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MICROFONI NEL CONFESSIONALE DI PADRE PIO
Precisazione di Marianus

       Un nostro lettore, imbattutosi nella risposta di Marianus a Di Staso, chiede maggiori informazioni sulle registrazioni delle confessioni del Santo Padre Pio.
       Marianus, sinteticamente precisa quanto segue:

       Ne scrive scrive Rosario Cammilleri, detto Rino, nella sua pregevole "Vita di Padre Pio" (Edizioni Piemme Pocket Casale Monferrato 1999). Cammilleri avvisa che, per rendere edotto il lettore, bisognerebbe riportare notizie che, se non fossero di dominio pubblico, sarebbero ancora oggi passibili di querele. Tenendo conto di ciò, parla soltanto di quelle riportate nelle principali biografie di Padre Pio. Per una trattazione più approfondita, senza tanti riguardi, rimanda alla momuntale, in tre eleganti volumi cartonati "PADRE PIO, storia di una vittima" (che nella prima edizione si intitolava "I PAPPONI [sic] di DIO") per complessive pagine 780, opera  dei giornalisti Luciano Cirri e  Francobaldo Chiocci, pubblicata nel 1967 dalla piccola casa editrice di estrema destra "I LIBRI DEL NO" (Via Ravenna 9/b ROMA). In tale monumentale lavoro alla vicenda è dedicato il capitolo XVIII, significativamente intitolato "Padre «NASTRO» (pagine da 543 a 563).
       Cirri e Chiocci, per tale sacrilegio, riprendendo quanto già scritto dall'altro celebre biografo di Padre Pio Manlio Masci in "PADRE PIO - Cinquant'anni di sangue e storia" (Edizioni Epica, Roma 1966), puntano il dito sull'entourage di Roncalli, quale mandante. Gli esecutori materiali, come fu appurato furono un gruppo di frati e preti, romani (tra cui il rettore di un celebre santuario) e foggiani.
       «La marchesa Giovanna Boschi un giorno ebbe una sgradita sorpresa. Una persona le disse di avere ascoltato su di un nastro registrato la di lei confessione con Padre Pio. La nobildonna strabiliò: possibile? Sì, era possibile, anzi, sicuro, visto che la persona in questione le riferì parola per parola, tutto ciò che era stato detto in confessionale. La stessa cosa accadde a don Nello Castello, di Padova. L'Europeo si impadronì della cosa e successe il finimondo.
       (...) Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere.
       (...) Quando Padre Pio si accorse dei microfoni, rimase di sasso e accasciò per la tristezza mortale. Cominciò a portare in tasca un temperino ed a tagliare tutti i fili che vedeva.
       (...) I registratori in confessionale Padre Pio non li aveva previsti. Evidentemente Dio glieli aveva tenuti nascosti per il solito motivo: riparare all'imbecillità umana di tanti consacrati, caduti nelle suggestioni dell'Antico Avversario, abilissimo, come sempre nel confondere il bene con il male e nel lastricare con le "buone intenzioni" le vie dell'inferno» (da Rino Cammilleri, "Vita di Padre Pio", Piemme Pocket Casale Monferrato 1999 PAGINE 199, 200 e 201)
      «Il 5 agosto 1962, l'Osservatore Romano, in prima pagina, scriveva che la faccenda dei registratori nel confessionale di Padre Pio era un falso. Allora la rivista Legge & Giustizia pubblicò un lungo articolo di un magistrato, che smentiva l'organo della Santa Sede, citando le prove» (op.cit, pagina 237).

Marianus

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