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Il Dalai Lama, divinitÀ degli scettici

di Gianni Toffali

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione


       Da alcune settimane i media italiani altro non fanno che parlare degli incontri del “presunto” Dalai Lama con le rappresentanze politiche ed economiche del nostro paese. La stranezza, non sta tanto nell’assiduità della presenza del leader tibetano in terra cattolica, ma nella solennità con cui viene accolto. Manco si trattasse di una vera divinità.
       Nessuno che si ponga la domanda:
       ma questo signore insensibile alle temperature polari, è veramente la quattordicesima reincarnazione del primo Dalai Lama morto e defunto nel lontano 1474?
        Nemmeno uno scettico che gli chieda uno straccio di prova, tutti lo dànno per scontato!
        Buffo no?
        Il “bello” è che gli stessi incensatori del supposto risuscitato, sono gli stessi che negano l’incarnazione del figlio di Dio.
        Perché coloro che asseriscono che la religione è l’oppio dei popoli nel caso del redivivo “Oceano di Saggezza” se ne stanno zitti zitti?
        E perché la “tossicodipendenza” riguarderebbe solo il cristianesimo, mentre tutte le altre religioni sarebbero degne di essere “sniffate”?

Gianni Toffali

 
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