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APPELLO DEI TRADIZIONALISTI CATTOLICI
A PAPA BENEDETTO XVI:

SANTITÀ, LIBERALIZZI LA SANTA MESSA LATINA PRECONCILIARE!

del prof. Maurilio Cavedini

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature
e quanto scritto nello spazio giallo sono della Redazione

Roma-Verona, 23 ottobre 2005
Domenica ventitreesima dopo Pentecoste

       Santità,
       quest’oggi il Corriere della sera, con un articolo del vaticanista Luigi Accattoli, titola in prima pagina “Il Sinodo salva la liturgia del Concilio. Stop ai tradizionalisti” e, ancora, “Il Sinodo non cambia la messa «La riforma del Concilio è viva»”. Scopo dell’articolo è quello di seppellire le speranze di liberalizzazione della Santa Messa tridentina, accese in questi giorni e di cui si sono fatti portavoce numerosi organi di stampa e firme tra le più illustri del giornalismo e del mondo della cultura italiano e mondiale.
       Il sottoscrittio, Vice-Presidente nazionale di Una Voce Italia oltre che Presidente di Una Voce Verona rivolge un appello alla Santità di nostro Signore Gesù Cristo, Papa Benedetto XVI, anche a nome delle molte decine di migliaia di fedeli cattolici tradizionalisti che affollano le Sante Messe in lingua latina e in rito romano antico celebrate in tutto il mondo, affinché detta liberalizzazione, tanto auspicata dai fedeli, da molti sacerdoti e dal popolo cristiano, si realizzi al più presto e che non vadano frustrate le speranze accese in questi giorni e di cui si sono fatti portavoce numerosi organi di stampa e firme tra le più illustri del giornalismo e del mondo della cultura italiano e mondiale.
       
Com’è noto e come Vostra Santità sa bene, d’intesa con i vari Vescovi diocesani, Una Voce Italia cura infatti la celebrazione di Sante Messe in rito romano antico in decine di diocesi in tutta Italia; addirittura nel Nord-Est, da Mantova a Trieste, in quasi ogni città è officiata la Santa Messa tridentina. Nel mondo poi, la Foederatio Internationalis Una Voce, cura la celebrazione della Santa Messa detta di San Pio V, sempre d’intesa con gli Ordinari, in circa 30 Paesi di tutti e cinque i continenti.
       
Una liberalizzazione della Santa Messa latina antica costituirebbe un argine invalicabile contro ogni abuso eucaristico e favorirebbe un massiccio ritorno dei fedeli nelle nostre chiese spesso vuote, circostanze non considerate dal Sinodo dei Vescovi e dalle sue conclusioni, peraltro meramente consultive.

       Santità,
       la liberalizzazione della liturgia tridentina, chiesta da fedeli di tutto il mondo, dipende soltanto da un atto sovrano della Santità Vostra,
il quale più volte, da cardinale, aveva deplorato gli abusi ingeneratisi nella nuova messa ed elogiato il Messale tridentino, criticando quei Vescovi che, in nome del politicamente corretto, avversavano e avversano la Santa Messa di sempre, una rumorosa minoranza, sedicente progressista, che anche in questo Sinodo ha fatto sentire la sua voce.
       Proceda dunque, senza lasciarsi intimidire da alcuno, nella piena e totale liberalizzazione della liturgia tradizionale, così che a ogni sacerdote e a tutti i fedeli desiderosi di accostarsi ai Santi Sacramenti secondo le nobili formule antecedenti il Concilio Vaticano II, ciò sia permesso senza restrizioni di sorta.

       Con sentimenti di filiale confidenza in Domino Jesu Cristo,

Il Vice-Presidente Nazionale di Una Voce Italia
e Presidente di Una Voce Verona

prof. Maurilio Cavedini

 

 

 

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