Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.

L'articolo che segue è la dimostrazione che quando si sa usare la ragione e la riflessione, senza pregiudizi, la storia assume connotazioni più vere e lontane da luoghi comuni coniati con il proposito dichiarato di mentire vergognosamente. L'articolo è "una piccola ricerca sul Medioevo fatta a 16 anni".
Tuttavia non intendiamo dire che quanto detto dal nostro giovane amico sia solo e senz'altro verità: abbiamo le nostre riserve e le nostre obiezioni, che magari esporremo in seguito, in altra circostanza, ma quel che vogliamo rilevare è che se tanto profondo e arguto riesce ad essere un ragazzo di sedici anni, quanto più e meglio dovrebbero esserlo coloro che di anni ne hanno tanti e si vantano del pomposo titolo di "storici"?! La cosa più antipatica è: come mai tanti professori continuano ad insegnare certe fesserie, certe assurdità, credono cretini noi o sono stupidi loro?
Non è poi da trascurare l'umiltà con la quale il giovanissimo Daniele Fazio, consapevole dei propri limiti, presenta il proprio lavoro, quando asserice che esso "certamente ha bisogno di integrazioni e ampliamenti, ma credo che per chi vuole sapere qualcosa di essenziale su tale epoca possa andare bene..."
Infine è rilevante il fatto che un ragazzino di 16 anni abbia letto il Gaxotte e Régine Pernoud. Per tanta serietà, tanta riflessione e tanto impegno, lo additiamo ad esempio da seguire a vantaggio nostro, ad onore della verità e a maggior gloria di Dio.

La Redazione


Spunti di riflessione sulla Cristianità Medioevale

di Daniele Fazio

"Fu già un tempo che la filosofia del Vangelo governava gli Stati, quando la forza e la sovrana influenza dello spirito cristiano era entrata bene addentro nelle leggi, nelle istituzioni, nei costumi dei popoli, in tutti gli ordini e ragioni dello Stato; quando la Religione di Gesù Cristo, posta solidamente in quell'onorevole grado, che le conveniva, traeva su fiorente all'ombra del favore dei Principi e della dovuta protezione dei magistrati, quando procedevano concordi il sacerdozio e l'impero, stretti avventurosamente tra loro per amichevole reciprocanza di servigi. Ordinata in tal guisa la società, recò frutti che più preziosi non si potrebbe pensare, dei quali dura e durerà la memoria, affidata ad innumerevoli monumenti storici, che niuno artifizio di nemici potrà falsare ed oscurare". (Leone XIII, enciclica Immortale Dei)

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione


       Possiamo considerare il medioevo un secolare pregiudizio a cui è stata data un'interpretazione falsamente storica e soggettivistica. Tale epoca durò mille anni: dalla caduta dell'impero romano d'occidente alla scoperta dell'America (476 d.C.-1492). Lo studio storico riguardante tale periodo lungo i secoli è stato mistificato dalle più diverse dottrine ideologiche (illuminismo, liberalismo, marxismo).

Eliminare i pregiudizi:
       a) il nome: Medioevo letteralmente significa "età di mezzo". Con questo termine si è indotti normalmente a pensare a un periodo di 10-20-50-100 anni massimo, certamente non a un periodo di 1000 anni. Ma a cosa sta in mezzo? E' in mezzo a due paganesimi: Il primo è quello del precursore (età pagana), il secondo è quello dell'apostata (umanesimo e rinascimento). Pertanto è un'età caratterizzata dal cristianesimo. Definire "bui" quei secoli equivale a dire per la storiografia moderna che il cattolicesimo è contro l'uomo, è un'alienazione, è "oppio dei popoli". (K. Marx)

 

Qualche nostra breve annotazione

 

 

 

 

 

 

 

 

Ottima l'annotazione di apostasia riferita all'umanesimo e al rinascimento: oggi dovremo parlare di aperta ribellione e guerra dichiarata, in un'atmosfera appesantita dal tradimento di tanti capi cristiani.

b) Errori di metodo: La leggenda nera sul Medioevo raccontata nelle scuole nasce non solo da alcuni pregiudizi ideologici ma anche da alcuni "errori di metodo" dei più famosi, per la cultura dominante, storici. Afferma Regine Pernoud storica francese che ha passato la sua vita a studiare i documenti medievali negli archivi, che solo pochi tra i suoi illustri colleghi sono entrati in un archivio, altri invece credono, naturalmente per pregiudizio [...]. Altri considerano i testi conciliari [medievali] non attendibili o pongono l'accento esclusivamente sul fattore spirituale dell'epoca, così facendo però si rischia di non comprendere cosa spingesse l'uomo medievale a costruire le Cattedrali, quindi a lavorare nel concreto. La realtà è che l'uomo medievale aveva raggiunto quell'equilibrio ideale tra vita e fede incarnando questa nelle più diverse culture.
       c) pregiudizi ideologici: I maggiori sistemi ideologici che hanno influenzato l'uomo contemporaneo sono l'illuminismo, il liberalismo e il marxismo. Poche battute per presentarli:
L'illuminismo si proclamò "luce della storia" , tacciando di "oscurantismo" il medioevo che lo precedeva. E' inoltre conosciuta la sua avversione al cattolicesimo.
Il liberalismo per quanto riguarda la realtà italiana impose un tipo di studio manicheo: avverso alla Chiesa e ai cattolici reputati mali della storia.
Il marxismo è palesemente conosciuto come una dottrina atea e materialista. Il suo studio della storia è ispirato al materialismo dialettico che chiude, paludandosi di scientificità, la porta al soprannaturale.


Tenuti presenti i precedenti punti che ci liberano da eventuali "idola fori" passiamo ad esaminare ciò che fu il Medioevo.
       Nascita del Medioevo
       All'indomani della caduta dell'impero romano di occidente, l'Europa occidentale si trovò senza uno stato o una qualsiasi istituzione che la potesse proteggere dalle incursioni barbariche. Solo la Chiesa, tramite la conversione dei barbari, riuscì a salvare ciò che rimaneva della romanità e a integrare tali popolazioni con quelle già esistenti. Dalla fusione delle culture celtiche, franche, germaniche e latine nacquero i regni romano-barbarici.
       Il Sacro Romano Impero
       Quando Carlo Magno si fece incoronare dal papa Leone III, Imperatore del Sacro Romano Impero, l'Europa occidentale tornò ad avere quella sua centralità geopolitica che ebbe al tempo dell'impero pagano. Tuttavia l'opera di Carlo Magno è di fondamentale importanza non solo da questo punto di vista, ma soprattutto perché l'Europa attraverso l'accettazione del Vangelo si formò come continente che lungo i secoli diffuse quei valori positivi in quasi tutte le parti della terra per il bene dell'uomo. Parte così una straordinaria epoca, che nonostante i limiti umani e le manchevolezze presenti in ogni tempo, fu caratterizzata da un'imponente fioritura culturale economica e sociale (cfr. Giovanni Paolo II, lettera in occasione del 1200° dell'incoronazione di Carlo Magno).


Passiamo ora ad analizzare i vari aspetti della societas christiana medievale per poter comprendere concretamente ciò che ha significato per lo sviluppo totale dell'Europa tale periodo.

        Il concetto di autorità
       Premettiamo che tutte le istituzioni medievali ricalcavano la regola di San Benedetto che ha gettato la basi per un'Europa cristiana. Veniamo subito al dunque; nel medioevo autorità non significa potere o imposizione bensì servizio e dovere nei confronti dei sottoposti. Chi esercita l'autorità vede in questa pratica un mezzo per correggersi e migliorarsi. I due grandi punti di riferimento sono per tutta la società il Papa e l'Imperatore, i quali pur nei diversi ruoli, collaborano per facilitare all'uomo la salvezza eterna. Non esiste più il "paterfamilias" del diritto romano antico che ha il potere di vita e di morte sui figli, anzi nella paternità medievale è insito un elemento caratterizzante: la tenerezza. Un esempio che ci conferma questo modo di concepire l'autorità è la felice formula: "Servo dei servi di Dio", che inventata in periodo medievale accompagna il nome del pontefice che indirizza una qualsiasi lettera.

       La Famiglia
       Essa si basa sul concetto di autorità. È la cellula fondamentale dell' Impero medievale e come tale è più importane sia del singolo che dello Stato. Alla base della famiglia vi sono la figure del padre e della madre. Il "pater" non impone niente a nessuno e si respira un'aria di sicurezza, di coesione, di stabilità e unità. Le varie famiglie in seno alla società sono organizzate in associazione dette corporazioni che si tutelano e si aiutano scambievolmente

 

 

 

 

 

 

 

 

 






       La Donna
       Nel medioevo non c'è distinzione di sesso e di età: le cose le fa chi le sa fare. Nel caso particolare della donna essa è a tutti gli effetti, secondo la sua vocazione, inserita nella società. Ha accesso a qualsiasi facoltà di studio e può, senza avere un tutor (età pagana), svolgere tranquillamente operazioni di natura economica (possedere, vendere, comprare...). Il re inoltre, viene sempre incoronato assieme alla regina, quasi a sottolineare che entrambi hanno la stessa autorità. [...] Troviamo inoltre nella storia tanti esempi di donne inserite a pieno nella società: Eleonora di Aquitania, Giovanna d'Arco, Matilde di Canossa che tra l'altro fu arbrito della contesa tra Impero e Papato.

       La Schiavitù
       In un concetto sano di famiglia quale è quello medievale non c'è più posto per la schiavitù, almeno per quel tipo di schiavitù dell'età romana. Potremmo dire che a posto di essa subentra la servitù che però non ha affatto legami con la precedente. Essa nasce da problemi concreti quali le continue incursioni barbariche. Il servo era legato alla terra. Ciò significa che anche quando il padrone, per qualche vicenda particolare, era sostituito da un altro, il servo rimaneva sempre proprietario del terreno. Così non vi erano casi di disoccupazione poiché tutto era basato sulla "stabilità" del lavoro.

       Il Feudo
       La società medievale è feudale. Cosa significa? Procediamo con un esempio: io ho una casa che viene continuamente saccheggiata da teppisti, con le mie sole forze non la riesco a difendere e quindi chiedo aiuto a chi è più forte di me, che mi accoglie nel proprio castello offrendomi protezione in cambio di alcuni servizi. Tutto questo è regolato da una legge che fa leva sulla parola data, appunto sul foedus (patto) che ha valore giuridico, civile e religioso.
Il feudo organizzativamente funzionava così:
sul pezzo di terra che il vassallo riceve dal re lavorano diverse famiglie.
Il vassallo ha il dovere di proteggerle e se non lo fa viene esonerato dall'amministrazione del feudo da parte del re.
Le famiglie dànno al vassallo il necessario per vivere (cibo, legna, carne). Ogni singola famiglia infatti ha uno specifico compito: chi la semina, chi il pascolo, chi la raccolta della legna etc.
Questa organizzazione sociale ha caratterizzato, in modo del tutto inspiegabile per noi, le relazioni sociali di una intera civiltà.

 

 

Nel Medioevo trionfa il Cristianesimo, e il Cristianesimo è anzitutto ordine: in tutti i campi, nel privato e nel sociale. I ruoli venivano ben rispettati, sempre. Non c'era la confusione dei nostri giorni: la donna faceva la donna (non la schiava!), l'uomo faceva l'uomo (non il rude schiavista), tutti obbedienti al detto paolino: "Le donne siano soggette ai loro mariti come al Signore, perché il marito è capo della donna. [...] Voi, mariti, amate le vostre mogli. [...] Chi ama la propria moglie ama se stesso. [...] Voi, figli, obbedite ai vostri genitori. [...] E voi, padri, non esasperate i vostri figli, ma educateli nella disciplina." (Ef 5, 22-23, 25, 28; 6, 1, 4)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

       Il Santo, il Re, il Cavaliere
       Queste tre figure erano a fondamento della società medioevale. Chi è il Santo? Non è uno con particolari doti mistiche o ascetiche o chi vive sempre in orazione (monaci, claustrali...), ma tutti lo possono essere in diversi modi e secondo la propria chiamata. A tal proposito nel medioevo si focalizza di più l'attenzione sulle virtù attive dell'uomo. [...] Tutti tendevano verso l'alto, verso la santità, quindi anche chi è un significativo rappresentante politico o sociale di una civiltà, cioè il Re e il Cavaliere. Chi sono? Il primo amministra e svolge un compito spiccatamente politico (cfr. L'autorità, il feudo, la donna). Il secondo è colui che difende e protegge soprattutto il più debole. La sua dote essenziale è la generosità , il suo ideale il depassement, ovvero il giornaliero superamento di se stesso. La figura che più nella storia ha saputo sintetizzare in sé queste tre concezioni è sicuramente San Luigi IX re di Francia.

       L'economia
       "L'età medievale è l'unico esempio di civiltà sottosvi-luppata che si sia sviluppata da sola" (R. Cammilleri).

       Il lavoro
       I pagani odiavano il lavoro manuale e lo consideravano cosa da schiavi. I cristiani ribaltando subito questa tesi (si ricordi pertanto il motto benedettino: ora et labora) considerano il lavoro come un mezzo di santificazione e di ascesi. Viene visto come ricerca accurata di ciò che è stato creato da Dio per l'uomo. Ciò è stato come un trampolino di lancio per il miglioramento della condizione umana tramite la ricerca tecnica e scientifica.

       La tecnica
       Possiamo affermare che la prima rivoluzione industriale avvenne nel medioevo. Vi fu infatti un grande interesse per la tecnica finalizzato a ricavare il massimo dal lavoro svolto. Régine Pernoud dice a proposito: "l'attenzione verso la tecnica ha permesso uno slancio economico non indifferente che oggi s'impone come modello per le civiltà sottosviluppate del Terzo mondo". Risalgono a quel tempo infatti moltissime invenzioni : il verricello, la carrucola, la staffa, la ferratura dei cavalli, la volta a crociera, l'aratro meccanico, l'agiocatura a spalla, la vite elicoidale, il martinetto, lo specchio, il sapone, il bottone, la forchetta, gli occhiali.

       Proprietà privata ed economia di mercato
       La proprietà privata non è intesa né in modo assoluto né in modo collettivistico. E' una proprietà che si espande e si diffonde presso nuove persone, nuovi gruppi fino ad articolarsi nei diritti di usufrutto e nei principi di ereditarietà. Dice Pernoud: "Il contadino che gode di un diritto di uso perpetuo deve versare una parte di raccolto al proprietario della terra ma sa che raccoglierà ciò che ha seminato e che potrà lasciare la terra ai suoi figli". L'economia di mercato di cui oggi tanto sentiamo parlare era per certi versi in uso nel medioevo. La società infatti era molto attenta ad esempio a favorire l'acquirente che compra per il suo bisogno personale rispetto al rivenditore che compra per vendere. Così veniva agevolato il "piccolo" rispetto al "grande". Naturalmente ciò avveniva perché l'economia era legata alla morale e non sciolta come nel nostro mondo capitalistico.

       La scienza
       Si è già detto che la ricerca scientifica è stata un pilastro fondamentale della vita economica medievale. Per quanto riguarda la ricerca scientifica possiamo affermare che procede di pari passo a quella tecnica. Ricordiamo pertanto, Alberto Magno che getta le basi della mineralogia moderna o Manicourt che scrive un trattato sul magnetismo. Inoltre la cosiddetta rivoluzione scientifica che è legata ai nomi di Copernico, Galileo, Newton affonda le sue basi nel tardo trecento nelle teorie dei maestri parigini. In campo scientifico però molte cose devono ancora essere studiate per avere un quadro completo della scienza dell'epoca. Una cosa è certa però: viste le premesse, ulteriori scoperte confermeranno la tesi che il medioevo non è stato affatto un periodo oscurantista.

 

A guardare il calendario, sono tantissimi i Papi, i Re, le Regine, i Principi, i Vescovi, i Cavalieri santi vissuti nel Medioevo! Di conseguenza i sudditi non se la dovevano passare tanto male se erano governati da tanti Santi.

Nel Medioevo abbiamo governanti Santi, oggi li abbiamo ladri, dittatori, corrotti, corruttori, sodomiti, concubini, immorali... Ma consoliamoci: quelli del Medioevo sono secoli bui, mentre i nostri sono quelli della luce. Quando vediamo l'immorale premiato e onorato, consoliamoci con la luce; quando vediamo gli assassini liberi e pagati dallo Stato, mentre gli onesti non hanno lavoro e fanno la fame, consoliamoci con la luce; quando vediamo giudici calpestare la giustizia, consoliamoci con la luce.....

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

       La guerra
       La Chiesa riuscì ad "umanizzare la guerra"; sappiamo che viviamo in un mondo decaduto a causa del peccato originale e lacerato dal peccato attuale e perciò, in un certo senso anche la guerra è inevitabile. Tuttavia la Chiesa in epoca medievale riuscì a porre un freno e delle regole ad essa. La guerra si svolgeva intanto lontano dalle città e dai campi coltivati. Nessuno era obbligato a parteciparvi ed era un affare di pochi ovvero dei cavalieri che anche a questa erano deputati. La guerra non si risolveva mai in una strage di uomini. Ad esempio, come ricorda Machiavelli, nella battaglia di Anghiari vi fu un solo morto (caduto da cavallo). Si ricordi inoltre pure il fatto che solo in età medievale vi fu il periodo di pace più lungo che la storia ricordi (ottanta anni).

       Lo spirito di crociata
       Si accusa il medioevo di essere animato da uno spirito di crociata ovvero da una voglia di annientamento delle altre culture, quindi di non tolleranza. Bene! La parola crociata "cruzada" nasce in Spagna nel 500 a medioevo tramontato , inoltre nel linguaggio arabo viene ad entrare solo nel tardo XVII sec. Ciò che noi oggi erroneamente chiamiamo crociata e da considerarsi come un "pellegrinaggio armato" o una "partenza in armi".

       L'opera della Chiesa
       Trascrivo sull'argomento una pagina dello storico e accademico di Francia Pierre Gaxotte, che con molta precisione descrive cosa fu la Chiesa nel medioevo.
"Al tempo dei romani un'epoca rude e razionale, la Chiesa aveva recato la consolazione nella miseria, il coraggio di vivere, l'abnegazione, la carità, la pazienza, la speranza di una vita migliore, improntata a giustizia. Quando l'impero crollò sotto i colpi dei barbari essa rappresentò il rifugio delle leggi e delle lettere, delle arti e della politica. Nascose nei suoi monasteri tutto ciò che poteva essere salvato della cultura umana e della scienza. In piena anarchia, la Chiesa era riuscita in sostanza a costruire un a società viva e ordinata, la cui civiltà faceva ricordare e rimpiangere, i tempi tranquilli, ormai passati. Ma c'è di più essa va incontro agli invasori, se li fa amici, li rende tranquilli, ne opera la conversione, ne convoglia l'affluire, ne limita infine le devastazioni. Davanti al vescovo che rappresenta un aldilà misterioso, il germano viene assalito dal timore e retrocede. Egli risparmia le persone, le case, le terre. L'uomo di Dio diventa il capo della città , il difensore dei focolari, del lavoro, l'unico protettore degli umili su questa terra. Più tardi quando l'epoca degli incendi e dei saccheggi sarà passata, quando occorrerà ricostruire, amministrare, negoziare, le Assemblee, i Consigli accoglieranno a braccia aperte gli uomini di chiesa, gli unici capaci di redigere un trattato, portare un'ambasceria, eleggere un principe. Fra le continue disgrazie (...) mentre nuove invasioni ungheresi, saracene, normanne assillavano i paesi, mentre il popolo disperso si agita senza alcun indirizzo, la Chiesa ancora una volta tiene fermo. Essa fa sorgere le tradizioni interrotte, combatte i disordini feudali, regola i conflitti privati, impone tregue e opera accordi. I grandi monaci Oddone, Odilone, Bernardo innalzano al di sopra delle fortezze e delle città il potere morale della Chiesa, l'idea della chiesa universale, il sogno dell'unità cristiana. Predicatori , pacificatori, consiglieri di tutti, arbitri in ogni questione, essi intervengono in ogni caso e dappertutto, veri potentati internazionali, di fronte ai quali ogni altro potere terrestre non resiste che a malapena. Attorno ai grandi santuari e alle abbazie si intrecciano relazioni e viaggi. Lungo le grandi strade, dove camminano le lunghe processioni di pellegrini, nascono le canzoni epiche. Le foreste spariscono di fronte all'assalto dei monaci che dissodano la terra. All'ombra dei monasteri le campagne rifioriscono. Le vetrate delle chiese e le sculture delle cattedrali sono il libro pratico nel quale il popolo si istruisce (...). Appannaggi, ricchezze, onori, tutto si mette ai piedi degli uomini di Chiesa e l'imponenza di questa riconoscenza basta da sola a far valutare la grandezza dei benefici seminati da essi".


       Conclusione
       Dalla sintesi fatta possiamo certamente desumere che il medioevo è un epoca straordinaria ed esaltante, fiorente da tutti i punti di vista. A tal proposito forse, credo, sia più normale che questo periodo venga chiamato col termine : Cristianità anziché medioevo (termine dispregiativo) Sì proprio questa è un'epoca nella quale la persona, le società, le leggi, gli stati erano plasmati dal messaggio evangelico di Gesù Cristo. Tutto era ordinato secondo una scala di valori indicati e desunti dall'insegnamento della Chiesa. E se pensassimo solo che, nell'arco di mille anni vi sia stato solo un caso di suicidio allora dovremmo pensarci più di una volta prima di apostrofare il medioevo col nomignolo di "arretrato" o "oscurantista". Certamente il Paradiso è solo in cielo e ogni epoca quindi anche questa ha avuto i suoi limiti, le sue manchevolezze, i suoi errori. Ma possiamo benissimo affermare, come confermano moltissimi storici, che le luci prevalgono di gran lunga sulle ombre. In quel tempo l'uomo si è lasciato guidare verso Dio realizzandosi pienamente nella sua natura. Dall'Umanesimo in poi invece l'uomo si è gradualmente allontanato da Dio volendo "la natura senza la grazia; la ragione senza la fede; la libertà senza l'autorità; talvolta l'autorità senza la libertà..."(cfr. Pio XII discorso del 12-10-1952). Il mondo allora ha iniziato il suo lento e inesorabile processo di autodistruzione, dando vita all'orrore delle ideologie, alla controcultura della morte (aborti, eutanasia, droga), al pensiero selvaggio... Ora siamo arrivati al capolinea i prodotti dell'uomo che nega Dio e calpesta i suoi diritti sono stati "inferni sulla terra". A noi ora l'arduo ed entusiasmante compito di costruire una nuova civiltà cristiana prendendo come punto di riferimento la civiltà cristiana più lunga della storia che è appunto il Medioevo anzi la Cristianità.

Daniele Fazio

 
Si ridicolizza tanto sul Medioevo, ripetendo fino alla nausea che allora si faceva una guerra financo "per una secchia rapita", per un nonnulla, la qualcosa è semplicemente falsa ed esagerata. Nessuno però ci dice che allora la guerra veniva combattuta soltanto dai "soldati" (invero non molti e mai di leva obbligatoria) e tra "soldati"; nessuno ci dice che oggi invece si massacrano innocenti, bambini, donne, vecchi, tutti "non soldati": nel Medioevo non ci fu mai un'Hiroshima o una Nagasaki, non ci furono foibe...

Eppure certe facce di bronzo hanno la sfacciataggine di chiamare quei secoli "bui" e questi attuali "civili"!!!


Considerare le "Crociate" come voglia di annientamento delle altre culture e come espressione d'intolleranza, significa mentire spudoratemente o dimostrare grassa ignoranza storica! Altresì non è ulteriormente sopportabile la paura di parlare di guerra "santa", sol perché qualche saputello moderno ha sanzionato che tutte le guerre sono ingiuste, che non possono esserci guerre "sante", che è d'arretrati parlare di "guerra di religione". Sì perché oggi le uniche guerre possibili, lecite e doverose sono quelle di Bush o d'Israele, quelle marcate «antiterrorismo» o «esportazione della democrazia»...
Dissentiamo quindi dal nostro amico Fazio: le Crociate non furono "pellegrinaggi armati", ma guerre, guerre Sante, combattute con Fede, per liberare i luoghi santi dagli infedeli, i quali non solo li profanavano, ma addirittura ne assalivano i pellegrini, li ammazzavano, li riducevano in schiavitù, li seviziavano... Quelle guerre oggi disprezzate perché "di religione", erano invece, tra l'altro, guerre di autodifesa, di tutela... e difendere la vita è un diritto!


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