Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.

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Sulle orme di Guareschi...

Lo strano caso di nonno Agostino
di Nonno Agostino

Puntata 4ª

       Continuano i racconti di nonno Agostino con la 4ª e 5ª puntata.
       Ribadiamo che se qualcuno, annoiato o scocciato... o semplicemente in disaccordo, volesse lamentarsi, fare un appunto o chiedere qualcosa, lo potrà fare con una mail scritta a noi (redazione@salpan.org), ma indirizzata a nonno Agostino, penseremo noi a recapitargliela. L'eventuale risposta, data presumibilmente dall'attiva Guendalina (la cara nipote di nonno Agostino) sarà pubblicata sul nostro sito in uno spazio apposito.
       Buona lettura...

La Redazione

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione

       Caro direttore, eccomi ancora a lei ed alla sua cortese attenzione per renderla partecipe, se è di suo gradimento, di una discussione intervenuta, come al solito in questi ultimi tempi, tra me ed i miei nipoti a proposito delle nuove dottrine del Vaticano II e Vaticano III… come io chiamo il concilio mai convocato ma che procede incessantemente, alimentato da teologi, prelati e gerarchie neo-moderniste, come sento dire da Guendalina, mia nipote, che al riguardo si sta facendo una gran cultura. Ma veniamo ai fatti.
 
       In una bella giornata di sole, ero seduto sul mio divanetto preferito immerso nella lettura di un passo biblico, per l’esattezza il Capitolo 18 del I libro dei Re che, come lei ben sa, riporta l’episodio di Elia che sul monte Carmelo sfida i 450 sacerdoti di Baal. Immerso nella lettura, cercando di ricordare le infuocate omelie che lo zio Tommaso, buon’anima, faceva su questo passo, non mi ero accorto che nella camera, inondata di luce, erano entrati Guendalina e Rocco, che tutto giocondo aveva con sé un “paccotto” di giornali e fogli, su uno dei quali era stampigliata la scritta: «“NUOVE DOTTRINE” DEL VATICANO II».
 
       Le confesso che di questo concilio non ne so quasi nulla, a differenza del Vaticano I, perché la mia memoria, come le ho già accennato in altra lettera, si complicò proprio quando fu convocato da un Papa cicciottello, paffuto, apparentemente simpatico e bonaccione (che, mi perdoni l’ardire, non aveva nulla dell’aspetto maestoso e ieratico ad esempio di un santo come Pio X o anche del grande Pio XII!), lasciandomi nel buio che sto ora faticosamente tentando di allontanare. Devo perciò ricorrere alle notizie “colorite”, a tratti anche spassose, di Rocco (…mi fa fare grandi risate, che però stranamente non mi mettono di buon umore) e alle ricerche più serie di Guendalina.
 
       Ecco Rocco alla carica, ascolti che cosa mi ha detto, con fare ironico e beffardo (lo so che mi vuole un gran bene, ma lui è fatto così!):
 
       – Ascolta, nonno Agostino, impara finalmente quello che sta scritto in “Nostra Aetate”, uno dei grandi documenti del Vaticano II. E dal foglio stampato legge: «Nella dichiarazione Nostra Aetate sulle religioni non cristiane, i Padri conciliari annunciavano al mondo di aver scoperto finalmente [e, a parer loro, dopo un sonno letargico del Magistero protrattosi per... duemila anni, pensi un po’!] addirittura la sostanziale… bontà delle altre religioni. Proprio quelle che l’oscurantista Chiesa “preconciliare” aveva invece costantemente considerato e condannato come false religioni».
 
       Subito interviene Guendalina dicendo:
 
       – Ma Rocco, anche il noto missionario “conciliare” p. Piero Gheddo, ammetteva che “nella tradizione missionaria le grandi religioni non cristiane erano viste come “paganesimo”, come ostacoli alla diffusione del messaggio cristiano. Anche grandi santi e missionari, come Francesco Saverio e Matteo Ricci, hanno avuto parole di fuoco contro induismo e buddhismo, confucianesimo e taoismo!
 
      Come è possibile che si dicano queste cose, direttore? Ma non è mica finita, perché i “Padri del Vaticano II” invece, sempre teleguidati dai “nuovi teologi”, non si peritarono di gabellare al povero “popolo di Dio” che, ad esempio, nell’Induismo, continua Rocco citando il documento, «Gli uomini scrutano il mistero divino e lo esprimono con l’inesauribile fecondità dei miti e con i penetranti tentativi della filosofia cercando la liberazione fisica attraverso forme di vita ascetica, sia nella meditazione profonda, sia nel rifugio in Dio con amore e confidenza» [che linguaggio mellifluo!].
 
       Il che era ancora poco rispetto al Buddhismo nel quale, secondo i “Padri del Vaticano II”, addirittura «Si insegna una via per la quale gli uomini, con cuore devoto e confidente, siano capaci di raggiungere lo stato di liberazione perfetta o di pervenire allo stato di illuminazione suprema, sia per mezzo dei propri sforzi, sia con l’aiuto venuto dall’alto».
 
       – Sarei ben curioso allora di sapere, dico a Rocco rovistando nei miei ricordi giovanili, cosa ne pensavano, i suddetti “Padri conciliari” (chissà perché mi viene sempre da schiacciare la L invece che la P) ed i loro “periti” del Tantra-yoga o del Saktismo induista o del Tantrismo buddista, come il Vajrayana –tanto per limitarci a tre soli esempi– nei quali gli adepti vengono istruiti a giungere alla suddetta “liberazione perfetta” ed “illuminazione suprema” per mezzo di pratiche magiche ed erotico-orgiastiche, logica conseguenza, peraltro, delle premesse filosofiche di quelle due gnosi anticristiane, vero e proprio pot-pourri pseudo religioso in cui finisce per annegare ogni ragionevolezza (non vi si ammette, tra l’altro, alcun Dio personale perché il “Brahman” induista è per essenza “impersonalità”, mentre il Buddismo è sostanzialmente agnostico). Altro che “rifugio in Dio con amore e confidenza...”!!!.
 
       Nel timore, comunque, che lo sventurato “popolo di Dio”, ancora anacronisticamente ancorato alle “vecchie verità” preconciliari, non avesse ben afferrato la nuova dottrina del Vaticano II sulla globalizzante e modernistica sostanziale bontà di tutte le religioni, contraddicendo tutta la Scrittura Sacra, mai nominata ovviamente, i suddetti “Padri” (mi viene sempre la L… mannaggia…!) precisavano, senza possibilità di equivoci, è ancora Rocco che parla leggendo il documento, che «La Chiesa Cattolica (...) considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella Verità che illumina tutti gli uomini…»
 
       – Incredibile?!?! Ma caro Rocco, guarda ch’è tutto all’opposto: la Chiesa Cattolica –quella autentica– ha invece sempre insegnato che eventuali verità, più o meno numerose, presenti in un sistema religioso falso non lo rendono per questo buono, ma servono a meglio ingannare gli incauti e gli sprovveduti, mascherandone gli errori e gli orrori, come in questo caso.
 
       Caro direttore, mi sono riguardato anch’io quel documento, in cui ecco ora i “Padri del Vaticano II” proclamare sfrontatamente il rispetto della Chiesa, non –si badi– per le persone, bensì proprio per quei vani e spesso immorali “precetti” e per quelle false “dottrine” che tengono tuttora sotto il loro giogo miliardi di esseri umani, mettendo a grave rischio –ci creda o no la Gerarchia “conciliare”– la loro salvezza eterna.
 
       Questa volta oltre che stanco, sono anche avvilito, ma le vorrei solo far notare la nuova nozione, neomodernista, di “missione” in Nostra Aetate. La Chiesa, infatti, per gli ineffabili “Padri del Vaticano II” (mi si sarà rotto il tasto del computer… viene sempre prima la L, chissà come mai, bohh…) è tenuta ad annunziare incessantemente il Cristo che è “via, verità e vita” (Gv 14,6) in cui gli uomini devono trovare la pienezza della vita religiosa”. I non cristiani, insomma, per chi non l’avesse ancora capito, sarebbero già graditi a Dio così come sono; mentre la loro eventuale conversione costituirebbe un semplice “optional” in vista di una maggiore perfezione (la “pienezza della vita religiosa” di cui sopra).
 
       A questo punto sbotto, direttore:
 
      – Ma questo è un ribaltone dottrinale in piena regola! Tradimento, tradimento!!!
 
       Dopo il Concilio Tridentino, abbiamo il concilio… tradimentino! Qui si attualizza la lettura biblica in cui ero immerso: ci vuole di nuovo Elia che affronti i nuovi sacerdoti di Baal (i Ladri della vera fede… ah ecco la “L”…) e li sbeffeggi ridicolizzandoli davanti al popolo confuso!
 
       Ma sono sicuro che Rocco si sia ancora preso gioco di me e che il tutto finirà in risate davanti ad un buon piatto di tagliatelle, perché tanto nessuna autorità, neanche la più elevata nella gerarchia, può costringerci ad abbandonare o a diminuire la nostra fede cattolica, chiaramente espressa e professata dal magistero della Chiesa da venti secoli. E poi, far conoscere la verità, convertire è un atto di carità autentico che i cristiani devono, se veramente tali, rendere ai nostri fratelli che vivono nelle tenebre perché è in gioco la cosa più importante per un essere umano: la salvezza eterna dell’anima!
 
       – Caro Rocco –dico a mio nipote– la religione Cattolica, non è un’associazione culturale, una ideologia astratta che si contrappone a filosofie o a scuole di pensiero, una onlus, una ONG o una “conventicola” filantropica, un istituto di carità o di beneficenza, un volontariato dedito ai bisogni o alle miserie corporali che affliggono il genere umano, è in parte anche questo, se vogliamo, ma in una certa misura, tuttavia la sua funzione principale, il suo vero scopo, è la salvezza eterna dell’anima, il raggiungimento della vera Felicità, l’eterna felicità, per cui Dio stesso si è incarnato ed è morto in croce, soddisfacendo il Padre per i nostri peccati, chiamando tutti indistintamente a collaborare, con i mezzi che il Signore stesso mette a disposizione di ognuno (…i talenti!), sostenuti dalla preghiera incessante e dai Sacramenti.
 
Mio caro Rocco, se veramente amiamo Dio ed il nostro prossimo, non possiamo esimerci da questo compito fondamentale che il Signore ci ha affidato, sovrannaturale nel mondo (…siamo nel mondo, ma non del mondo!...), sostenendoci con la sua grazia: la salvezza dell’anima nostra e quella dei nostri fratelli.
 
Caro nipote, chi ritiene che bisogna rispettare le culture, i costumi sociali, ideologici e (falsamente) religiosi impastati con sentimentalismi o elementi naturali dei popoli che vivono in una dimensione spirituale negativa, lontani dal Cristo Salvatore che riscatta dalla colpa originale in una prospettiva di salvezza eterna e definitiva, è semplicemente un illuso o un idiota in mala fede, che fa il gioco del serpente ingannatore.
 
       Il bugiardo ab initio, sotto l’apparenza del pacifismo, della solidarietà, dell’accoglienza e di quant’altro oggi diffuso dalla strombazzante ideologia ecumenico-mondialista della globalizzazione fraternizzante, egalitaria e (pseudo)liberalizzante, vuole allontanarci dalla grazia divina, dalla salvezza eterna e portarci, con illusorio e falso buonismo, nella sinagoga del… “farfariello” (…come lo chiamava mia nonna Margherita), a fargli compagnia!… intelligenti pauca!…
 
       Non per nulla, mio caro Rocco, S. Paolo scriveva a Timoteo, suo degno discepolo: «O Timòteo, custodisci il deposito; evita le chiacchiere profane e le obiezioni della cosiddetta scienza, professando la quale taluni hanno deviato dalla fede» (1Tm 6,20-21) e «Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e non opportuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina. Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa, gli uomini si circonderanno di maestri secondo le proprie voglie, rifiutando di dare ascolto alla verità per volgersi alle favole. Tu però vigila attentamente, sappi sopportare le sofferenze, compi la tua opera di annunziatore del vangelo, adempi il tuo ministero» (2Tm 4,1-5).
 
       Rifuggiamo allora dal fuorviante dialogo che non arricchisce in nessun modo un Cattolico vero, conserviamo invece il deposito della fede trasmesso dagli Apostoli e dal Magistero autentico, infallibile ed irreformabile della Chiesa Romana,  conserviamo la fede, sbandieriamola quando è opportuno e quando non lo è (cioè sempre! in ogni circostanza, e che il Signore salvi la Chiesa dalle conseguenze delle colpe degli “uomini della Chiesa”! Preghiamo senza stancarci, chiediamo perdono a Dio per le nostre colpe, come faceva Santa Caterina da Siena quando voleva persuadere i prelati… miserere mei…
 
      A presto, direttore!
 

Saluti cordiali
da nonno Agostino e famiglia

 

Sulle orme di Guareschi...

Lo strano caso di nonno Agostino
di Nonno Agostino

Puntata 5ª

       Caro direttore, mi perdoni se ancora mi faccio vivo, ma oramai la considero una cara persona di famiglia, vista la benevolenza che lei mi accorda usandomi tanta pazienza nell’ascoltare le mie vicende personali e familiari. D’altra parte, le chiedo, con chi parlare, visto che oggi tutto deve aderire al “pensiero unico” e al “politicamente corretto”?... (mi si era inceppato il tasto sulla “o” e mi veniva “corrotto”… bah prima o poi lo devo far riparare questo catorcio!), e lei sa molto bene che la “Verità” (quella con la V maiuscola) non si accorda praticamente mai con il “politicamente corretto”, in particolar modo quando occorre dar fiato ai tromboni “tuttoelogi” che strombazzano falsità demagogiche in ogni ambito. Ma bando alle ciance e torniamo al mio caso.
 
       In una notte della scorsa settimana, non le saprei dire il giorno con precisione, ho fatto un sogno orribile, devastante per la mia povera mente malata, che mi ha portato in uno stato di angoscia profonda, di vuoto esistenziale, direi quasi (mi perdoni la stravaganza) di dolorosa notte dell’anima.
 
       Mi trovavo in una stanza dove c’era una persona vestita con una talare bianca, circondata da uomini abbigliati con vesti cardinalizie e da curiosi personaggi ricoperti da bizzarre tonache e turbanti pittoreschi. Ho pensato subito che si trattasse di una festa di carnevale, organizzata da quel mattacchione di Rocco, mio nipote, ma lo sguardo è andato oltre la finestra della stanza ed ho visto nettamente stagliarsi la sagoma del cupolone michelangiolesco ed il colonnato del Bernini di piazza San Pietro.
 
       Ad un certo punto, quest’uomo vestito di bianco ha preso un grosso libro e lo ha baciato con grande deferenza e rispetto. Ho aguzzato lo sguardo (unica nota positiva: nel sogno vedevo benissimo, pensi che non ho dovuto nemmeno inforcare i miei soliti occhialoni!) ed ho letto: “Corano”. Il fatto che quest’uomo in bianco non avesse la tiara, mi ha in parte rincuorato, pensando che comunque non si trattasse del Santo Padre (mai Pio XII, il “mio” Papa, il Vicario di Cristo, avrebbe compiuto quel gesto sacrilego!!!), ma questo è bastato a rovinarmi il sonno provocandomi gli effetti descritti, oltre ad una sudorazione profusa ridottasi solo dopo un’abbondante tazza di buon caffè che mia moglie, la povera e cara Genoveffa, mi ha prontamente preparato, spaventata dalle mie condizioni. Poco dopo sono arrivati solerti i miei nipoti, Rocco e Guendalina, avvertiti dalla nonna, ai quali ho raccontato il terribile sogno. Ma le mie condizioni, faticosamente e solo in parte recuperate, sono precipitate nel baratro (insieme alla mia pressione sanguigna) quando Rocco, con fare sornione, mi ha detto, pensando di confortarmi:
 
      – Ma nonno, questo è un avvenimento realmente accaduto il 14 maggio del 1999… allora la tua memoria si sta risvegliando!
 
       Raccogliendo le mie esauste forze riesco appena a dire:
 
       – Come è possibile che, in nome di un falso ecumenismo, si vada verso un sincretismo assurdo, vietato da una barriera teologica insormontabile, per superare la quale non basta certamente questo gesto inutilmente sacrilego compiuto nel baciare il Corano, il “libro sacro dei musulmani” che, come è noto, vuole e ordina la morte di tutti gli “infedeli” cristiani (ne sanno qualcosa per esempio ad Otranto!..) e declassa Nostro Signore Gesù Cristo a semplice profeta (oltretutto falso ed ingannevole perché proclamatosi Figlio di Dio!)? Né d’altra parte ho mai visto né udito (anche se la mia memoria è debole) un imano rivolgere ai Vangeli un segno altrettanto rispettoso (se ne ha notizia o ne hanno i suoi lettori, caro direttore, me lo faccia sapere, la prego!) per cui, anche se si volesse interpretare il gesto come un atto puramente diplomatico, la sua indiscutibile unilateralità è di una folle inutilità. Così è altrettanto completamente vano far risaltare continuamente il monoteismo delle tre principali religioni, come elemento unificante, perché oltretutto resta la “questione invalicabile” della divinità di Gesù Cristo. Quindi o ci si crede o non ci si crede: una terza via, come effetto del dialogo, non esiste! Questo lo diceva spesso lo zio Pierre (gliene ho già parlato in una lettera precedente… mi pare… o no?!) secondo il quale nessun incontro compromissorio, sulla natura divina del Redentore è possibile tra le tre religioni monoteiste (e guarda, Rocco, che, secondo lo zio Pierre, di religioni monoteiste ne esiste pure una quarta, ed è forse oggi quella dominante: quella della “sinagoga di satana!”): è un grave errore unire il monoteismo cristiano a quello giudaico e musulmano; è una falsa prospettiva usare perciò l’espressione “religioni monoteiste” (a meno che non vogliamo preparare l’avvento della quarta!… il monoteismo della “contro religione satanica”… o abituarci almeno all’idea!), perché il contenuto di queste tre religioni è essenzialmente e radicalmente diverso.
 
       Rocco ovviamente non condivide, adducendo motivazioni essenzialmente umanitarie, ma io incalzo ancora dicendo:
 
       – Capire questa povera gente, aiutarla a risollevarsi dalla loro miseria morale e religiosa, è un dovere cristiano (“guai a me se non predicassi il Vangelo”-1Cor IX,16, diceva Paolo di Tarso), ma parlare dei Musulmani come di intimi nostri “fratelli”, “adoratori dell’unico Dio e figli di Abramo”, è un assurdo. Forse che dai loro minareti, da secoli, non stanno gridando a squarciagola, che “non vi è altro Dio al di fuori di Allah”? Allah, però, è tutt’altro che il nostro Dio-Trino, comprendente anche la divinità di Cristo? Un “Allah” anticristiano, quindi, perché negazione assoluta dei due principali “misteri” della nostra fede. Negazione originata dal giudaismo e dalle secolari logomachie di eresie pseudo-cristiane. Un Allah che assicura nell’al di là “un giardino di delizie” con molte concubine (la demagogia ha fatto sempre la sua parte!) e dove la visione beatifica di Dio non ha alcun interesse! Un Allah che vuole “la spada e la guerra santa” per sottomettere gli “infedeli” –cristiani compresi, anzi essi soprattutto!– alla venerazione della “Pietra nera”, che libera da ogni peccato! (mi perdoni, ma mi viene da ridere… un po’ di buonumore ogni tanto ci vuole!).
 
       Nel pomeriggio, dopo un pranzo leggero, Guendalina, su mia richiesta, riprende la lettura di “Nostra Aetate”, documento chiave del Concilio “tradimentino” (devo proprio cambiarlo, questo arnese … guarda che scherzi mi fa!), dove ad un certo punto, una volta preso l’abbrivio, i “Ladri conciliari”(ancora la “L”, lo devo proprio far sistemare questo aggeggio … è irrecuperabile oramai!) passavano a tessere l’elogio dell’Islam, affermando testualmente e con perfetto aplomb che “la Chiesa guarda con stima anche i musulmani che adorano l’unico Dio (…) che ha parlato agli uomini. Essi cercano anche di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti nascosti di Dio, (se sono nascosti, occulti, secondo quanto si legge alla sura 57,3, come fanno a conoscerli … mi chiedo? Boh!), come si è sottomesso Abramo, al quale la fede islamica volentieri si riferisce”. [Ma questo Abramo è l’Abramo del Corano, intriso di elementi leggendari ed apocrifi, non quello dell’Antico Testamento, si badi bene!] Così pure essi hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio [ma a quale Dio?] soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno” (N.Ae. n. 3/a. 113) [stendiamo un velo pietoso sul digiuno diurno seguito da abbondanti libagioni serali e notturne…].
 
       Per la verità (quella verità che evidentemente i L/Padri conciliari ed i loro falsi teologi della Nouvelle Théologie –la Jezabel di zio Pierre, di cui parleremo un’altra volta– nella loro ottica evoluzionista giudicavano ormai “sorpassata”, dimenticando che Cristo “non cambia mai, che è lo stesso ieri, oggi e sempre”…, ma da dove sono usciti questi Padri, mi chiedo e le chiedo, caro direttore?) se i musulmani adorassero veramente «l’unico Dio... che ha parlato agli uomini» e non la sua immagine contraffatta presentata dal Corano, non negherebbero la Divinità di nostro Signore Gesù Cristo, che in proposito è stato chiarissimo: “Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che Lo ha mandato” (Gv 5,22-23).
 
       E come la mettiamo con lo stato giuridico del dhimma? (A) (agli “infedeli” non è concesso alcun diritto), con la schiavitù ufficialmente riconosciuta, la poligamia e il ripudio? (4 mogli e un numero illimitato di schiave e concubine, o meglio… prostitute), con l’amputazione della mano al ladro? (mezza Italia politica e finanziaria sarebbe monca… boccaccia mia, statti zitta..!).
 
       Interviene Guendalina:
 
       – E come la mettiamo con la storia di Gesù profeta dell’Islam, «servo di Dio», muslim, sottomesso, cioè un musulmano (sura 38,65) come Abramo, tanto da preannunziare la venuta di Maometto (sura 51,6)?
E come la mettiamo con il culto offensivo alla Vergine Maria in quanto “madre di un profeta dell’Islam” e persino confusa [“beata” ignoranza! o si dice beota?... che dubbio! mi aiuti!] con Maria “sorella di Aronne”, fratello di Mosè, figlia di Imram, confusa quindi con la profetessa Maria di Esodo XV?
E come la mettiamo con il concetto di “pace islamica” [ancora oggi invocata dai vertici cattolici], mezzo imposto dalle circostanze con durata che non oltrepassi i 10 anni, per poi riprendere la guerra agli infedeli, obbligo morale religioso giuridico, sino all’immancabile vittoria finale ed all’instaurazione di uno stato islamico mondiale? [un altro ordine mondiale…!]. Complimenti… qui due sono i casi: o questi L/Padri non avevano mai letto il Corano o erano all’esordio di due contemporanei gravi morbi con sintomi parossistici misti: il Parkinson e l’Alzheimer insieme…”.
 
       – Guendalina, ti prego sii più misericordiosa, aumenta la preghiera… il miserere, il miserere!… può darsi che la Santa Vergine li converta… i l/padri del Vaticano II e del Vat’inganno III. Perché –continuo– io, credo che questo documento sia stato stilato da persone che ignoravano veramente il contenuto del Corano ed il senso della religione islamica…, anche se è più semplice pensare che si era deciso l’autodemolizione della Chiesa Cattolica Romana per farla convergere nella “superchiesa dell’uomo”, come la definiva zio Pierre, anche se lui in verità preferiva chiamarla “Contro-chiesa”.
 
Quanto alla “vita morale” contemplata dal Corano e che ammette e legalizza la poligamia, il concubinato, il divorzio, la schiavitù e promette nell’altra vita –tanto per cambiare– un “paradiso” di piaceri sensuali (1) con tanto di innumerevoli “urì” (concubine “celesti”) a disposizione... beh, nulla da meravigliarsi che i musulmani l’abbiano grandemente “in stima”... Chissà poi se la “stima” dei Padri del Vaticano II verso i musulmani si estendesse anche alle seguenti sure coraniche:
 

(1) Alla Giovanni Paolo II…, che ha detto: «La nostra eredità sarà un erotismo eterno; l'erotismo attuale è il nostro compito; l'erotismo celeste è il nostro obiettivo». «In Paradiso l'erotismo costituirà il fondamento della comunione dei Santi» (C.V. 430, pag. 82).

       «… e dissero: “abbiamo ucciso il Messia Gesù figlio di Maria, il Messaggero di Allah!” Invece non l'hanno né ucciso né crocifisso, ma così parve loro. Coloro che sono in discordia a questo proposito, restano nel dubbio: non hanno altra scienza e non seguono altro che la congettura. Per certo non lo hanno ucciso» (sura 4,157).
 
       «Il Messia Gesù, figlio di Maria non è altro che un messaggero di Allah, una Sua parola che Egli pose in Maria, uno Spirito da Lui [proveniente]. Credete dunque in Allah e nei suoi messaggeri» (sura 4,157).
 
       «Uccideteli ovunque li incontriate, e scacciateli da dove vi hanno scacciati: la persecuzione è peggiore dell'omicidio» (sura 2,191).
 
       «La ricompensa di coloro che fanno la guerra ad Allah e al Suo Messaggero e che seminano la corruzione sulla terra è che siano uccisi o crocifissi, che siano loro tagliate la mano e la gamba da lati opposti o che siano esiliati sulla terra: ecco l'ignominia che li toccherà in questa vita; nell'altra vita avranno castigo immenso» (sura 5,33).
 
       «Quando poi siano trascorsi i mesi sacri, uccidete questi associatori ovunque li incontriate, catturateli, assediateli e tendete loro agguati. Se poi si pentono, eseguono l’orazione e pagano la decima, lasciateli andare per la loro strada. Allah è perdonante, misericordioso» (sura 9,5) [ma mi faccia il piacere!].
 
       «O voi che credete, combattete i miscredenti che vi stanno attorno, che trovino durezza in voi. Sappiate che Allah è con i timorati» (sura 9,123).
 
      «Getterò il terrore nei cuori dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo, colpiteli su tutte le falangi!» (sura 8,12)
 
       «Essi [gli infedeli] devono essere uccisi o crocefissi e le loro mani ed i loro piedi tagliati dalla parte opposta» (sura 5,33).
 
E potremmo continuare fino a domattina …
 
       Interviene pure Guendalina, arrivata nel mentre:
 
       – E pensa, nonno, che qualcuno recentemente (tra quelli che non hanno giustamente “altra scienza” e parlano a vanvera!) ha definito il Corano “libro di pace”… ridicolo!
 
       Riprendo io:
 
       – Quanto ai figli di Abramo c’è da osservare che sono tali non coloro che ne vantano una discendenza carnale, ma solo quelli che hanno la “fede” di Abramo: il quale appunto credette nel Cristo venturo e, come dice Gesù stesso, “esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e se ne rallegrò”(Gv 8,56).
 
E Giovanni precisa ancora: “Chi rinnega il Figlio non possiede neppure il Padre; chi confessa il Figlio possiede anche il Padre”(1Gv 2,22-23)”.
 
       E allora, come San Giacomo, mi chiedo: “Forse la sorgente può far sgorgare dalla stessa apertura acqua dolce e amara? Può forse, fratelli miei, un fico produrre uva o una vite produrre fichi? E neppure una sorgente salata può produrre acqua dolce” (Gc 3,11-12).
 
       L’Apostolo delle Genti afferma poi senza possibilità di equivoci: “Se appartenete a Cristo, allora siete discendenza di Abramo, eredi secondo la promessa” (Gal 3,29).
 
      Riprende Rocco:
 
       – Nonno, tu vivi nel tuo eremo dorato e non sai che qui, con l’assenso di molti vescovi, delle alte gerarchie ecclesiastiche, delle autorità politiche di ogni colore, si stanno costruendo moschee e minareti un po’ dappertutto nell’Europa una volta cristiana!
 
       A questo, sobbalzo, un fremito mi scuote tutto, mi risiedo e raggiungo con fatica la calma per dire:
 
       – Ragazzi, vedete, durante l’estate, finite le scuole, lo zio Tommaso buon’anima, santo sacerdote, assegnava a tutti noi nipoti, dei compiti che dovevamo svolgere durante le ore meno afose dell’estate in campagna. Un anno a me era toccato lo studio del Concilio di Vienne… Attento, Rocco, non pensare alle tue operette e a Vienna … qui parlo di Vienne, in Francia, una bella cittadina lungo il fiume omonimo, ove si tenne il XV Concilio Ecumenico dal 1311 al 1312. Fu un’estate allucinante, leggere e studiare tutte quelle bolle e documenti…, in particolare quelli di condanna dei Templari…, e poi Clemente V… i Begardi e le Beghine, i Zabazala... altro che spiagge e vacanze al mare! Ecco cosa volevo ricordare: i “zabazala”, come volgarmente erano detti i sacerdoti saraceni! Aspetta, Rocco, dovrei avere ancora i quaderni di quei compiti, che poi lo Zio Tommaso correggeva accuratamente, e… guai a sbagliare! A proposito dei raduni o cosiddette preghiere pubbliche a Maometto in terre cristiane, nel decreto 25 (infallibile ed irreformabile!) si dice… aspetta, ah eccolo qua!…qui è in latino, ma te lo traduco: “Si risolve in offesa del nome divino e in disonore per la fede cristiana il fatto che in alcune parti del mondo soggette a principi cristiani, dove talora separati, talora frammischiati con i cristiani abitano i saraceni, i loro sacerdoti, detti volgarmente Zabazala, ogni giorno, ad ore determinate, nei loro templi o moschee, dove gli stessi saraceni si riuniscono per adorarvi il perfido Maometto, invochino o esaltino ad alta voce da un luogo elevato, in modo che sentano i cristiani e i saraceni, il nome dello stesso Maometto, recitando pubblicamente alcune parole in suo onore. Inoltre una gran moltitudine di saraceni di quelle ed altre regioni si reca pubblicamente nel luogo dove un tempo fu sepolto un saraceno che gli altri venerano ed onorano come santo. Da questi fatti deriva un grande danno alla nostra fede ed ha origine un grande scandalo nel cuore dei fedeli. Perché non siano ulteriormente tollerati comportamenti simili in offesa alla divina maestà, con il consenso del santo Concilio noi proibiamo ancor più severamente d’ora in poi tali fatti in terre cristiane. Ingiungiamo inoltre, sotto la minaccia del divino castigo, a tutti e singoli i prìncipi cattolici, nei cui possedimenti i saraceni abitano compiendo tali cose, di eliminare dalle loro terre tutto ciò, comportandosi come veri cattolici e gelosi custodi della fede cristiana, per raggiungere il premio dell’eterna beatitudine, e di curare che i loro sudditi facciano altrettanto. Devono infatti riflettere sulla vergogna che deriva a loro stessi e agli altri cristiani da quanto abbiamo sopra descritto. Proibiscano perciò espressamente che in pubblico si faccia tale invocazione o proclamazione del nome del sacrilego Maometto, o che qualcuno nei loro domini osi tentare il pellegrinaggio sopraddetto o favorirlo in qualunque modo. Provvedano essi stessi a punire in modo esemplare, mossi dal rispetto verso Dio, coloro che si comporteranno diversamente, in modo che anche gli altri, atterriti da tale esempio, siano dissuasi da simile temerarietà”.
 
       È vero che questi compiti richiedevano pazienza ed impegno, però oggi sono ancora in grado di distinguere un cattolico da un marrano, un vero devoto cristiano da un modernista manicheo… un fervente cattolico da un blasfemo e sacrilego rosacroce..., e non è poco! Ma tornando a noi, ricordo a Rocco, che in questo è carente:
 
       – Abramo ebbe due figli (Ismaele ed Isacco) da due donne diverse, la schiava e la moglie Sara e, nella citata lettera ai Galati, al capitolo IV,30-31, S. Paolo (… sempre Paolo di Tarso, che non risulta evidentemente essere stato invitato a questo Concilio Vaticano II e nemmeno tanto letto successivamente) dice testualmente… –leggi Rocco, che cosa dice la Scrittura?–: “Manda via la schiava e suo figlio, perché il figlio della schiava non avrà eredità col figlio della donna libera. Così, fratelli, noi non siamo figli di una schiava, ma di una donna libera”…, continuiamo Rocco, andiamo al cap. V: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù”.
 
       Questa è fede cattolica!! Direttore, non ne posso più, sono stanco e perciò chiudo con ciò che scriveva il Santo (… non un santo “subito”, teosofo, politico e senza miracoli!) Pio X: «Siate forti! Non si deve cedere dove non bisogna cedere … Si deve combattere, non con mezzi termini, ma con coraggio; non di nascosto, ma in pubblico; non a porte chiuse, ma a cielo aperto»! … e il Papa Felice III: «È già un approvare l’errore il non resistervi; è già un soffocare la verità il non difenderla!». “Avete taciuto abbastanza. È ora di finirla di stare zitti! Gridate con centomila lingue. Io vedo che a forza di silenzio il mondo è marcito!” (Santa Caterina da Siena). Mi sovviene ancora lo zio Tommaso, quando, dopo una bella e veemente predica, sconcertando tutti, diceva in latino: “Quoniam zelus domus tuae comedit me ...” , “lo zelo per la tua casa mi divora” dal Salmo 68,10). Pertanto con Isaia dico a voce forte, anche a lei, oltre che a me: “Clama, ne cesses!”
 
       Saluti vivissimi, direttore.
 
Nonno Agostino e famiglia
 

Giovanni Paolo II bacia il Corano,
nel quale la Santissima Trinità è chiamata “abominio”,
i cristiani sono chiamati impuri e infedeli e si incita a sottometterli e ad ucciderli.
Così il Santo “subito” diventa il “santo dubito”: sulle canonizzazioni non c’è infallibilità, pertanto, e a ragione, dubitiamo fortemente che Giovanni Paolo II sia Santo, o meglio: crediamo che non lo sia affatto!
 
 
(A) Dhimma = un atto di sottomissione formale: dispositivo giuridico che permette ai membri delle comunità non musulmane di convivere con l'Islam, mantenendo i beni e la vita e un'autonomia religiosa e amministrativa. Questo diritto all'esistenza comporta l'implicito riconoscimento della superiorità dell'Islam,  e numerose sono le norme che ricordano ai Dhimmi la loro condizione di vassallaggio. Essi debbono inanzi tutto pagare alla fine di ogni anno una tassa di protezione articolata in due voci: la Gizya, imposta pro capite che deve pagare ogni adulto maschio della comunità, e il Kharag, un imposta fondiaria sui beni immobili (http://domenicobuffarini. blogspot.it/2011/04/la-dhimma-allinterno-della-umma.html).
 
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