescovi d’Africa proclamò: «Chiunque è fuori dalla Chiesa cattolica, per quanto lodevole possa peraltro apparire la sua condotta, non godrà la vita eterna e la collera di Dio rimane su di lui, a causa del crimine di cui si è reso colpevole vivendo separato da Gesù Cristo».
 
      – Questo ecumenismo, mi interviene ancora Guendalina, pur essendo condannato dalla Morale e dal Codice di Diritto Canonico [ma quello del ‘17 ovviamente!], oggi ha permesso che si ricevano i Sacramenti della Penitenza, dell’Eucarestia e dell’estrema Unzione da “ministri non cattolici” (Can. 844 “Nuovo Diritto Canonico”, quello adattato alle “esigenze” della truffa conciliare!) [… ma che vorrà mai dire Guendalina?] e ha favorito “l’ospitalità ecumenica” autorizzando i ministri cattolici a dare il Sacramento dell’Eucarestia ai “non cattolici”!
 
       Direttore, la prego, mi aiuti lei, ma questa che Chiesa è???… dove va Rocco?
 
       Guendalina mi parla pure degli incontri cosiddetti “interreligiosi” (o sarebbe meglio definirli “Irreligiosi” e blasfemi?), ma non mi va ora di parlarne… sa, sono già molto stanco, è la mia malattia!… voglio solo, per il momento, invitare Rocco a rileggersi San Paolo.
 
       – Leggi qui, Rocco! Dice San Paolo: “Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demòni; non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni. O vogliamo provocare la gelosia del Signore?” (1Cor X,20-22).
 
       Sento Rocco che, allibito e sgomento, sottovoce, dice:
 
       – Ma io che faccio? chi e cosa difendo?
 
       Direttore, mi perdoni se la coinvolgo, chieda cortesemente a qualche suo conoscente neuro-psichiatra, o a qualche suo lettore, se può aiutarmi magari decifrando un mio sogno ricorrente. Infatti, specie nella stagione autunnale, diciamo in ottobre-novembre, intorno al tardo pomeriggio, quasi di sera, mi arriva un “abbiocco”, come diciamo al paese nostro, una sonnolenza intensa nel corso della quale sogno che da un comignolo alto esce una fumata bianca, con un fumo candido, luminoso, e sento acclamazioni gioiose di popolo, ma… dopo un po’ il fumo diventa sempre più scuro, poi nero, e le grida festanti di gioia diventano lamento di delusione e scoramento! Ma che vorrà dire? Mi aiuti, direttore: capire il perché di questo sogno, sento che mi potrebbe aiutare! … non so come, ma ho questa sensazione netta! Comunque la ringrazio in anticipo!
 
       Caro direttore, la saluto, e preghi anche lei per la Santa Chiesa Cattolica.
 
      Alla prossima, se Dio vorrà!
 
Suo affezionatissimo
nonno Agostino
 
       P.S. Le aggiungo anche i saluti di Guendalina. Rocco in questo momento è un po’ sconvolto, lo comprenda!
 

Sulle orme di Guareschi...

Lo strano caso di nonno Agostino
di Nonno Agostino

Puntata 3ª

       Caro direttore, mi perdoni se importuno ancora lei e i suoi lettori, ma la faccenda comincia a farsi seria da quando abbiamo intavolato la discussione sul “blasfemo” (mi perdoni l’aggettivo, ma non me ne viene in mente nessun altro!) ecumenismo, la principale eresia modernista secondo i Santi Padri che si sono avvicendati durante il secolo XVIII e XIX (in particolare i quattro “Pio” ed il “Leone” ruggente). Io credo che attraverso il suo sito, come oggi si chiama questa rivista moderna e come prontamente mi ricorda Guendalina, sia anche suo dovere collaborare alla salvezza delle anime della nostra bella Italia, benché poche rispetto al resto dell’umanità, visto poi soprattutto che chi dovrebbe farlo “d’ufficio” se ne infischia altamente.
 
       E allora, cominciamo da quando ho cercato di spiegare a Rocco, mio nipote, accanito difensore del “mondialismo” ad ogni costo, che dalla rivoluzione francese in poi, i nemici della Santa Chiesa di Cristo si sono impegnati in una lotta senza quartiere, e a questa lotta la Chiesa ha sempre risposto con energia, come io ben ricordo, mentre oggi, mi dice Guendalina, che sta diventando un’esperta in materia, risponde con la politica della “mano tesa”, contrapponendo alla ingannevole tattica del nemico (visibile od occulto che sia) un inconsistente ed unilaterale “irenismo” (lo ricordo ai due o tre lettori che, deboli di memoria come me, magari in questo momento non ricordano di cosa si tratti: è una corrente di pensiero –una bufala di Erasmo da Rotterdam, anche se bisogna considerare i tempi– che auspicava già ai tempi della Riforma protestante e poi all’inizio del secolo scorso, per via di una pubblicazione sulla rivista francese “Irenikon”, una sorta di ecumenismo con gli eretici e gli scismatici) ed un dialogo ad ogni costo, che portano solo alla corruzione della dottrina ed al rilassamento della disciplina.
 
       A proposito di mondialismo (o come si dice oggi “Globalizzazione”), le voglio far partecipe un ricordo a me molto caro (ancor più per via della mia memoria malandata, come le ho già accennato… o no?!): quello di “oncle Pierre” o, come noi giovinastri di allora lo chiamavamo, ‘o zi’ Pietr’.
 
       Chi era costui? lei si chiederà, e che c’entra con il nostro epistolario?
 
      Zio Pierre era un dottissimo istitutore privato di origine francese, che ogni tanto dava lezioni di storia… indovini a chi?... ma certo, a quella secchiona di mia cugina Felicina, che attraversò un periodo di lunga malattia con relativa convalescenza, per cui si decise, per non farle perdere l’anno scolastico (allora ci si teneva, e si era molto severi!), di chiamare questo strano professore francese, girovago per l’Italia presso famiglie altolocate (la mia non lo era, ma penso che lui fosse segretamente innamorato di qualche pulzella locale, perché veniva ad insegnare quasi gratuitamente, accontentandosi di qualche pennuto ben cucinato e di qualche generoso e robusto bicchiere di vino rosso). Questo strano istitutore dalla doppia “rr” moscia francese, che ci faceva segretamente sghignazzare quando qualcuno ne faceva l’imitazione, aveva delle strane teorie ed interpretazioni bislacche, secondo le quali tutti gli avvenimenti storici degli ultimi secoli, erano delle vicende tra loro ben concatenate, miranti all’instaurazione di una sorta di governo mondiale da parte di non meglio specificati “nemici dell’umanità”, che perseguivano un fine articolato sostanzialmente in tre fasi:
 
       1) Dominio politico e sociale, mediante l’abolizione di frontiere e sovranità nazionali, istaurando così la successiva costituzione di “Unioni” sempre più ampie, fino a confluire tutte in un Governo mondiale unico;
 
       2) Controllo finanziario e produttivo mediante Banche centrali federative, ed organismi multinazionali in ogni settore;
 
       3) Controllo di ogni forma di spiritualità mediante la costituzione di una “Superchiesa” o “contro-chiesa”, come lui diceva, nella quale far convergere alla pari tutte le religioni, sette, filosofie, scientismi, e chi più ne ha più ne metta!
 
       Pensi che dopo aver fantasticato su queste visioni sconsiderate ed esilaranti che Rocco definisce con un termine a me totalmente sconosciuto, da “complottista” (cosa vorrà dire, proprio non glielo saprei spiegare), tra un bicchiere e l’altro (ma era sempre lucido, almeno apparentemente!), sosteneva pure che dopo la 2ª guerra mondiale ce ne sarebbe stata un’altra apparente, che lui sosteneva essere… “fredda” (chissà cosa volesse dire? booh!..), che l’Europa si sarebbe divisa in due blocchi che poi, all’improvviso, senza una causa apparente, si sarebbero fusi.
 
       Nel ricordare questo, Rocco esclamò all’improvviso: “Ah, la caduta del muro di Berlino!” (Credo che quel mattacchione di mio nipote si riferisca all’abbattimento di uno di quei locali tedeschi, nei quali spesso in estate si reca per assistere a spettacoli di cabaret, di cui è appassionato, come già le ho accennato l’altra volta). Mi perdoni la digressione, ma sa, la memoria a volte si riaffaccia e mi piace soffermarmi su qualche ricordo riemerso.
 
       Ritornando all’Ecumenismo, quando all’epoca se ne parlava, perché i modernisti erano già attivi da tempo, caro direttore, zio Pierre diceva:
 
       – Scer Oghiustèn, [così mi chiamava, gliel’ho scritto come si pronunzia!] che si possa proporre [volevo scriverlo con 4 rrrr, come lo diceva lui] un avvicendamento tra diverse dottrine filosofiche, o anche una loro fusione sulla base di uno o più principi comuni, in modo da rappresentare una visione dei problemi dell’esistenza umana, in tutti i suoi aspetti, più completa, più esauriente, più coerente, è una operazione intellettuale, culturale, spirituale che è certamente possibile [che belle espressioni, le pare?]. Sarebbe possibile un’analoga operazione intellettuale, anche se tendesse a riunire più dottrine religiose, ciascuna delle quali rivolgesse lo sguardo e le proprie aspettative verso un Ente superiore, intuito ma sconosciuto, adorato ma non visto, eterno ma muto […mi pare la definisse “Deismo”, possibile?]. Ma un’operazione di questo genere non potrebbe mai coinvolgere una Religione, come la cristiana, che rivolge la propria Fede verso un Dio che si è fatto conoscere dagli uomini attraverso l’Incarnazione del suo Figlio, fatto della sua stessa essenza e quindi Dio Egli stesso; un Dio che si è fatto vedere dagli uomini, toccare, baciare, flagellare, crocifiggere [di cui resta un’immagine indelebile nella Sacra Sindone, aggiungerei io]; un Dio che ha parlato agli uomini, donando a quelli che credono in Lui la redenzione e la salvezza, per mezzo della sua Passione.
 
      Ora, se il dialogo ha come necessaria ed ineliminabile premessa una situazione di sostanziale parità tra gli interlocutori, o almeno la possibilità che tra essi esistano dei punti in comune o dei principi, sia pure parzialmente unificanti, è certo che esso si dimostra del tutto ovvio con le religioni diverse da quella cristiana.
 
       Se il dialogo viene considerato uno strumento necessario al sincretismo religioso, quando lo si voglia estendere anche alla religione cristiana è evidente che il suo successo, vale a dire il riconoscimento della parità di tutte le religioni, può riposare solo sul cedimento di una delle due parti, quanto meno sulla questione preliminare (come dicono i giuristi): o le religioni non cristiane riconoscono la natura divina di Gesù Cristo e quindi, in Lui, Dio stesso, oppure la religione cristiana rinnega quella Divinità, unendosi alle altre che Lo riconoscono solo come profeta. Non c’è scampo a questa alternativa!
 
       Lo zio era categorico in questo, e così liquidava la questione (che uomo, che tempra!). A questo punto ricordo pure a Rocco, che in questo ha memoria corta, che un tentativo del genere era stato tentato già anche dal re Salomone che, per accontentare mogli e concubine (“cherchez la femme”, direbbe Pierre!), aveva messo in piedi un sincretismo religioso, coinvolgendo idoli e obbrobri vari, che Dio (un “Dio geloso”, come amava definirsi) non sembrò apprezzare molto. Tutti sappiamo come andò poi a finire (se qualcuno non dovesse ricordarlo basta rileggere, nella Bibbia, il capitolo XI del I libro dei Re o, se ne ha dimestichezza, il Salmo 105, che proprio al versetto 36 recita: “servirono i loro idoli e questi furono per loro un tranello” (!) – in ebraico “lemokesh”, me lo ricordo ancora bene!!!– [ma tu guarda un po’ gli scherzi della memoria] – quindi, come vede, nulla di nuovo sotto il sole…).
 
       Prossimamente voglio farle conoscere, egregio direttore come, religione per religione (o sarebbe meglio dire falsa religione per palsa religione!) questa idea si estrinseca evincendola dai documenti, fornitimi da Guendalina, del Concilio Vaticano II e del Vaticano III (dico terzo…, non mi si è inceppato il tasto!) un concilio (o meglio conciliabolo, come suggerisce Guendalina…) ancora in atto, gestito dai soliti noti, anche se mai convocato ufficialmente (documenti non vincolanti quindi, dico a Rocco che scalpita, quindi non infallibili!… cioè, in altre parole, chiacchiere vaganti che servono solo a confondere!) e che contrastano ferocemente (a dir poco) con il Magistero (vero e serio!) che la Chiesa Cattolica ha prodotto in circa 2000 anni di storia attraverso Dottori, Papi e 20 Concili ecumenici e dogmatici…, ma di questo parleremo in altra sede). Adesso la prego di perdonarmi, sono già molto stanco, ma non si preoccupi: se la cosa la interessa, continuerò a farla partecipe delle discussioni in casa di nonno Agostino.
 
       

Saluti cordiali da tutti noi.

       Se può, dica una preghiera per zio Pierre (chissà, forse lui aveva capito tutto in anticipo!) e per la Santa Chiesa, preghi con i Salmi che consigliava la buonanima di mio zio Tommaso (mi pare di avergliene già parlato… o no??!): il 41, il 73, il 78, il 79 e l’83 (in latino ovviamente… pensi che lui li recitava a memoria insieme a… indovini chi?! Ma a Felicina, naturalmente!!!).

 
       Mi perdoni ancora, direttore, non dimentichi di informarsi sulla questione della fumata bianca che poi… diventa nera! Chissà che non sia la soluzione del mio caso! Grazie.
 

Un esempio di ecumenismo!!! …  frutto dell’albero buono (!?)
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