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RICEVIAMO, 07-08-2005
da Cesare Fontana

 

   Spett. redazione,

   ringrazio vivamente per l’opuscolo donatomi “la scomparsa della Chiesa Cattolica”, ma devo esprimervi alcune perplessità in merito.

   Ad onor del vero, appena ho letto la pubblicità sul vostro sito sono rimasto a dir poco scioccato dal titolo e ho subito pensato: Se la Chiesa Cattolica è scomparsa, Nostro Signore ha mentito nel prometterci che “le porte dell’Inferno non prevarranno” (Mt 16:18), ma dato che ciò è impossibile perché “il cielo e la terra passeranno ma le mie parole non passeranno” (Mt 24:35 – Mc 13:31 – Lc 21:33) ho pensato che il titolo è un pò azzardato.

 

       Caro Cesare,
       non a tutti quelli che ce lo chiedono diamo l'opuscolo in questione, ma trattandosi di te, nostra stimata vecchia conoscenza, non abbiamo avuto esitazione alcuna.
       Ci meraviglia però la tua e-mail, e fino al punto che pensiamo che la tua sia una sorta di provocazione per costringerci a dire quello che è più prudente tacere. D'altra parte, nonostante le tue scuse finali, ti rivolgi alle persone sbagliate: noi non siamo quegli "Autori vari", di conseguenza ci metti in una difficoltà almeno soggettiva, perché le nostre risposte potrebbero non coincidere al 100% con quelle che darebbero gli "Autori vari", ma siccome da un punto di vista obiettivo, cioè dell'oggetto delle domande in sé, non abbiamo alcuna difficoltà a dire la nostra, prendi questa risposta coi limiti del caso.
       Cercheremo di essere molto sintetici.
       Riguardo alla prima domanda, crediamo che ti sia sfuggito un particolare importantissimo: il titolo, così come è formulato non esprime un'asserzione, non dice che "La chiesa Cattolica è scomparsa", ma esplicita semplicemente un tema, l'argomento sul quale si va a discuterere, l'oggetto che i nemici della Chiesa vorrebbero che si realizzasse; il tema, l'argomento, l'oggetto è "La scomparsa della Chiesa Cattolica".
       Quindi nessun dubbio che portae inferi non praevalebunt, nella certezza che il cielo e la terra passeranno, ma le parole di Gesù non passeranno.

   Ho cominciato a leggere l’opuscolo e nel capitolo II su Giovanni XXIII ho letto: “Non si capisce il motivo per cui (...) abbia scelto come nome proprio quello che aveva assunto Baldassarre Cossa (...), che non fu riconosciuto come Papa legittimo (...) sembra come se avesse voluto riferirsi a quel Giovanni XXIII che, il 1° novembre 1414, indisse un Concilio ecumenico” (pag. 9).

 

       La tua citazione non tiene conto di quanto scrive il citato Domenico Gasparri e comunque devi convenire che le domande che si pongono gli "Autori vari" sono legittime e doverose, se non si vuole peccare di superficialità. Non è cosa di tutti i giorni dover rilevare tante coincidenze, e allora perché non porsi le domande?

   Qui si denota subito il parallelismo con il Concilio Vaticano II indetto da Giovanni XXIII nel 1962 e lascia intendere che se il primo è stato un antipapa, il secondo si comporta “tale e quale”. Ma la questione rimane sempre la stessa perchè se Giovanni XXIII è stato Papa di Santa Romana Chiesa, ha esercitato l’infallibilità in questioni di morale e di fede, quindi anche durante il Vaticano II, invece se non è stato Papa, il suo operato è nullo.

 

       Come vedi, tu stesso non puoi non notare un certo parallellismo, peccato però che vuoi andare oltre e tirare conseguenze... sedevacantiste. Forse lo fai per costringerci a trattare del sedevacantismo..., ma non è questa la sede. Pur tuttavia ti assicuriamo che secondo noi Giovanni XXIII non fu antipapa "tale e quale" Baldassarre Cossa, ma un Papa vero, che commise tanti errori (indizione del Concilio compresa), che operò in modo non consono alla sua missione... La questione dell'infalibilità qui non c'entra affatto e bisognerebbe smetterla di estendere l'infallibilità ad ogni atto del Papa: l'infallibilità pontificia è stata ben definita e delimitata dal Concilio Vaticano I, si rileggano quegli atti. Chiamare il Papa "Sua Santità" non significa che ogni azione del Papa sia sempre e sicuramente santa, non significa che il Papa, ogni Papa, è sempre e sicuramente Santo (la storia e le canonizzazzioni dimostrano il contrario). Se non tutti i Papi sono santi, qualcosa deve pur significare.

   Nella pag. successiva leggo: “Sta di fatto che il nome Giovanni, appellativo del Precursore simbolo della Luce, è caro alla Massoneria”, invece a me, come a tanti buoni cristiani, ricorda San Giovanni Battista (che ha battezzato Cristo con acqua nel Giordano) o San Giovanni Evangelista, e quindi questa considerazione mi sembra un po’ affrettata (se non proprio fuori luogo).

 

       Cesare, tu sai meglio di noi che l'osservazione è sbagliata, ma fingendo che tu non lo sappia ti rispondiamo ugualmente.
       È più che notorio che i massoni usano terminologie e nomi cristiani piegandoli al senso e al fine che loro intendono, hanno financo un Credo, un Pater e un'Ave. Ma nessuno sarà tanto sciocco da crederli pii e devoti. Altro che Credo, Pater e Ave! Quei componimenti esprimono tutt'altro che i nostri atti di pietà! Loro non si fanno scrupolo di usare termini cristiani a fini diabolici e anticristiani: chi glielo può impedire? chi mai glielo ha impedito? Credi tu che loro non li usino per rispetto ai sentimenti religiosi tuoi o di altri milioni di persone?! Quindi non è né affrettato né fuori luogo avanzare le ipotesi che gli "Autori vari" avanzano. Come piccola dimostrazione ti citiamo quanto scrive il Farina alla pag. 94 della sua opera "Il libro dei Rituali del Rito Scozzese Antico e Accettato" (Roma, Piccinelli, 1946): "Il neofita (in qualunque loggia sia ricevuto Apprendista) è nominato membro attivo della rispettabile Loggia di S. Giovanni".

   Altra cosa che mi ha colpito è quando l’autore parla di “una ben precisa politica che ha portato alla creazione di una nuova chiesa, chiamata volutamente CONCILIARE e, dunque non più Cattolica.” (pag. 18)

 

       Questo purtroppo è un fatto. Chi potrebbe negarlo?
       Il Concilio (e tutti i termini da esso derivati) è per i modernisti quel che è il Talmud per gli ebrei: la Chiesa e tutta la sua Tradizione, per loro, non hanno più alcun valore, quel che conta è il Concilio (ovviamente Vaticano II, il Concilio per antonomasia), e tutto viene sacrificato e adattato al Concilio, anche i dogmi. Un solo esempio: il dogma dice: nulla salus extra Ecclesiam. I conciliari non potendo annullare le parole del dogma (altrimenti la loro anti-tradizione sarebbe troppo manifesta e innegabile), hanno modificato il significato della parola Chiesa: la Chiesa, secondo loro, non sarebbe più solo e soltanto la Cattolica Apostolica Romana, ma comprenderebbe tutte le chiese possibili e immaginabili, protestanti, anglicane, ortodosse..., tra le quali anche la cattolica.
       Ora dicci, caro Cesare, la loro è la Chiesa Cattolica o la Conciliare?

   Quindi, mi domando: Che fine ha fatto la Chiesa Cattolica ed il suo dolce Cristo in terra?

 

       Tu che risponderesti? Noi pensiamo che la Chiesa Cattolica continua a vivere e sopravvivere nell'animo di tanti buoni fedeli e di quei pochi preti e pochissimi prelati: è come il fuoco che cova sotto la cenere, oggi si vede solo cenere e fumo... di satana, i nemici credono di aver vinto, credono che la Chiesa sia scomparsa, ma da un momento all'altro, quando Dio vorrà, avranno l'amara sorpresa di riveder risorgere la Chiesa, l'unica e vera Chiesa di Cristo, più forte di prima.
       — E il dolce Cristo in terra?
       — Speriamo che smetta subito i panni del lupo e rimetta quelli del buon pastore, per salvare le anime, non più per sbranarle!

   Leggo ancora: “A noi fedeli laici, sta di porre in evidenza lo stato attuale delle cose e FILTRARE i documenti prodotti dal 1958 ad oggi” (pag. 19). Mi chiedo: da quando la Chiesa lascia libertà ai fedeli di filtrare i documenti? Questo modo di trattare i documenti pontifici non ricorda il libero arbitrio di luterana memoria?

 

       Anche qui, Cesare, fai una gravissima confusione: Lutero non filtrava Roma, Lutero la combatteva, l'osteggiava, la negava! I nostri "Autori vari", invece, presuppongono Roma, credono in Roma, amano Roma, ma non vogliono e non possono recitare la parte di stupidi bacchettoni, non vogliono e non possono portare la loro intelligenza all'ammasso: l'accettazione e l'ubbidienza non intelligenti non hanno alcun valore, anzi sono deleterie. Il loro filtrare parte dalla convinzione che prima bisogna ubbidire a Dio e poi agli uomini (At 5, 29). Il loro filtrare è la resistenza di Paolo a Pietro, di Atanasio a Liberio... È la resistenza vissuta come dovere grave.
       Questi concetti d'altronde sono chiaramente espressi nel periodo che precede la tua citazione: «A noi, fedeli laici, però, mentre corre l'obbligo di pregare sempre per il successore di Pietro, perché il Signore "non tradat eum in animam inimicorum eius", non è consentito accettare passivamente quanto emerge dai documenti conciliari e papali, sottovalutandone la portata, là dove contrastano visibilmente l'insegnamento tradizionale della Chiesa, Una, Santa, Cattolica, Apostolica e Romana, durante i venti secoli della sua esistenza».

   Purtroppo, dato che l’opuscolo non riporta i nomi degli autori, questa lettera la invio alla vostra redazione con la speranza di una risposta alle mie perplessità.

Distinti saluti

Cesare Fontana

 

       In conclusione riteniamo che le tue perplessità non hanno ragione d'esistere, ma ti ringraziamo di averle manifestate, se non altro per fugarle in coloro che le hanno veramente.
Continuiamo quindi la nostra umile ma decisa battaglia, sicuri della vittoria e certi dell'aiuto della nostra buona Mamma del Cielo, "terribil / come oste schierata in campo", e dell'invincibile nostro protettore San Giuseppe.

Cordialmente, in Gesù, Maria e Giuseppe,
la Redazione

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