Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.

[Indice degli articoli]   [Home]


TRALCI STACCATI DALLA VITE
Valore della sofferenza
di Pia Mancini

Le fatiche, i sacrifici, le malattie, la povertà, il dolore, sono visti come affronto ingiusto alla nostra dignità di uomini. Il corpo esaltato, curato, coccolato, mostrato senza veli e senso del decoro, è divenuto il dio dei nostri giorni. Il progresso vuole eliminare la sofferenza ed esorcizzare la Croce.

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione

Certa stampa osa definire cattolici praticanti coloro che assistono alla S. Messa almeno una volta al mese.
      Ciò la dice lunga sul “sensum fidei” della nostra epoca che ha perso il ben dell’intelletto, mentre si dibatte nel buio del suo razionalismo apostata e fatiscente.
      Molti si sono allontanati da Cristo, la Cui Parola non convince e non soddisfa, essendo contraria alla felicità terrena dell’individuo.
     Quando tutto va bene, secondo i nostri programmi e aspettative, ci professiamo credenti e cattolici, ma, appena qualcosa sconvolge violentemente il nostro sudato equilibrio, ecco subentrare sfiducia, ribellione, rabbia e lotta contro il Creatore.
     Le fatiche, i sacrifici, le malattie, la povertà, il dolore, che l’uomo è obbligato ad affrontare per pagare i pochi spiccioli che il Redentore non ha “versato a saldo” dell’immenso debito contratto dall’umanità con i suoi peccati, non sono visti come atto d’infinita Misericordia dell’Altissimo Che ci permette, già in terra, la dovuta espiazione per la salvezza, bensì come affronto ingiusto alla nostra dignità di uomini.
     
Molti girano le spalle a Cristo, non riuscendo a staccarsi dai vili interessi terreni e continuando a vivere come se la morte non esistesse.
     Il corpo esaltato, curato, coccolato, mostrato senza veli e senso del decoro, è divenuto il dio dei nostri giorni e non se ne concepisce il disfacimento o il cattivo funzionamento.
     Ci si è dimenticati che l’anima ne è l’auriga e che, un giorno, essa lo trascinerà con sé nell’eterna destinazione.
     Il progresso vuole eliminare la sofferenza ed esorcizzare la Croce, teso, com’è, all’esaltazione delle tenebre.
     Il Redentore ha insegnato, invece, con Sacrificio Immenso, che solo il dolore e la sua offerta al Padre sono vie di salvezza: nessuno è mai giunto in Paradiso in carrozza.
     Il presente non riflette sulla vita ultraterrena, perché la vera fede è morta in troppe anime.
     Dopo il divorzio e l’aborto (1), è maturo il tempo per l’eutanasia, divenuta pressante ad opera di certi politici e medici che invitano oltretutto a riflettere attentamente sull’argomento e molti di loro non esitano a scagliarsi contro la Chiesa per acquietare la loro ipocrisia. Cosa c’è da riflettere, se Dio ha parlato?
     
Troppi buonisti che ignorano il vero significato della carità, tra questi anche qualche sacerdote, pongono l’accento sull’altruismo di chi stacca la spina o fa un’iniezione per regalare una morte liberatrice.
     
L’umana dignità non dipende dalla bellezza o dal vigore fisico, come si vuol far credere; consiste in ben altro, ma la società sembra averlo scordato, perché ha scordato il Calvario.
     Certi, che si erigono a guide, anche morali, dovrebbero limitarsi al loro mestiere di raccattapotere; immersi nei loro squallidi interessi, non dovrebbero entrare in argomenti non di pertinenza di chi rifiuta la Luce.
     L’etica e la religione sono, infatti, campiminati per loro, così privi di spiritualità e di amore a Cristo, come mostra il loro operato teso ad appagare solo un ego pieno di sé.
     Essi dovrebbero limitarsi al loro fango e smettere di stravolgere le coscienze inermi: Satana e il denaro sono i loro déi; forse, dovrebbero avere l’onestà e il coraggio di ammettere pubblicamente da che parte stanno, anche a costo di perdere l’elettorato cattolico.
     Chi è nel letto di dolore, chi soffre moralmente e fisicamente cerchi, nella fede,di percorrere la via tracciatagli da Cristo, senza chiedere interventi giuridici atti a legalizzare gli abomini contro Dio.
     
Tutto, purtroppo, è riconducibile alla mancanza di vera fede e di abbandono alla volontà di Dio Che per tutti ha un piano di salvezza, sia pure con modi e tempi diversi.
     La logica di Dio non è la nostra. Nessun uomo ha il diritto di ritenersi padrone della vita e della morte, tantomeno della qualità della propria esistenza.
     Condividere l’eutanasia significa rendersi responsabili della dannazione di colui al quale si ritiene di donare la liberazione dalle pene.
     
Dopo una vita di sofferenze, infatti, gli si regala un’eternità di sofferenza per la ribellione alla Divina Volontà.
     
Le Leggi divine sono scritte in ogni cuore: chi segue Cristo sa ben distinguere il Bene dal male; ma, in questi tempi di gran confusione, si sa ancora chi è il Cristo?

Pia Mancini
Boiano, 26 settembre 2006

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



(1) Non dimentichiamo anche la legalizzazione della donazione (vera rapina e predazione) degli organi

[Indice degli articoli]   [Home]