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RICEVIAMO, 11-10-2007 e 21-03-2008
dal Sig. Mebur

 

      Io non sono un esperto e neanche un teologo ma leggendo il vostro sito la prima domanda, fra le tante, che mi è venuta in mente è la seguente:

 

      Egr. Sig. Mebur,
vediamo che anche l'ultimo suo articolo sul "fratello" Giuda è dello stesso tono della sua precedente lettera dell'11-10-07 (riproposta il 25-10-07). Mi vedo costretto quindi a rispondere a quella sua lettera.

      Partendo dalla frase: nulla salus extra Ecclesiam mi sono chiesto ( perchè devo adoperare anche la MIA TESTA. anche la RAGIONE)

 

      Siamo alle solite. Ma se non fosse vero che "nulla salus extra Ecclesiam", ci dice che motivo c'era di fondare la Chiesa? Perché Gesù fondò la "sua" Chiesa? per gioco, per perdere un po' di tempo, per prenderci in giro? Usi la sua testa, la sua ragione, ma le usi bene e vedrà che, se Dio ha istituito la sua Chiesa, una ragione seria c'era: fuori della Chiesa non ci si salva!
      Oltretutto pare che lei si tormenti con domande assurde e improponibili. Mettiamo i puntini sulle i.
      "Nulla salus extra Ecclesiam" è verità di fede, e (comumque lei la pensi) rimane verità di fede, indubitabile, da accettare incondizionatamente, se lei vuole salvarsi l'anima.

      possibile che Dio che sa tutto abbia creato miliardi di persone al mondo sapendo che ben TRE QUARTI di loro non si sarebbero salvati perchè appunto fuori dalla Chiesa Cattolica

 

      È la domanda di sempre, ma una domanda che non tiene conto del nostro libero arbitrio e della nostra responsabilità: Dio ci lascia liberi, siamo noi che vogliamo dannarci, rifiutanto il Suo aiuto, la Sua grazia, preferendo il piacere di un momento al godimento di un'eternità.
      Se lei adoperasse la Fede, invece che la ragione, la questione non le parrebbe assurda, mentre volendo usare la ragione lei arriva addirittura a rinnegare la Fede (più sotto dice infatti: "non voglio proprio credere in un Dio del genere. Mi sembra una bestemmia").
      Lei non considera affatto un'altra verità di Fede: "Dio è amore infinito".
      Nessuno, neppure lei con la sua ragione, può dubitare dell'amore di Dio. Se miliardi di persone si dannano, ci deve dunque essere un'altra spiegazione: essa va cercata innanzitutto nell'uomo.
      Se "tre quarti" dell'umanità non si salvano, non è colpa di Dio: Dio offre a tutti una possibilità di salvezza (ovviamente non con le credenze superstiziose impropriamente dette "religioni", ma iscrivendo nel cuore di ciascuno la legge naturale, seguendo la quale ci si può salvare).
      Dio dà a tutti la possibilità di salvarsi, ma non tutti vogliono salvarsi, e tantissimi preferiscono l'effimero godimento di questa vita
(che credono certo e sicuro) alla gioia eterna, ma futura e per la quale nutrono tanti dubbi e incertezze.
      Per salvarsi è sufficiente osservare la legge naturale, inscritta nell'animo di ciascuno di noi ed esplicitata nei dieci Comandamenti: tutti, di qualunque tempo o nazione o religione, tutti possiedono quella legge naturale, quindi tutti hanno la possibilità di salvarsi e, se non si salvano (o non si sono salvati), la colpa è loro, non di Dio.
      Consideri poi che, se tanti si dannano, la colpa è anche dei cattivi Cristiani, dei cattivi Cattolici che non si curano né di sé né del prossimo, che non dànno il buon esempio, che non predicano il Vangelo, che pensano solo a mangiare e a divertirsi, solo al dio denaro e al potere, a sfruttare il prossimo e non ad evangelizzarlo.
      Prima i missionari partivano alla ricerca dell'infedele da convertire, da salvargli l'anima (ecco la migliore e vera carità cristiana, il vero senso dell'amore cristiano!), oggi le nuove dame di carità fanno i calendari nudi per un umanitarismo stupido, vuoto e fuorviante, per regalare giocattoli... all'anima non si pensa più! Dio non c'entra manco come ferro vecchio! e poi si pretende di accusare Dio della dannazione di tanti!
      Madre Teresa di Calcutta, si preoccupava di curare il corpo e abbandonava l'anima di tanti bambini agli artigli di Satana, infatti lei non battezzava neppure i bambini moribondi se non ne veniva richiesta dai genitori. Dio ora le sta chiedendo conto del perché non ha salvato con il battesiomo l'anima di tanti bambini.... È beata? La beatificazione non è una verità di fede, non rientra nell'infallibilità.
E poi si pretende di accusare Dio della dannazione di tanti!
      A queste considerazioni aggiunga l'altra verità che Dio è anche "Giustizia infinita" e che non Lo si può offendere impunemente, come al contrario vorrebbero certi modernisti che satanicamente dicono: pecca, pecca quanto vuoi, tanto Dio perdona tutti e tutto, Dio è amore e non può essere così crudele da farti soffrire per tutta l'eternità...
      Questo "ragionamento" satanico fa acqua da tutte le parti ed è la classica contraddizione in termini, infatti:
      a) Già quando dice "pecca", consiglia di fare un qualcosa d'illecito e d'ingiusto, che altrimenti non sarebbe "peccato", e l' «illecito» è tale perché Dio lo proibisce. Perchè fare quel che Dio proibisce? È forse questa la maniera di ricambiare l'amore che Dio ci dimostra? Sarebbe come quel tale che prende a schiaffi suo padre, sicuro che questi, dato che gli vuole tanto bene, non lo castigherà mai...
      b) Il perdonare di Dio implica la richiesta di perdono, ma se il perdono non Glielo si chiede, non ha senso l'azione del perdonare, infatti, se Dio perdonasse senza che Gli si chieda perdono, il suo non sarebbe "perdonare" ma una semplice ammissione di comportamento (e quindi dovremmo parlare di azione lecita, e non di peccato). Ora come può Dio perdonare chi fa peccati su peccati, chi vive nel peccato e muore nel peccato, non chiedendo mai perdono?
      c) Chiedere perdono significa voler cambiare veramente e realmente vita, significa non volere più trasgredire agli ordini di Dio, significa non volere più offendere Dio, e quindi non volere più peccare! Altrimenti sarebbe come quel tale che dice alla sua mamma: "Ti voglio tanto bene", e giù uno schiaffo... "Ti amo tanto!", e via un altro schiaffo...
      d) È il peccatore che, in un supremo atto di superbia, non vuole chiedere perdono a Dio, preferendo così piuttosto un'eternità di pene.
      e) È certissimo che se l'inferno chiedesse perdono, Dio gli perdonerebbe e quel luogo di pene cesserebbe di esistere. Di conseguenza il perdurare dell'inferno, la sua eternità è attribuibile esclusivamente ai peccatori, e non a Dio!

       E' ASSURDO IO NON VOGLIO PROPRIO CREDERE IN UN DIO DEL GENERE. MI SEMBRA UNA BESTEMMIA.

 

 


      No, la bestemmia sarebbe mettere in dubio l'infinita bontà di Dio!

      Come si può credere un Dio che ama gli uomini e poi si comporta così. E' fuori dalla logica!!!! Era allora meglio non nascere!!!

 

      Non è Dio che "si comporta così", ma l'uomo. Dio ama gli uomini, e per loro si è fatto ammazzare, ma sono gli uomini che disprezzando l'amore di Dio, preferiscono il comodo di un momento e voglio dannarsi.
      Dio ama gli uomimi, ma vi sono uomini che non amano Dio e che per superbia e stupido orgoglio non Gli chiedono perdono.
      Dio vuole che noi ci meritiamo il Paradiso, perciò ci lascia liberi di scegliere tra il bene e il male: se noi scegliamo il male, la colpa è nostra, non di Dio. È logico questo discorso?

      Ma ci pensate ad una persona che durante tutta la sua vita tribola fino alla morte (perchè la vita è anche tribolazione)

 

      Da come si esprime si vede bene che lei ha una visione troppo materialistica della vita e della sofferenza.
      La vita, se vissuta in un'ottica cristiana, è bella, non è una tribolazione, e la sofferenza è fonte di guadagni immensi per l'eternità. Ci sono stati e ci sono anime che godono della sofferenza, che considerano fonte di ricchezza: pensi a un S. Francesco o ad una Teresa Neuman.
      La "persona che durante tutta la sua vita tribola fino alla morte (perchè la vita è anche tribolazione)", se alle sue tribolazioni non unisce il peccato, non va all'inferno, ma in Paradiso: le sofferenze (quelle che il nostro chiama "tribolazioni") per il cristiano producono tesori e sono tesori per il Paradiso, a patto che si accettino per amore di Dio.

     e alla fine si ritrova PER L'ETERNITA' dico PER SEMPRE all'inferno. Ma... Qualcuno vuole darmi una spiegazione

 

      Chi alla fine si ritrova per l'eternità all'inferno, deve incolpare se stesso e non Dio. Lo abbiamo già chiarito sopra. Padre Pio ha sofferto tantissimo, ma cristianamente, ed ora non è certo all'inferno! Si chieda: perché P. Pio sì e lei no? perché P. Pio trasforma la sua sofferenza in meriti e lei no? Con un po' di umiltà, la risposta le sarà evidente.

       e pensare che esistono anche tante altre religioni che magari dicono le stesse cose: Fuori dalla nostra religione non c'è salvezza!!!!!! chi ci capisce..... Scusate il disturbo Mebur

 

      Come può paragonare la nostra santa Religione alle supertiziose credenze dei pagani? come può paragonare la Verità all'errore?
      A parte che le altre "religioni" non dicono "extra ecclesiam nulla salus", perché si preoccupa di quel che dicono le altre "religioni" e accusa la sua?
      Che altre religioni dicano le stesse cose [quali poi?], non significa affatto che siano altrettanto vere: uno è Dio: una è la sua Religione, tutte le altre sono sette di dèi falsi e bugiardi. Dice lo Spirito Santo: "Omnes dii gentium daemonia" (Sal 95, 5) e ancora: "Quae immolant gentes, daemoniis immolant, et non Deo" (I Cor 10, 20).
      Se lei mette la Cattolica sullo stesso piano delle altre "religioni", significa una cosa semplice e terribile: lei ha perso la Fede. Preghi la Madonna, la Virgo fidelis, che la illumini e le restituisca più forte di prima la Fede. "Non avrai altro Dio all'in fuori di Me".

       

NOSTRO FRATELLO GIUDA
di Don Primo Mazzolari
Registrazione effettuata a Bozzolo - Giovedì Santo 1958

[...] C’è un nome [...] , un nome che fa’ spavento, il nome di Giuda, il Traditore.

 

      Quanto all'articolo che il Sig. Mebur ci propone in data 21-3-08, quello di Don Primo Mazzolari (che in seguito indicheremo brevemente con DPM), diciamo subito che la fama dell'autore non può cambiare la realtà, la verità.
      Giuda è e rimane un traditore, nonostante la fratellanza che di lui vanta Don Primo Mazzolari. Noi, pur non volendo sostituirci a Gesù Cristo Giudice, giudichiamo i fatti, in foro esterno sì, ma sintomatici di quello interno: è innegabile che Giuda ha tradito, è innegabile che si sia impiccato (morendo suicida), e quel tradimento e il suicidio sono peccati gravissimi che normalmente si scontano all'inferno..

       [...] Chi tradisce il Signore, tradisce la propria anima, tradisce i fratelli, la propria coscienza, il proprio dovere e diventa un infelice.

 

      Qui dice il vero DPM e traduce bene il nostro pensiero quando diciamo che è il peccatore che all'amore di Dio preferisce l'inferno.

     [...] Povero Giuda. Che cosa gli sia passato nell’anima io non lo so. [...] Non cercherò neanche di spiegarvelo, mi accontento di domandarvi un po’ di pietà per il nostro povero fratello Giuda. Non vergognatevi di assumere questa fratellanza.
Io non me ne vergogno, perché so quante volte ho tradito il Signore

 

      Anche se, secondo la carne, è nostro fratello (essendo anch'egli figlio di Adamo), noi non ci vantiamo di una tale fratellanza (tale vanto lo lasciamo a Don Primo Mazzolari) nè l'essere nostro fratello mitiga la sua colpa, il suo peccato (come sembra proporci DPM). E aggiungiamo che non è male vergornarci di una tale fratellanza: è nella natura delle cose: chi non prova vergogna se un proprio fratello si è macchiato di un orrendo delitto? La motivazione della non vergogna è poi un assurdo: "Io non me ne vergogno, perché so quante volte ho tradito il Signore". Che significa, che il mio peccato giustifica o mitiga quello di Giuda?

      [...] nel Getsemani, il Signore gli ha risposto [...]: «Amico, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo!».
Amico! Questa parola [...] vi fa’ anche capire perché io l’ho chiamato in questo momento fratello.
Aveva detto nel Cenacolo non vi chiamerò servi ma amici.

 

      DPM, pur di dimostrare il suo assunto cambia anche le parole dette da NSGC: "il Signore gli ha risposto [...]: «Amico, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo!» [...] Aveva detto nel Cenacolo non vi chiamerò servi ma amici". Amici appunto, non fratelli..

     [...] Cristo non tradisce mai noi, i suoi amici

 

      Continua DPM: "Cristo non tradisce mai noi, i suoi amici", ma il guaio è che gli amici tradiscono Cristo ! («Amico, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo!»). Qui il problema è che Giuda tradisce Cristo. Certo Cristo è pronto a perdonarlo, ma Giuda non chiede perdono, non spera nel perdono, dispera e s'impicca!

       [...] Giuda è un amico del Signore anche nel momento in cui, baciandolo, consumava il tradimento del Maestro.

 

      "Giuda è un amico del Signore anche nel momento in cui, baciandolo, consumava il tradimento del Maestro": che bell'amico!!!

       [...] L’abbiamo visto crescere il male, non sappiamo neanche perché ci siamo abbandonati al male, perché siamo diventati dei bestemmiatori, dei negatori. Non sappiamo neanche perché abbiamo voltato le spalle a Cristo e alla Chiesa. Ad un certo momento ecco, è venuto fuori il male, di dove è venuto fuori? Chi ce l’ha insegnato? Chi ci ha corrotto? Chi ci ha tolto l’innocenza? Chi ci ha tolto la fede? Chi ci ha tolto la capacità di credere nel bene, di amare il bene, di accettare il dovere, di affrontare la vita come una missione.

 

      Sembra che la colpa sia di quel "chi" sul quale DPM c'interroga: noi siamo povere e innocenti vittime del "chi", e appunto perché innocenti, secondo DPM, non meritiamo l'inferno!

     [...] Qualcheduno però, deve avere aiutato Giuda a diventare il Traditore. [...] «Satana lo ha occupato».

 

      E per il tradimento di Giuda? - La colpa è di "qualcheduno"! Anche se c'è da dire che Giuda, per "diventare il Traditore", la sua opera ce l'ha messa, infatti quel "qualcheduno" non ha fatto tutto da solo, ma ha soltanto aiutato.
      «Satana lo ha occupato», ma Satana tenta tutti, non è una novità, importante è non assecondarlo...

      [...] Quanta gente ha il mestiere di Satana: distruggere l’opera di Dio, desolare le coscienze, spargere il dubbio, insinuare l’incredulità, togliere la fiducia in Dio, cancellare il Dio dai cuori di tante creature.
Questa è l’opera del male, è l’opera di Satana. Ha agito in Giuda e può agire anche dentro di noi se non stiamo attenti
. Per questo il Signore aveva detto ai suoi Apostoli [...]: «State svegli e pregate per non entrare in tentazione».

 

      Ma la colpa è personale: noi rispondiamo soltanto del male che facciamo noi, non di quello che fa Satana o qualcuno dei suoi accoliti.
      Il tutto sta appunto nel vigilare, nello stare attenti e nel chiedere aiuto a Chi è più potente di noi e ci ama tanto, nel pregare.

     [...] , prende i trenta denari, glieli butta, prendete, è il prezzo del sangue del Giusto. Una rivelazione di fede

 

      Ma non rivelazione di speranza. Una fede incompleta, priva della speranza. Avrebbe dovuto sperare nel perdono di Gesù, che pure nel momento del tradimento lo aveva chiamato "amico". Ma Giuda non crede nel perdono, non lo spera, non lo chiede, preferisce disperarsi, impiccarsi! Questo è il suo secondo peccato che aggrava il primo.

       [...] Dio non ci da’ da mangiare, Dio non ci fa’ divertire, Dio non da’ la ragione della nostra vita.

 

      Questo è quel che pensa chi è privo di fede, chi preferisce invocare lo stupido caso invece che Dio. Se si crede, tutto diventa bello e accettabile, e la ragione della nostra vita è quel che deve essere, Dio stesso.

       [...] Il più grande dei peccati, non è quello di vendere il Cristo; è quello di disperare.

 

      Vendere Cristo è un peccato gravissimo, incommensurabile: Giuda Lo ha venduto per una futilità, per un progetto del tutto imparagonabile con la Divina Persona. Il disperare è il non credere nell'infinita misericordia di Dio. Noi non abbiamo il bilancino di DPM, ma riteniamo che vendere Dio, barattarLo per trenta denari sia ben più grave che non credere nella sua Misericordia.

     [...] Io non posso non pensare che anche per Giuda la misericordia di Dio [...] quella parola amico, [...] non posso pensare che questa parola non abbia fatto strada nel suo povero cuore.
[...] lasciate che io pensi per un momento al Giuda che ho dentro di me, al Giuda che forse anche voi avete dentro.

 

      Giudicare della Misericordia di Dio sarebbe un peccato che noi non vogliamo commettere e non ci piace perdere il tempo a pensare e ipotizzare il pentimento in extremis di Giuda: in teoria è possibile, ma, pure se quel pentimento ci fosse stato, il gravissimo peccato di tradimento rimarrebbe sempre là, e noi continueremmo a condannare quel tradimento, quel peccato.

      E lasciate che io domandi a Gesù [...] di chiamarmi amico.

 

      Non sarebbe più opportuno chiedere perdono e cambiare vita? Che senso ha volere essere chiamati amici, se, non pentiti, continuiamo ad offendere Dio? Gesù non solo ci dice di non più peccare, ma di essere perfetti addirittura come il Padre suo che è nei Cieli.

     [...] Questa è la gioia: che Cristo ci ama, che Cristo ci perdona, che Cristo non vuole che noi ci disperiamo. [...]

 

      Noi pensiamo che la vera gioia consista nell'essere nella pace di Cristo, cioè in grazia di Dio, e non nella condizione di amici-peccatori che si rivoltano contro di Lui, che Lo bestemmiano, che rifiutano il Sacerdote all'ultimo momento della loro vita: un tale comportamento esprimerebbe peccaminosa pretenzione (la presunzione di salvarsi senza merito -uno dei sei peccati contro lo Spirito Santo), e non la virtù teologale della speranza!

      

 

Cordialmente, in Gesù, Maria e Giuseppe,
la Redazione

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