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UN PRETE
che NON DIFENDE LA CROCE

"Fai togliere quella maxicroce dalla facciata"

Un prete attacca il sovrintendente del Bellini

Ma l'amministratore del teatro va avanti:
"Andrebbe esposta in tanti altri spazi"

Segnalato da: Martha
Fonte: http://palermo.repubblica.it/dettaglio/Appello-di-un-prete:-Via-la-croce-dal-teatro/1770994?ref=rephp

       Sull'argomento abbiamo già pubblicato un altro articolo, "ENCOMIABILE E LODEVOLE REAZIONE", nel presente trattiamo invece della detestabile, riprovevole e scandalosa azione di un viceparroco, che con pretestuose e ipocrite argomentazioni si pone contro l'esposizione della Croce.
       Noi ammiriamo e ringraziamo il Sovrintendente Antonio Fiumefreddo per il bell'esempio che ci dà, sia con la sua manifestazione di Fede e sia con la sua capacità di non lasciarsi abbindolare dall'autorità di un prete, di un viceparroco che sproloquia e assicura che furbi "preti e Vescovi, sotto i baffi, si stanno facendo una bella risata". Bravi questi preti che deridono una giusta quanto doverosa reazione ad una sentenza che misconosce i diritti di Dio! Bravi questi preti che deridono un fedele che manifesta pubblicamente la sua Fede! Ma sono preti che noi rigettiamo, preti che per noi non sono più Padri, ma lupi!
       Noi non ci limiteremo a esporre il Crocefisso "sui muri", ma lo esporremmo ovunque, sulle macchine, sulle vetrate, sulle nostre porte... ci segneremo con un bel segno di Croce in ogni occasione (come lodevolmente ha fatto Sgarbi in televisione)... A tal fine stiamo stampando questo adesivo, che metteremo a disposizione di chiunque ce ne farà richiesta:


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La Redazione

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione

(05 novembre 2009)

       «Caro Antonio, ti prego, togli la croce dalla facciata del Teatro Bellini! Non so cosa ne pensino preti (1) e vescovi della tua iniziativa, come dell'altra di consacrare il teatro alla Madonna, ma conoscendo l'humour clericale, credo che, sotto i baffi, si stiano facendo una bella risata».

 

(1) Ma perché? lui non è un prete?! E se avanza simili dubbi vuol dire che conosce bene quelli della sua razza: non accettano la Croce e non accettano la Madonna! Che ridano pure... alla fine saranno loro a piangere... eternamente! e con stridor di denti!

       Il viceparroco della chiesa dei Santi Pietro e Paolo di Catania, padre (2) Salvatore Resca, boccia (3) così l'iniziativa del sovrintendente del teatro Bellini, Antonio Fiumefreddo, che ha fatto appendere una grande croce di legno sulla facciata del Teatro per protestare contro la decisione della Corte europea di Strasburgo che nei giorni scorsi ha bocciato l'esposizione dei crocifissi nelle scuole.
 

(2) Padre di chi o di cosa? I buoni cattolici rifiutano decisamente simili patrigni.
(3) Qui se c'è uno che deve essere bocciato è proprio lui, il sig. Resca, e lui soltanto, unitamente al suo amico giudice di Strasburgo.

       «Anche Cristo, dall'alto dei cieli, vedendosi appeso fra Violetta e Norma (4)  —dice il sacerdote in una lettera aperta a Fiumefreddo—  credo stia sussurrando: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno". La croce non si appende alle pareti (5); i cristiani sanno che si carica sulle proprie spalle per incamminarsi con essa dietro Gesù Cristo. Il Vangelo è una cosa seria (6). Un luogo come un teatro, a prescindere da ciò che accade all'interno delle sue mura, non è il più adatto per metterne in evidenza le esigenze (7)».

 

(4) Eh sì, il sig. Resca giudica peccaminoso appendere la Croce tra Violetta e Norma, ma si sa, i preti modernisti trattano la morale a proprio piacimento... Comunque, intanto la Croce è stata esposta non tra due attori (quindi il Resca non imbrogli e non faccia poesia a buon mercato), ma sulla facciata di un pubblico edificio a dimostrare una Fede certa, che un incaricato della cosa pubblica vuol dimostrare, professare e affermare, e questo di sicuro non è peccato, anzi è atto doveroso e meritorio! Di conseguenza il sig. Resca si esprime molto a sproposito, primo perché il Sovrintendente sa quel che fa [un atto di Fede], e lo fa bene, secondo perché la citazione è del tutto fuori luogo.
(5) Comodo! Questo è un intimismo di comodo: niente in pubblico, tutto in privato, tanto in privato chi ci controlla? Questi modernisti dimenticano volutamente che comunque la Fede va professata anche pubblicamente e che Dio (e la Sua Croce) va onorato, adorato e servito in privato e in pubblico. Come fa il Resca ad escludere che chi appende il Crocifisso al muro non se lo carica anche sulle proprie spalle dietro a Gesù?
(6) Lo crediamo bene! Peccato che certi preti leggano ed estrapolino soltanto quelle frasi che fanno loro comodo, presentandole in maniera distorta. Ad esempio il Resca dimentica che nel Vangelo è anche scritto: "Chi dunque mi avrà confessato davanti agli uomini, anch'io lo confesserò davanti al Padre mio, che è nei cieli;  ma chi m'avrà rinnegato davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio, che è nei cieli" (Mt 10, 32-33). Da questa citazione si evidenzia, tra l'altro, che bisogna confessare Cristo anche davanti agli uomini, anche pubblicamente!
(7) Ma di quali esigenze parla? Che vuole "impapocchiare"? Un prete invece dovrebbe essere contento di piazzare la Croce ovunque, per affermare un principio, per esprimere una Fede e... per convertire quanto si trova all'interno di un teatro. Esempio storico: Colombo, prima, appena sbarcato, piazzò la Croce e consacrò quella terra a Dio (chiamandola San Salvador), poi pensò a convertirne gli indigeni, con il risultato che oggi abbiamo un'America Latina Cristiana.

       Il sovrintendente Fiumefreddo rifiuta il consiglio e replica: «Caro Salvatore, mi spiace, non ci sto e non posso starci, da cristiano e cittadino (8). Oggi più che mai il Crocefisso, con tutto ciò che significa e rappresenta, ritengo invece vada appeso ovunque possa portarsi con Esso testimonianza di quei valori di Amore e Fratellanza che incarna. Coscienze assopite e timorose stanno lasciando spazio a dottrine violente e intolleranti. Mi spiace che persino dall'interno della Chiesa (9), si alza questa tua voce che pretenderebbe (10) di stabilire in che modo ed in quale circostanza vada manifestata la propria Fede».

 

(8) Che bella lezione di Fede e di Morale! Una volta erano i preti che dicevano "Non possumus, non volumus...", ora sono i sovrintendenti di un teatro...

(9) Ecco lo scandalo! "Guai all'uomo per causa del quale avviene lo scandalo!" (Mt 18, 7)

(10) Esatto! Dice benissimo: quella di Resca è solo una pretesa, assurda e inammissibile!
Resca, si vergogni!

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