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Come chiamare i suoceri?
SPICCIOLA RIVOLUZIONE ANTICRISTIANA
di S. P.

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono gen
eralmente della Redazione

       Non è facile scorgere come l'anticristiana rivoluzione illuminista sia penetrata e continui a penetrare nel vissuto comune, continuando la sua guerra contro il pensare cristiano.
       La chiave d'ingresso è "Oggi ormai si usa così...", come se tutto ciò che oggi è in uso sia lecito, giusto, doveroso... santo e irreversibile! come se tutte le usanze siano buone e, quindi, da seguire e perpetuare. Non sfiora neppure l'idea che ci possano essere delle usanze sbagliate, da non praticare e financo delle usanze false, inventate, presentate come se esistessero da chi sa quanto tempo...
       Una di queste usanze false riguarda il modo di chiamare i suoceri. Per giustificare l'uso errato, scorretto, contraddittorio e anticristiano di chiamare i suoceri per nome, si dice: "Da noi si usa così; si è sempre usato così, da sempre". Il che è un falso, come dimostrano anche i recenti film di Amedeo Nazzari, ambientati nel Nord Italia, nei quali la nuora chiama mamma la suocera, e siamo appena negli anni cinquanta.

       Il problema può sembrare da poco, tanto "Oggi ormai si usa così..." (ci risiamo!), ma, se si fanno le opportune e dovute riflessioni, si dovrà concludere che si tratta di un problema importante, perché riguarda la famiglia cristiana ovvero il Cristianesimo in famiglia.

       Non sarà sfuggito al nostro lettore che abbiamo iniziato questo articolo con le stesse identiche parole dell'altro intitolato "Signora o Signorina?": l'abbiamo fatto di proposito perché repetita iuvant e perché anche in questo caso la rivoluzione anticristiana (illuminista, liberale o comunista che dir si voglia) è penetrata e vive nel vissuto quotidiano inculcando un modo di pensare che è in guerra con quello cristiano. Si ricordi che il liberalismo è figlio dell'illuminismo e che il comunismo è figlio del liberalismo e che la rivoluzione nel suo procedere è paziente e metodica: prima pare che proceda precipitosamente, per scuotere le coscienze (così all'inizio parlò scandalosamente del "cittadino Cristo"), poi dà l'impressione di aver fatto marcia indietro (ottenendo che la reazione si calmi e cessi del tutto), poi fa un passo in avanti generalizzando il termine "Signore" (Signor Tizio, Signor Caio... Signore l'onesto, Signore l'assassino, Signora la buona madre di famiglia, Signora la prostituta... tutti Signori!) e questo termine finisce per essere accettato. Noi, per meglio evidenziare l'amara realtà, abbiamo volutamente ripetuto frasi e concetti, nella speranza di riuscire a far riflettere il lettore distratto, se non proprio superficiale.

       L'illuminismo, coi suoi derivati liberalismo e comunismo, ce l'ha a morte con Cristo e con il Cristianesimo e cerca di colpirli mortalmente, nei punti vitali. Così l'ha colpito
            - nell'Ordine sociale, distruggendo le Monarchie Cattoliche, alle quali ha contrapposto la Signora [questa volta sì vera prostituta!] Democrazia, "l'eletta del dragone";
            - nel lavoro, sfruttando e favorendo l'industrializzazione a danno del libero lavoro familiare [l'uccisione di milioni di contadini nell'Unione Sovietica ne è una riprova] e favorendo il liberalismo più sfrenato a danno del più debole regolarmente sopraffatto;
            - nella morale, corrompendo usi e costumi con ogni mezzo, droga, pornografia e sregolatezza, in tutti i campi;
            - nella famiglia, cercando di distruggerla in tutti i modi,
                   • abolendo l'ordine gerarchico cristiano che pone il marito a capo della famiglia, facendola diventare un mostro con due teste, due capi (marito e moglie), con figli sottratti all'autonoma educazione familiare, con asili-nido e asili prescolari obbligatori o quasi [con la sciocca motivazione della socializzazione, sì, perché prima, quando non c'erano gli asili-nido e gli asili prescolari, si era tutti degli asociali, chiusi e complessati...];
                   • intromettendosi continuamente con gli ormai famosi assistenti sociali che ti dicono quel che devi e non devi fare e pretendono d'insegnarti la morale e come essere padre e madre [loro che magari sono concubini o divorziati, amorali, libertini e forse anche drogati], con la scusa della tutela del minore...;
                   • sovvertendo i rapporti interni tra i componenti della famiglia pure nel linguaggio, e così, via l'antico "Voi", il servile "Signoria" e altre forme simili, e avantitutta con il "tu": il tu è democratico, mette tutti sullo stesso piano, uguaglia tutti, nonni, papà, mamma, zii, fratelli... tutti uguali. Dall'uguaglianza si passa alla confidenza alla pari e con un po' di buona volontà si sconfina nell'irriverenza o, peggio, nella maleducazione. In compenso si dice che ora non ci sono più distanze o barriere tra genitori e figli..., ma le famiglie vanno a rotoli. Un po' come succede a scuola, dove si è detto: "Via le cattedre..." Ma la scuola moderna non educa più.
Il guaio è che la modernità di dare del tu ai propri genitori e ai parenti maggiori, da noi è stata percepita e vissuta come un segno di progresso, di civiltà [???!!!], di miglior rapporto. Per il Sud è sembrata un'usanza superiore da seguire, non fosse altro perché così si usava al Nord, e altrettanto è stato per il Nord, perché così si usava in Francia, in Inghilterra, in America. Insomma l'arte delle scimmie è stata sempre in auge.

       Può sembrare insignificante, ma nel sovvertimento dei rapporti ha avuto un ruolo non secondario il trattare i suoceri come degli estranei..., ai quali ci si rivolge con uno sprezzante quanto gelido "Signore/Signora" o chiamandoli per nome (atteggiamento assurdo se si tratta di "estranei"). Così si verifica il paradosso secondo il quale il figlio non si permette di chiamare i propri genitori per nome (infatti li chiama "papà/mamma"), mentre un estraneo si arroga la confidenza di chiamarli per nome! Analogamente accade con gli zii, il nipote non si permette la confidenza di chiamarli per nome (li chiama infatti "zio/zia") mentre la moglie del nipote (che si reputa una perfetta estranea) si permette l'assurda confidenza di chiamarli per nome!

       Si dirà: "Poco male": Sì, se non fosse che così si contribuisce potentemente a distruggere la famiglia cristiana.

       Prima, quando i suoceri si chiamavano anche loro "papa/mamma", le famiglie apparivano (ed erano) monolitiche, più grandi, durature nel tempo, anche perchè era evidente che con il matrimonio si formava sì una nuova famiglia, ma questa appariva come l'unione di due precedenti famiglie, tale da fare apparire la nuova come una grande famiglia nella quale erano confluite le due d'origine con tutti i loro parenti che venivano considerati non estranei, ma veri parenti della nuova famiglia, e non soltanto per uno dei due sposi, ma ugualmente per tutti e due: era la cellula-famiglia derivata da altre due cellule-famiglia e queste a loro volta da altre, formando il bel tessuto sociale e cristiano.

       La rivoluzione liberalcomunista invece isola le famiglie... per distruggerle meglio e più facilmente. È storia che quando, prima, si colpiva il componente di una famiglia insorgessero tantissime persone appartenenti a tutto il parentato, oggi invece le famiglie sono sole, sole nei rapporti con gli altri e soli nel loro stesso interno, dove i singoli componenti vanno di frequente ognuno per la propria strada, incuranti l'uno dell'altro.

       La famiglia per il cristianesimo è una cellula importantissima, fondamentale, più forte e numerosa è la famiglia, più forte e numerosa è la cristianità: distrutta la famiglia, distrutta sarà la cristianità.

       Ma esiste una tradizione, un'usanza che fa chiamare i suoceri per nome o "Signore/Signora"?
- No! Infatti questa è una novità introdotta a piccoli passi dal liberalcomunismo e fattasi più pressante da pochi anni a questa parte, non dimentichiamo che la stessa rivoluzione illuminista, la famosa rivoluzione francese, ha appena 220 anni e che le sue novità sono molto recenti, e certo non può dirsi tradizione quella introdotta appena al tempo dei bisnonni, e comunque non sarebbe una buona usanza, perché va contro la famiglia e la rende debole e in ultima analisi va contro il cristianesimo. E non ci si venga a giustificare l'usanza errata e anticristiana inventando delle tradizioni inesistenti, e comunque non buone e da rifuggire.

       L'assurdo è che questa nuova usanza va financo contro lo stesso Codice Civile in vigore, che riconosce i suoceri (e gli zii) come affini, ma non estranei, tanto che una tale affinità può risultare ostativa nella composizione di commissioni d'esami o di concorsi e tanto che il Codice penale li riconosce "prossimi congiunti" (art. 307). Quindi per la legge sono affini, mentre per gl'irriflessivi novatori sarebbero dei perfetti estranei:
- "Padre di mio marito, non mio! Per me è un estraneo!.."

       Qualcuno arriva a sostenere addirittura che a chiamare papà il suocero si fa un'offesa al proprio genitore!... Una tale idea è semplicemente un assurdo insostenibile: se si crede nel cristianesimo e lo si vuole mettere in pratica, se si crede nella famiglia cristiana e nelle sue origini, non si può non avere rispetto per tali origini, e se come dice N.S. Gesù Cristo i due sposi formano un solo corpo (Mr 10, 7-9:   «Perciò l'uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà con sua moglie, e saranno due in una sola carne. Essi pertanto non son più due, ma una carne sola. L'uomo dunque non separi quel che Dio ha congiunto»), il padre dell'uno dovrà necessariamente essere considerato e trattato come tale anche dall'altro. Aggiungiamo che tale considerazione e trattamento includono il dovere dell'onore e dell'ubbidienza: onorare i suoceri come il proprio padre, ubbidire ai suoceri come al proprio padre... Ecco quanto sono importanti i suoceri e come è doveroso trattarli, rispettarli e onorarli (e chiamarli) come i propri genitori (papà/mamma).

       Le presunte tradizioni o usanze contrarie a questo assunto non sono sostenibili per un vero cristiano e nella lotta in difesa della famiglia cristiana anche questa "piccolezza" diventa importante e necessaria: nel trattare i suoceri da estranei non è difficile vedervi quasi una disubbidienza all'ordine divino di non separare ciò che Dio ha unito: quando la moglie si separa dal suocero (trattandolo da perfetto estraneo), è come se in un certo qual senso si separasse dal marito, dagli affetti del marito, e vivesse amori e affetti diversi da quelli del marito: viene meno quella perfetta unione cristiana che è fatta da affetti comuni a quelli del marito.

       Un'ultima riflessione a sostegno della nostra tesi: l'Apostolo, ripetendo quanto già detto nel Vangelo di Matteo e di Marco, dice: "Per questo abbandonerà l'uomo suo padre e sua madre e s'unirà strettamente con la moglie sua e saranno due in una carne sola. Grande è questo sacramento; –io dico a riguardo di Cristo e della Chiesa–", inteso come figura dei rapporti che passano tra Cristo e la sua Chiesa! (Ef 5, 31-32). L'unione degli sposi è così importante da essere paragonata e intesa come figura dei rapporti tra Cristo e la sua Chiesa.
       Tenuto presente questo, sarebbe bello e corretto da parte della Chiesa, sposa di Cristo, chiamare per nome il Padre di Gesù?
       Secondo gli sciocchi e irriflessivi amanti del nuovo, sì (sarebbe, secondo loro, un segno di civiltà); secondo noi, no! perché sarebbe un'offesa al Divino Sposo e un rifiuto dell'amore che lo Sposo nutre per l'amato Padre suo.
       Analogamente è da ritenersi per i nostri sposi: il parallelo non lo inventiamo noi, ma ce lo presenta l'Apostolo!

In conclusione mettiamo al bando certe usanze moderne, contrarie alla famiglia e al sentire cristiano e cominciamo a trattare i nostri suoceri con maggiore rispetto e affetto chiamandoli papà e mamma, per un cristianesimo vissuto e più presente, senza asurde vergogne o ingiustificabili complessi.

Ad majorem Dei gloriam,
S. P.

 

 

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