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Sulle orme di Guareschi...

Lo strano caso di nonno Agostino
di Nonno Agostino

Puntata 13

       Nonno Agostino continua a dilettarci coi suoi racconti di uomo fermo all'ante-concilio, incredulo alle panzanate del nipote Rocco che vorrebbe fargli credere l'assurdo (meglio dire paradosso) della chiesa conciliare d'oggi...

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione

      Eccomi ancora qui, esimio direttore, spero di non essere diventato una presenza ingombrante per lei e per i suoi lettori.
 
       Oggi le voglio raccontare un episodio occorsomi recentemente e che mi vede protagonista con i soliti miei nipoti ed una figura nuova, nientemeno che una “fiamma” (anche se mi pare che me ne avesse già presentata un’altra tempo fa… mah… questi giovani!) di mio nipote Rocco, una certa Martina, una bella ragazza per la verità, dall’aria seriosa, forse con un tantino di “puzza al naso”, molto sicura di sé, ma gentile nei modi e rispettosa.
 
       Era un giovedì, lo ricordo bene, perché è il giorno dedicato tra l’altro alla preghiera per i sacerdoti, giorno in cui recito abitualmente la “preghiera infuocata” di San Luigi Maria Grignion De Montfort, sottolineandone alcuni punti con i miei nipoti.
 
      Trattasi, come lei ben sa, di una stupenda preghiera dai toni profetici, che il Santo faceva per invocare l’aiuto di Dio e della Santa Vergine sui sacerdoti della sua congregazione, ed è zeppa di riferimenti biblici sia vetero che, soprattutto, neo-testamentari. Si sprecano naturalmente le citazioni dal salterio, a cominciare dall’incipit “Memor esto congregationis tuæ quam possedisti ab initio...” dal Salmo 73 e via via, fino ad  un’ampia citazione dal Salmo 67, che, le dico sinceramente, è uno di quei miei preferiti anche se, come concordano unanimamente i Padri della Chiesa, di problematica comprensione, e di cui il Santo della Vandea offre una interpretazione veramente illuminante, e attinente ai nostri tempi. Caro direttore, colgo qui l’occasione per invitarla a pregare, lei con i suoi lettori, per i sacerdoti di questa “congregazione” degli ultimi tempi, che consentirà alla Chiesa attraverso l’unica “vera” linea apostolica, di rivivere e tornare agli splendori più vivi, con questa stupenda orazione, che a quanto sembra è finita nei cassetti polverosi, sostituita da preghiere banali, impregnate di ecumenismo indifferentista, impastate spesso con elementi sentimentali e sociologici di dubbia interpretazione, e finanche veicolo di “sterco” gnostico
 
       Qui siamo nella sicurezza “cattolica” della vera tradizione! Pare che sia efficace anche nei casi più difficili!
A questo punto si inserisce Martina, che esordisce dicendo che in effetti la Bibbia è l’unica norma di fede e di morale, e scoprendo subito la certezza, prosegue col dire che la giustificazione si ottiene per grazia mediante la fede, indipendentemente dalle opere buone e dal rifiuto del Magistero ecclesiastico in nome del sacerdozio universale dei fedeli e dell’assistenza diretta dello Spirito Santo ai fedeli che leggono la Bibbia, ciò che giustifica il libero esame.
       – La mia chiesa, dice tra lo stupore di tutti noi, è costituita dalla comunità dei fedeli, in cui i pastori hanno il compito di predicare la parola di Dio e amministrare i sacramenti che sono due, il Battesimo e la Cena. Il culto consiste nella predicazione della parola di Dio e nella Santa Cena: si rifiuta il concetto di Messa come Sacrificio, ma si ritiene ci sia una consustanziazione, ossia una specie di presenza di Cristo nel pane e nel vino.
 
       A questo punto, subodorando la magagna, dico:
       – Visto che tu hai apprezzato i versetti biblici, cara Martina, ti chiedo: ma cosa è per te la Bibbia?
       Lei prontamente mi risponde:
       – La Bibbia è tutto, è una rivelazione completa, pertanto non c’è bisogno di nient’altro, né di documenti né di proposizioni né di dogmi o asserzioni presunte.
       – Martina, scusami –ribatto io– visto che dici di conoscere bene la Sacra Scrittura, in quale passo è scritto questo?
       – Ma guardi –mi risponde–, lo ritengo evidente. La presunta Tradizione è da evitare… rappresenta un’aggiunta papista non sostenuta dalla Bibbia.
 
       – Figlia cara, –ribatto io– la Tradizione è tutto ciò che non è scritto nella Bibbia, conservato per ininterrotta trasmissione orale e scritto successivamente in vari documenti della Chiesa, in parte divenuto articolo di Fede in seguito alla proclamazione di dogmi da parte del Papa o di atti di Concili. Non ha valore… e perché? C’è forse un passo, un capitolo, un versetto della Bibbia che dica di essere l’unica fonte della dottrina? Dimmi dove questo è scritto!…
       – …Non saprei… no non c’è.
 
      – Cara Martina, alla fine del vangelo di San Giovanni si afferma esplicitamente ed espressamente che tutti i libri del mondo non basterebbero a contenere l’immensità della Rivelazione divina, e che le poche cose scritte sono state scritte per la salvezza degli uomini, perché credendo abbiano la salvezza nel nome di Cristo! “Vi sono ancora molte altre cose compiute da Gesù, che, se fossero scritte una per una, penso che il mondo stesso non basterebbe a contenere i libri che si dovrebbero scrivere”. (Gv 21, 25)
      – Ma quella di Giovanni è una semplice figura retorica…
      – Beh, visto che tu capisci tutto e tratti il Vangelo come un qualunque testo letterario e non come parola di Dio…
      – No, no, aspetti… sì, è parola di Dio, ispirata, non dettata.
      – Cara Martina, Dio quindi ha parlato a patriarchi, profeti, apostoli, ma ti chiedo ancora: Gesù, ai suoi Apostoli in particolare, ha mai ordinato di scrivere?
       – Ma… non c’è la prova… –risponde lei imbarazzata–.
 
       – E allora come mai sono stati scritti? Una cosa ascoltata o vista da persone diverse, viene raccontata o descritta in modo diverso, anche perché fatto in tempi diversi… l’ispirazione quindi non preserva da imprecisioni o inesattezze umane. Ciascuno ha scritto quello che ricordava. Ad esempio in San Matteo i ladroni che insultavano Gesù erano due, ma in San Luca era uno solo, mentre l’altro Lo implorava di ricordarsi di lui… la parola di Dio si contraddice forse?
       – Ah no!… non è possibile!…
       – Ecco, vedi che discrepanze del genere provano che i due Autori attingono alla medesima tradizione, ricordata in modo diverso evidentemente… Questo dimostra quindi la priorità della Tradizione sulla Scrittura, che tu pensi di conoscere solo perché ogni tanto citi qualche versetto con il quale sei stata imbeccata… E ancora: perché S. Paolo scrive (in 2Ts 2,14) “Restate saldi... e conservate le tradizioni che vi sono state insegnate, sia a VIVA VOCE, sia per iscritto”? E poi, Martina, perché le Traduzioni della Bibbia in tutte le lingue volgari senza conservare gli originali autentici?
 

       Qui con aria seccata, un po’ saccente, esplode:
       – La Chiesa papista aveva vietato le traduzioni per mantenere il suo controllo autoritario… la gente spasimava per poter leggere la Bibbia, ma non poteva, perché solo pochi dotti conoscevano le lingue antiche…
       Qui si inserisce la Guendalina, mia nipote, un po’ a sorpresa:
       – E quali conseguenze ha avuto la diffusione della Bibbia tradotta in tutte le lingue?… finalmente a disposizione di tutti, grazie all’invenzione della stampa? La conseguenza più funesta è stata, ovvio, l’interpretazione a proprio piacimento, col risultato di una confusione babelica, quello cui aspiravano appunto i settari e che la Chiesa voleva evitare. La Chiesa diffondeva la Bibbia sia con la spiegazione corretta ed univoca dei Padri e dei dottori riconosciuti (di Occidente e d’Oriente) sia con la Storia Sacra divulgata con mezzi visivi (sculture e affreschi…) e sonori (canti, inni e mottetti sacri)! Dalla materna sollecitudine della Chiesa, la gente, anche se analfabeta, poteva imparare tutto quello che c’era da sapere per salvare l’anima.
 
       – E già –riprende col viso congesto Martina– solo quello che serviva al potere papista… La Bibbia doveva essere alla portata di tutti!…
       – Ma si doveva pure interpretare!
       – A questo ci hanno pensato Lutero ed i vari interpreti protestanti…
       – E tu, cara Martina, tu ritieni di saperla spiegare meglio dei vari Papi e dei dottori della Chiesa? Ma che modestia!… E chi ti dà l’autorità e la certezza che la tua interpretazione sia corretta? E poi vorrei farti un’altra domanda elementare (ma d’altra parte, io che sono oramai “al lumicino”, posso permettermi solo questo…). Scusami, Martina, ma… Cristo è un’unica Persona? E perché avrebbe dovuto fondare più chiese?
       – Sì, ma le ha fatte fondare dai suoi Apostoli.
       – E che cos’è la Chiesa?
       – La Chiesa è la comunità dei credenti –mi risponde prontamente–.
 
 
 
       – Ma credenti in cosa”? –ribatto io– Le varie confessioni divergono tra loro in fatto di dottrina, come possono costituire una comunità?… Ci sono quindi credenze correte ed altre non corrette… dunque sono portato a pensare che alcune confessioni sbagliano, visto che pare ce ne siano in giro circa sedicimila!… Lo scopo delle sedicimila sette è quindi solo negativo, cioè niente carità, niente verità, solo unione per distruggere la Chiesa unica e vera, quella Cattolica romana, in combutta con le conventicole esoteriche, gnostiche e mondialiste. E allora se nelle varie confessioni ci sono dottrine false, qual è la vera dottrina?
       – Ma è quella luterana epurata dagli errori papisti! –mi risponde piccata–.
 
      – Perdonami ancora, Martina, [ho come il sospetto che cominci ad infastidirsi…] ma se il Fondatore è unico, doveva lasciare la continuazione della sua opera ad un suo Vicario, e questi ad un altro dopo di lui e così via… e visto l’importanza dei Martiri era ovvio che il luogo che aveva visto il martirio del primo Vicario, dovesse essere il cuore della Chiesa”.
      – Ma questo non dimostra che il vicario debba essere necessariamente il Vescovo di Roma! –mi rintuzza altera–.
      – E chi dovrebbe essere secondo te? Tutti i successivi Vicari di Cristo: Lino, Cleto, Clemente, Sisto e… fino a S. Marcello I (mi rivolgo a Rocco che assiste un po’ “sulle spine” e via via sempre più paonazzo a questo dialogo) prima di Costantino il Grande, che ufficializzò poi il culto nell’Impero, sono morti martiri a Roma (l’unico a non essere ucciso, ma solo per caso, fu il diciassettesimo: Papa S. Callisto). È sempre a Roma il centro della Chiesa, designato da Cristo stesso, il Signore Gesù che, apparso a S. Pietro in fuga dalla furia neroniana, appena fuori Roma, alla domanda ”Quo vadis, Domine?” risponde: “A farmi crocifiggere di nuovo a Roma, al tuo posto”. Allora Pietro comprende il senso della missione affidatagli e ritorna a Roma per affrontare impavido il martirio sulla croce a testa ingiù.
      – Ma è solo una leggenda! –sbotta ancora Martina–.
 
       – Certo tutto il Cristianesimo è una leggenda, come vuole la “riforma” dalla quale nasce lo scetticismo, la secolarizzazione, il rifiuto del soprannaturale, il nulla, per finire nel pleroma o nell’ensof! Infatti le filosofie successive, provenienti dalle conventicole dei rosa-croce e dallo gnosticismo giudaico-massonico, dal naturalismo al nichilismo, attraverso i secoli sono state generate dal pensiero protestante, ferocemente anti-tomistico, così come lo sfruttamento dei popoli mascherato da lotta di classe e finanche il “modernismo” infiltratosi subdolamente nella chiesa di Cristo, Una, Santa, Cattolica, Apostolica, Romana… ma di questo parleremo in altra sede. E poi che cosa è una leggenda? È “ciò che si legge”, si legge ciò che è stato scritto per tramandarne la memoria, perché era un fatto buono, di amore, che non andava dimenticato… sono le radici della nostra cultura, del nostro essere, del nostro esistere. Leggende autentiche, di verità, di apparizioni, di miracoli. Ma credendo solo in una Bibbia manipolata a proprio uso e consumo, mutilata, interpretata da chiunque, anche senza essersi sottoposto alla prova del palloncino per verificare il tasso alcolemico… il ramo amputato dalla vite si secca e muore per essere gettato nel fuoco.
 
      E a proposito di alcool, stanco di blaterare, invito la bellicosa Martina a bere con me un “goccetto” di buon vinello nostrano, tanto per lubrificare le corde vocali, ma lei, non capisco perché, rifiuta! E poiché vedo che Rocco la porta via imbarazzato e celere, la invito a tornare per poterle chiedere delle altre stranezze da lei professate, che puzzano di eresia da un miglio di distanza.
      Direttore, prosit! Saluti e… sentirà… ne vedremo ancora di belle!
 
      Alla prossima!
                                                              Nonno Agostino
 

Sulle orme di Guareschi...

Lo strano caso di nonno Agostino
di Nonno Agostino

Puntata 14

      

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
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       Esimio direttore mi rivolgo ancora alla sua cortese attenzione alla ricerca di un aiuto che possa dirimere questioni e risolvere dubbi che mi assalgono soprattutto nelle discussioni con i miei peraltro carissimi nipoti.
 
       Ora poi ci si è messa pure Martina, l’ultima “fiamma” di Rocco, di fede non cattolica, come le accennavo nella mia ultima missiva; ma il mio sgomento non nasce dal fatto che questa ragazza sia protestante (ognuno è libero di esercitare il libero arbitrio!), ma da quello che Rocco asserisce quando mi racconta che oramai anche nel Cattolicesimo sono penetrati concetti luterani, decisamente apostatici, propinati da coloro che dovrebbero essere i custodi del “Depositum Fidei” della Santa Romana Chiesa. Tanto per farle capire meglio: Rocco, commentando l’incontro precedente con Martina, mi fa:
 
       – Ma nonno, anche molti preti cattolici sono oramai allineati su queste posizioni che tu ritieni aride e assurde, che offenderebbero la ragione umana e sarebbero quindi tralci secchi, auto-amputati dalla vite da cui viene la linfa vitale, pronti per il fuoco che brucia… non per quello che purifica l’oro. Oramai ad esempio si professa che “la comunità dei credenti rappresenta Dio in terra, cioè ogni credente che esercita il suo “libero esame” sulla  Bibbia, è illuminato dallo Spirito Santo”.
       Ma sentitelo!… Ecco, se questo è vero, caro direttore, vuol dire che lo Spirito Santo cambia sovente opinione, anche in modo clamorosamente contrastante e contraddittorio, forse per il tasso alcolemico!… per la verità questo “spirito” mi sa che non è il Santo, e se non è santo, è uno spirito ingannevole, fumoso, sulfureo (qui c’è puzza di “farfariello”, come la nonna Margherita definiva il “nemico” omicida e bugiardo!)… e il suo libero esame è la ricetta ideale per una grande Babele, esattamente come è avvenuto per l’arcipelago protestante (oramai una immensa micronesia… con tutto il rispetto per la Micronesia, o meglio una galassia di credenze e pseudofedi) che conta oltre 16.000 (sedicimila!, sì, ha letto bene) sette.
       Se questo era lo scopo, si è andati ben oltre le più rosee previsioni… e a proposito del Papato, ancora mi rivolgo a Rocco:
 
       – Il primato di Pietro tra gli apostoli, è stato ripetutamente sottolineato nei Vangeli che parlano di “Simone e i suoi compagni” nominando Pietro ben 195 volte, a differenza del benamato Giovanni che figura solo 29 volte, a sottolineare appunto che la barca di Pietro, cioè la Chiesa di Cristo, doveva essere guidata dall’abile pescatore “di uomini” dalla mente pratica e dalla volontà energica, anche se difetti umani ne aveva, indicando così che la sequela di Cristo non è preclusa a nessun uomo, anche se poco istruito o titubante”.
       Del resto, esimio direttore, tutti gli Apostoli erano gente semplice (ah … nel frattempo giunge Guendalina), e di eruditi e dotti ce n’erano anche allora, ma il Signore non li scelse, tranne uno, un giovane scaltro, poliglotta, abile nel fare conti e gestire finanze, che poteva diventare un ideale cortigiano, un politico, un burocrate inflessibile, un diplomatico, un cattedratico dal pensiero unico e politicamente corretto… o corrotto, al bisogno, certamente un chierico dal “credo” modernista. Questo giovane di belle speranze, figlio di Karioth, non fece una carriera altrettanto brillante con Gesù, perché era convinto fino al midollo che “il regno di Dio” fosse di questo mondo (come pensano per l’appunto anche i modernisti pseudo-cattolici e progressisti amanti del mondo ed aperti al mondo e quindi, affacciati sulla voragine infernale, alle influenze nefaste del “principe di questo mondo” altrimenti detto nelle conventicole “signore dell’universo”, il baphomet …) e  non aveva capito proprio nulla del messaggio di Gesù, anche dopo anni di permanenza con Lui (per la verità anche gli altri hanno faticato molto, realizzandolo solo dopo la Pentecoste)… solo i rozzi, modesti ed incolti pastori di Betlemme avevano capito tutto e subito.
 
       – Dai Vangeli è innegabile che Pietro avesse “il primato” –interviene decisamente Guendalina–, “su questa pietra…”
       Negli elenchi degli apostoli è costantemente nominato per primo… il primo, Simone, detto Pietro, uno dei tre prediletti che assistono alla Trasfigurazione sul Tabor e qui è l’unico che prende la parola… Gesù monta sulla barca e paga il tributo per sé e Pietro…(evitando l’evasione fiscale!), l’espressione “la barca di Pietro” è diventata simbolo della Chiesa… Numerosissimi sono gli episodi citati, ne ricordo ancora uno: “chiunque cadrà su questa Pietra sarà schiacciato e chiunque sul quale la Pietra cadrà sarà schiacciato”.
       La grande Pietra è la Chiesa, l’unica Chiesa, nella sua essenza più profonda, che non può essere toccata dalle mancanze, dai tradimenti di troppi suoi prelati, chierici e comuni fedeli, una cosa è la Chiesa, Corpo mistico di Cristo e sposa immacolata di Cristo, altro sono gli uomini di Chiesa, o come ricordava spesso lo zio Pierre, gli uomini “infiltrati” nella Chiesa per pascersi e tradire.
 
       Poco prima della Passione Gesù dice:
       – Simone, Simone, ecco satana ha cercato di vagliarvi come il grano. Ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno, e tu, ravveduto che sia, conferma i tuoi fratelli (Lc 22, 31-32).
       Dopo la Resurrezione sulle rive del lago dice:
       – Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?
       E Pietro:
       – Signore, tu lo sai che ti amo
       E il Signore:
       – Pasci i miei agnelli”(Gv 21;15-17).
       Una chiara investitura non a semplice capo degli apostoli, ma di tutta la Chiesa, perché il gregge è tutta la Chiesa… triplice investitura, che cancella la triplice negazione dettata dalla paura.
 
       – Ma Martina dice che questa è solo retorica –ribatte Rocco–.
       – Eh già sempre retorica, sempre retorica –sbotto io–, ma questo significa essere schiavi della parola, oltretutto tradotta in modo confacente all'idea di base o comunque finalizzata ad uso proprio, elemento tipico delle sette. Ma qui, caro Rocco, devi dirlo a Martina, non abbiamo a che fare con parole semplicemente umane, ma col Verbo Incarnato, con la Verità, che non è un’idea, un’affermazione astratta, ma una Persona. Questa Scrittura appena citata, testimonia l’elezione del primo Papa, mentre nelle sette si nega che questa elezione sia mai avvenuta…C’è una somiglianza tra questo e l’atteggiamento di scribi e farisei, “custodi di scritture che non intendono” e “ciechi che guidano altri ciechi”.
       – E come la mettiamo con i papi indegni e simoniaci e gli antipapi, caro nonno? –mi chiede Rocco, un tantino esaltato–.
       – Ti rispondo subito, caro mio, la verità viene infangata e perde potere di persuasione se annunciata da un indegno? Ti chiedo: il cielo è azzurro? E cessa di esserlo se ad affermarlo è un assassino, un ladro, un corrotto, un adultero? Conta la verità, e solo quella, anche se annunziata da un indegno. Se l’indegno annunzia una blasfemia, chiunque esso sia, va respinto senza riguardo alcuno… e questo anche se la blasfemia o l’eresia viene proclamata da una persona apparentemente degna!
 
       – Adesso, nonno, voglio chiederti:  ma che cos’è questa storia delle indulgenze, così importanti per la Chiesa Cattolica, e che per i protestanti, e purtroppo anche per molti cattolici attuali, non avrebbero alcuna validità?
       – Caro Rocco, cercherò di chiarirti almeno sommariamente quello che è il nodo della indulgenze, così che tu possa affrontare l’argomento con un minimo di cognizione di causa:
 

1) Le indulgenze rappresentano i mezzi che i viventi hanno per suffragare le anime dei morti in purificazione.

2) Per negare questa semplice verità di fede, e quindi anche il Purgatorio, millantando le Sacre scritture, devi sapere che il genio di Lutero ha dovuto alleggerire le Bibbia dando sforbiciate a destra e a manca, appunto per eliminare i testi che davano fastidio, tacciandoli di apocrifia…
 
       – Sembra infatti –dice Rocco, “ignorantello” imbeccato evidentemente con malizia– che… si tratti di testi tardi, non scritti in ebraico, che non si trovano nel testo masoretico… sono scritti in greco e quindi non sono attendibili…
       Caro direttore, a questo punto ho dovuto con sforzo titanico ricorrere alla mia malconcia memoria, che in questa occasione però si è comportata mirabilmente (boh… i misteri della mente umana!).
       – Caro Rocco, per tua conoscenza devi sapere che
 

la Bibbia greca, quella detta “dei settanta”… è una traduzione di comodo, eseguita prima del terzo secolo avanti Cristo, per facilitare la conoscenza della Scrittura, dato che il greco era la lingua più diffusa all’epoca, e molti ebrei erano ellenizzati e non più in grado di leggere l’ebraico… Non si tratta affatto di scritti apocrifi… In realtà la Bibbia greca è un ponte, un punto di passaggio obbligato dal Vecchio al Nuovo Testamento…
       I tagli effettuati servivano e servono a portare acqua al mulino degli apostati di ieri e di oggi, degli eretici e dei modernisti…; ad esempio l’eliminazione (tra gli altri) dei libri dei Maccabei… per negare l’utilità dei suffragi… fino all’esistenza stessa del Purgatorio.
       Infatti nel secondo libro si legge che Giuda Maccabeo ordinò che nel tempio di Gerusalemme si tenessero riti di suffragio per le anime dei caduti in battaglia contro i pagani ellenistici. “Riti di suffragio”, molto prima della nascita di Cristo, perché sotto le vesti dei guerrieri morti erano stati trovati degli amuleti: essi erano stati fedeli al punto di dare la vita per la fede in Israele, ma non del tutto, perché avevano superstiziosamente confidato nella protezione di oggetti inanimati anziché affidarsi al Signore. Quindi pur essendo salvi dal fuoco eterno, avevano una colpa da espiare.
       Come mai Giuda Maccabeo avrebbe ordinato un rito di suffragio, se inutile?
       Il Purgatorio era allora una realtà già nota, ed il suffragio per le anime dei defunti era considerato valido dagli Ebrei che attendevano il Redentore ormai imminente e che prefigurano quindi assai vicino la Chiesa.
       I santi Ebrei come Abramo, i Patriarchi, Mosè, Elia, fino a Giuda Maccabeo e fratelli sono Santi anche per le Chiesa di Cristo, ispirati da Dio. Giuda Maccabeo sapeva bene quel che faceva quando ordinò il suffragio dei caduti… e quindi, caro Rocco, come puoi pensare che tutto questo sia apocrifo e non conti?… ma vallo a raccontare agli asini come te, va’…!

       Come compito ti aggiungo di meditare bene, per usare l’espressione solita dei personaggi da te frequentati, “meditate!” (invece di pensare a salvarsi… meditano! ognuno a modo suo, ma mai secondo verità garantita!), di meditare bene il versetto “Io sono la vite, voi i tralci…” se non siete attaccati a me, cioè in unione spirituale con Me, Cristo Dio-uomo, seccate. E che cosa sono le migliaia di tralci rappresentati dalle chiese protestanti, se non tralci staccati dalla vite e quindi seccati o in via di disseccamento, pronti per il fuoco o già in esso?
 
       Rocco tenta ancora una sortita:
       – Ma la Chiesa papista non può dimostrare di essere il tronco, i protestanti affermano che la Chiesa papista è eretica!
 
       I Modernisti falsi-cattolici, contraddicendo tutto il Magistero di sempre, dicono oggi che “non c’è una sola Chiesa, ma una varietà di chiese adatte alle diverse circostanze e culture dei differenti popoli…”
       Per fortuna interviene Guendalina che chiude per adesso la questione:
       – E questo è il solito comodo ed accomodante relativismo, a braccetto con scismatici ed eretici di ogni risma, esploso dopo il conciliabolo “Tradimentino”, il CV2, di cui già S. Paolo scrive: “Mi è stato segnalato infatti a vostro riguardo… che vi sono discordie tra voi. Mi riferisco al fatto che ciascuno di voi dice: "Io sono di Paolo", "Io invece sono di Apollo", "E io di Cefa", "E io di Cristo!". Cristo è stato forse diviso? Forse Paolo è stato crocifisso per voi? o è nel nome di Paolo che siete stati battezzati?” (1Cor. 1,11-13).
 
       Direttore la saluto, la questione non è chiusa, io non ci capisco più nulla, mi aiuti lei se può…!
 
Nonno Agostino

 

 
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