|        L'immagine 
          del Calvario è il libro più grande, più completo 
          e più istruttivo scritto da mano divina: una croce alta, robusta, 
          pesante, affiancata da due altre più piccole, più basse, 
          quasi improvvisate; sulla croce più alta un cartello, "Questi 
          è Gesù nazareno, il Re dei Giudei", ai suoi piedi 
          una donna, immobile, impietrita dal dolore, in silenzio, accanto a lei 
          un giovinetto.        Nel 
          momento culminante del dolore, nel momento supremo del sacrificio, Gesù, 
          l'Agnello immacolato che tutto aveva sopportato in silenzio, sembra 
          che ora diventi quasi loquace:"Padre, perdona loro, 
          perché non sanno quello che fanno",
 "In verità ti 
          dico: oggi sarai con me in Paradiso",
 "Dio mio, Dio mio, perché 
          mi hai abbandonato?",
 "Ho sete!",
 "Donna, ecco tuo figlio. 
          Ecco tua madre",
 "Tutto è compiuto",
 "Padre, nelle tue mani 
          raccomando lo spirito mio!"
        Sono 
          parole di perdono, di fede, di speranza e di amore.-Per i crocifissori invoca 
          il perdono.
 -Al peccatore pentito promette 
          il Paradiso.
 -Ai sacerdoti, che lo insultano 
          e negano la sua divinità, ricorda il salmo 21 di Davide, quello 
          appunto che inizia con le parole "Dio mio, Dio mio, perché 
          mi hai abbandonato?", parole che riassumono il salmo per intero, 
          salmo profetico e messianico che dimostra che Gesù è il 
          Cristo, il Messia, il figlio di Dio e Dio egli stesso.
 -A tutti grida che ha sete, 
          dimostrando quanto egli soffra veramente, realmente, come uomo. Come 
          Dio, la sua è sete di anime, è sete di amore.
 -A Maria, sua madre, lascia 
          in testamento un nuovo figlio; a lei, novella Eva, affida noi, suoi 
          novelli figli. A Giovanni, il discepolo che egli amava, figura di noi 
          tutti, suoi seguaci, assicura una madre, mantenendo anche in questo 
          la promessa che non ci avrebbe lasciato orfani.
 -Al mondo grida che tutto 
          è compiuto: la volontà del Padre è stata fatta 
          interamente, il calice è stato bevuto fino all'ultima goccia, 
          perché sia santificato il Suo nome e venga il Suo regno.
 -Al Padre, umilmente raccomanda 
          l'anima.
        Gesù, 
          sulla croce e dalla croce, ha voluto insegnarci ancora una volta come 
          si muore, ma soprattutto come si vive:amando i nostri nemici,
 perdonando chi ci offende,
 facendo la volontà 
          di Dio e accettando la Sua parola, come ci esorta con la citazione del 
          salmo 21,
 vivendo per Gesù, saziando 
          la sua sete,
 riconoscendo Maria nostra 
          madre e mostrandoci noi suoi devoti figlioli,
 raccomandando sempre la nostra 
          anima al Padre.
        Dall'alto 
          della croce Gesù non si contenta di perdonarci, di assicurarci 
          il Paradiso, di dirci che ha sete di noi, ma come segno tangibile del 
          suo divino amore ci dà una mamma, e che mamma! la sua 
          mamma! "Non vi lascerò orfani".Gesù avrebbe potuto 
          incarnarsi, avrebbe potuto assumere forma umana senza ricorrere ad una 
          donna, invece volle oltre al Padre una madre, volle una famiglia! E 
          a noi, oltre al perdono, oltre al Paradiso, diede un padre, il suo 
          Padre! e ci insegnò a chiamarlo "Padre nostro"; ora, 
          sulla croce, ci dà anche una madre, la sua! "Ecco tua madre". 
          "Non vi lascerò orfani".
 Che famiglia sarebbe stata 
          la nostra senza un padre o senza una madre?
        Dall'alto 
          della croce Gesù ci fa la sua ultima predica: quella sulla famiglia. 
          La famiglia come Dio l'ha costituita, una e indivisibile, con un padre, 
          una madre, dei figli.Prima aveva detto: "Non 
          separi l'uomo ciò che Dio ha unito", ora raccomanda i figli 
          al padre perché, come il Padre Eterno, li ami, li perdoni e li 
          custodisca, alla madre perché, come Maria, li accolga e li curi; 
          ai figli ora raccomanda di essere tali, devoti, ubbidienti e fiduciosi.
 La famiglia è un dono 
          di Dio! Il padre, la madre, i figli sono doni di Dio! Guai a rifiutare 
          e a disprezzare il padre o la madre, il marito o la moglie! Guai a rifiutare 
          e a disprezzare i figli! Si rifiuterebbe e si disprezzerebbe il dono 
          di Dio!
 Il divorzio e l'aborto, che 
          certa società delirante e forsennata chiama oggi segni di civiltà, 
          sono gravissime offese a Dio, sono gravissimi peccati, sono segni di 
          quella barbarie moderna che vuole l'uomo con le sue passioni al posto 
          di Dio, sono grave ripetizione dell'atto di superbia originale con la 
          quale l'uomo rifiuta Dio e la sua legge, ritenendosi dio e legislatore 
          egli stesso.
 Col divorzio l'uomo divide 
          ciò che Dio ha unito. Con l'aborto uccide una creatura di Dio, 
          e il suo è il più barbaro degli omicidi : la madre assassina 
          e massacra suo figlio! Civiltà? -Il giudizio del mondo non è 
          quello di Dio.
 I potenti di questo mondo 
          possono fare tutte le leggi che vogliono, ma le loro leggi inique e 
          peccaminose non valgono, non hanno valore, noi, seguaci di Cristo, noi 
          Cristiani le rifiutiamo, perché sappiamo bene che prima bisogna 
          ubbidire a Dio e poi agli uomini.
        Regnavit 
          a ligno Deus! Gesù regna dalla croce e con la croce. Gesù, 
          in ginocchio, innanzi alla tua croce, ti riconosciamo nostro Re e nostro 
          unico legislatore: accettiamo solo la tua legge e rifiutiamo quella 
          dello Stato che osa porsi contro di te. Venga il tuo regno !        Grazie, 
          Gesù, di averci dato per mamma la tua Mamma e per padre il tuo 
          Padre: ci hai strappato al mondo di Satana, al mondo delle cose, a questo 
          mondo, e ci hai fatto tuoi fratelli, figli di Dio, figli di Maria.        Grazie, 
          Gesù, di averci dato la famiglia: ti promettiamo di amarla e 
          di difenderla: combatteremo per essa, contro le nostre passioni e contro 
          i deliramenti di uno Stato superbo e presuntuoso che con le sue assurde 
          e pazzesche leggi vuole distruggerla.        Ora 
          noi non vogliamo, no, rinnovarti i dolori della passione, rinnovarti 
          il dolore della croce con i nostri peccati. Te lo promettiamo, con l'aiuto 
          di Maria, nostra mamma del cielo: Peccati non più: fan 
          patire Gesù!
 Divorzio non più: crocifigge 
          Gesù!
 Aborto non più: uccide 
          Gesù!
        Gesù, 
          perdona a noi, come hai perdonato al buon ladrone; perdona al nostro 
          Stato, alla nostra Italia, come hai perdonato ai tuoi nemici. Il tuo 
          sacrosanto sangue sia per tutti pioggia di mite lavacro!"E 
          tu, Madre, che immota vedesti
 un tal Figlio morir sulla croce,
 per noi prega: [...] Egli prescrisse
 che sia legge il tuo pregar."
 S.P. |