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«MAZZINI un terrorista»
Volantini provocatori

L’ARENA - 29 ottobre 2005 - p. 31

     A seguito della diffusione del volantino che presentiamo in altra pagina del sito, L'Arena, giornale di Verona, riporta quanto accaduto a seguito dell'agguerrita provocazione storica messa in atto dal coraggioso Comitato per la celebrazione delle Pasque veronesi, che non si è limitato al volantinaggio, ma ha controbattuto alle ormai solite acritiche quanto antistoriche tiratere dei celebratori del loro grande patriota Giuseppe Mazzini.
       All'articolo dell'Arena, premettiamo a mo' d'introduzione le precise osservazioni del Dott. Maurizio Ruggiero: le sue sono anche un tirar somma, impietoso per mazziniani e compagnia brutta, di speranza nella promessa restaurazione per i Cattolici Tradizionalisti: «Alla fine il Mio Cuore Immacolato trionferà»!

La Redazione

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature
e quanto scritto nello spazio giallo sono della Redazione

       Giovedì 27 ottobre 2005, presso il Museo del Risorgimento di Villafranca Veronese (VR) i tradizionalisti cattolici del Comitato per la celebrazione delle Pasque Veronesi hanno contestato un convegno, ad uso delle scolaresche, su Giuseppe Mazzini. Vedasi il volantino distribuito nell’occasione.

       Interessanti le pubbliche ammissioni di Silvio Pozzani, dell’Associazione Mazziniana Italiana, che si è sottoposto quello stesso giorno a una duplice conferenza encomiastica del Mazzini (una a Verona e l’altra a Villafranca, appunto). Egli ha riconosciuto infatti:

       - che il bicentenario mazziniano è passato praticamente inosservato, nonostante l’impegno del Presidente della Repubblica Ciampi;

       - che di Mazzini nessuno si ricorda più, tanto che l’ultimo monumento elevato in suo onore risale all’ormai lontano 1949 e ciò si deve all’impegno personale di quella “splendida” figura di liberale, che fu Alcide De Gasperi;

       - che la crisi dell’ederastico Partito Repubblicano Italiano, storico erede e continuatore del mazzinianesimo, è sotto gli occhi di tutti;

       - che la tensione morale del Mazzini avrebbe molto da insegnare alla classe politica italiana.

       Unica sua consolazione: la toponomastica, tuttora ridondante di vie, piazze e quant’altro intitolato al fondatore della Giovine Italia.

       Sic transit gloria mundi! Mazzini, degno figlio della Rivoluzione risorgimentale che volle colpire a morte la Chiesa e i legittimi Stati preunitari, che volle seminare là dove non c’è Cristo, anzi contro di Lui, oggi patisce il silenzio e l’oblìo, mentre ancora dominano e sono al potere i Ciampi e gli stanchi continuatori dell’ideologia risorgimentale, eredi a loro volta della nefasta Rivoluzione di Francia del 1789, la madre di tutti gli errori e di tutti i riprovati, vaticanosecondisti inclusi. “Qui non est mecum adversum me est et qui non colligit mecum dispergit (San Luca 11, 23).

       Tale è la sorte (meritata) dai nemici di Dio, della Chiesa e della verità. Non osiamo pensare a quale abisso di dimenticanza e di condanna andranno incontro coloro, quando l’empia Rivoluzione sarà crollata e sorgerà l’alba della Restaurazione cattolica e tradizionale promessa dalla Santa Vergine a Fatima.

       Per intanto legittimisti, cattolici tradizionalisti, avversari dell’iniqua rivoluzione risorgimentale hanno di che gioire: il precoce avvizzire dei falsi profeti della Rivoluzione italiana è già un presagio, infatti, della definitiva liquidazione di quest’ultima.
       Omnia possum in eo qui me
confortat (Phil. 4, 13). Nel frattempo cominciamo a cambiare la toponomastica!

Maurizio-G. Ruggiero

 

 

       Villafranca. «Giuseppe MAZZINI? Era un terrorista, feroce persecutore degli uomini di chiesa, papà delle brigate rosse che insanguinarono l’Italia un secolo dopo la sua scomparsa»: con questa agguerrita provocazione storica il Comitato per la celebrazione delle Pasque veronesi ha movimentato il convegno imperniato proprio sul fondatore della Giovine Italia, svoltosi all’auditorium comunale. Un appuntamento, quello dell’assessorato comunale alla cultura con il contributo del Comitato del museo del risorgimento, organizzato per celebrare il bicentenario della nascita dello statista.
       L’iniziativa, a quanto pare, è stata mal digerita dai paladini delle Pasque veronesi (moti anti-francesi del 1797) guidati da Nicola Cavedini il quale, con l’aiuto di un paio di collaboratori, ha distribuito agli studenti che si accingevano ad entrare all’auditorium un pepatissimo volantino. Sul quale, per l’appunto, veniva preso di mira MAZZINI e condannato il «nefando risorgimento» che, era scritto fra l’altro, «va inquadrato nella sua essenza di rivoluzione anticristiana, che seminò i bacilli letali dell’empia rivoluzione francese in Italia. I giovani devono sapere non la propaganda bugiarda ma chi furono i veri eroi di quel tempo: il Beato Pio IX, l’imperatore Francesco Giuseppe, i sovrani illegittimamente spodestati e l’infinito numero di persone comuni, di fedeli cattolici che sacrificarono la propria vita sui campi di battaglia o soffrirono la persecuzione quotidiana, pur di restare fedeli a Dio, ai legittimi governi e alla tradizione cristiana».
       Le «menzogne risorgimentali» e gli attacchi al «Robespierre italiano» sono quindi finiti al centro della disputa scatenatasi tra lo stesso Cavedini e Silvio Pozzani, presidente dell’Associazione MAZZINIana italiana di Verona. Pozzani aveva appena finito di relazionare sui meriti di MAZZINI ai ragazzi delle due classi quinte presenti (una dell’Anti e una del Bolisani) e a qualche altro villafranchese, 35 persone in totale.
       «Ma quale terrorista?», si è scandalizzato Pozzani. «MAZZINI, al di là dei suoi rapporti con la chiesa, rispettava tutte le fedi (1). In ogni caso fu il protagonista di un movimento, quello risorgimentale, che riallacciò l’Italia all’Europa (2). Quell’Europa da cui le vostre idee antiquate ci avrebbero inevitabilmente tenuti lontani». Bollando gli invadenti ospiti come fanatici (3), Pozzani ha insistito: «Voi fate un uso improprio e retrogrado della fede religiosa. Il risorgimento triste e nefando? Ma in quale periodo storico l’Italia fu uno splendore? Il rinascimento? Certo, ma ricordo a tutti che anche allora il paese fu attraversato da una significativa rivoluzione di fatti e pensieri».
Insomma, il dibattito si è acceso con insospettata vivacità, alimentando un recupero di furore politico che i triti battibecchi partitici dei giorni nostri tendono invece decisamente a sopire.
«Quella chiesa in nome della quale questi signori si sono presentati», ha poi aggiunto Pozzani, «è la stessa chiesa cattolica integralista che imperava prima del risorgimento, in tutto e per tutto analoga all’Islam odierno. Quella chiesa che, tra l’altro, ghettizzava gli ebrei»(4).
       «Chi fa del revisionismo storico per affermare tesi strumentali al proprio credo politico effettua operazioni scorrette dal punto di vista storico, politico e civile. Cosa vogliono questi? Tornare al potere temporale dei papi?»(5), si è chiesta l’assessore alla cultura Isabella Roveroni. «Va detto: la visione di questi anti-MAZZINIani è anacronistica e del tutto superata». (fr.ar.)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

(1) Da buon massone! Ma forse per il Pozzani essere massone è un titolo di merito: per noi Cattolici NO!

(2) Ma quando la si smetterà di attribuire meriti in nome dell'Europa. Di quale Europa si tratta? di quella dei banchieri? o di quella dei Turchi? o, più sinteticamente, di quella dei massoni?

(3) Molto comodo e troppo semplice! Basta dare del fanatico e del retrogrado e ci si evita di rispondere con argomenti storici...

(4) Quest'uscita di Pozzani è la dimostrazione, se ce n'era bisogno, che il Comitato aveva proprio ragione: a Pozzani la Chiesa di ieri non va bene e arriva addirittura a definirla analoga all'Islam. Come si vede, i mazzininiani non si smentiscono, continuano ad essere gli anticattolici di ieri. Non capiamo poi che c'entra la sfrecciata sugli ebrei: un luogo comune nella speranza di averne un utile...

(5) A noi non dispiacerebbe. Possiamo pensarla diversamente da certi mistificatori della storia? Perché la Roveroni si scalda e scandalizza tanto?

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