Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.

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LETTERA APERTA AL VESCOVO DI VERONA
SUI NUOVI PROGRAMMI PASTORALI (1ª parte)

di
Associazione Civiltà Cristiana

      Pur non condividendo il tono e l'impostazione della lettera, a nostro modesto avviso un po' troppo accondiscendete al piano "dottrinale" del destinatario, la pubblichiamo, perché siam certi delle buone intenzioni combattive degli amici dell'Associazione Civiltà Cristiana. A scanso di equivoci: noi preferiamo essere chiari e crudi, per cui, ad esempio, non diremo mai del Battesimo ch'esso serva ad entrare nella "comunità", sia essa parrocchiale o ecclesiale. Fine primario del Battesimo è la remissione del peccato originale, tutto il resto è conseguenza possibile, infatti se a ricevere il Battesimo è un adulto protestante (che crede nel protestantesimo) egli non entra nella Chiesa né tanto meno nella comunità parrochiale, ma il suo Battesimo è ugualmente valido: egli diventa Cristiano pur continuando a rimanere fuori della Chiesa, appunto perché eretico. Ricordiamo altresì che i Sacramenti "significano o indicano quella grazia invisibile che conferiscono" (Catechismo di S. Pio X, art. 515), e nel caso del Battesimo l'acqua che si versa sul battezzando sta a significare che egli viene lavato... dal peccato originale.

La Redazione

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature
e quanto scritto nello spazio giallo sono della Redazione

      La nostra Associazione “Civiltà Cristiana” vuole farsi portavoce del grande disagio che stanno vivendo molti fedeli di Verona, sacerdoti compresi, davanti al nuovo progetto che i responsabili della Pastorale diocesana stanno proponendo, insistentemente, alla nostra diocesi, anzi, a onor del vero, stanno “imponendo” a tutti i parroci come normativo e vincolante a livello diocesano, con toni così perentori da far pensare a una sorta di fondamentalismo teologico davvero preoccupante.(1)
      Infatti, quello che preoccupa e sconcerta è proprio il metodo coercitivo con cui da anni si vuole imporre, non la Dottrina della Fede, ma unicamente la teologia delle scuole diocesane, ultimamente riassunta in quel libro del “Sinodo” che vorrebbe, in pratica, sostituirsi “in toto” al Catechismo della Chiesa Cattolica (2)  tanto raccomandato dagli ultimi due Papi! E quel che ci rammarica, Eccellenza, è il fatto che a nulla sono serviti i ripetuti appelli rivolti pure alla Sua Persona per un Suo intervento chiarificatore.(3)
      Si stanno ormai da tempo raccogliendo i frutti di questa impostazione (4): continue defezioni tra il clero giovane, nel quale ha scarsa efficacia, di fronte alle prove della vita, la forza della fede che fonda le certezze della vocazione; lo sfascio delle famiglie di cui Verona detiene il primato, e l’assoluta impreparazione degli insegnanti di religione, alcuni dei quali si professano apertamente agnostici o atei (5), con grande sconcerto degli stessi alunni che sempre di più scelgono di rinunciare all’ora di religione.(6)

 

(1) Questi sono i frutti cattivi di un albero cattivo... Perché meravigliarsene?!

(2) Per il quale è da nutrire serie riserve se si considera ch'esso altro non è che il Concilio presentato in forma di catechismo...

(3) Ma il vescovo ha delegato... oggi è prassi delegare, non si esercita più l'autorità (a meno che non ci si trovi di fronte a qualche becero Tradizionalista). I Vescovi delegano alle Conferenze Episcopali, ai Sinodi diocesani, ai Sinodi parrocchiali, ai tanti organi collegiali sorti spuntati come funghi nella rigogliosa foresta democratica tanto cara a certi democraticissimi pastori...

(4) È quasi una perdita di tempo voler far notare i tristi frutti: non vogliono vedere, e un tale disse che "non c'è peggior cieco di chi non vuol vedere". Tutto va bene, Madama Marchesa!

(5) Questi sono i fiori all'occhiello di quei pastori (veri lupi) che vogliono apparire moderni e aggiornati... degni delle migliori carriere.

(6) A nostro avviso, "non fare religione a scuola" sarebbe quasi un dovere:
primo perché non si insegna la Religione Cattolica, ma tutte le altre (con la scusa che "bisogna conoscere..."), meno che la Cattolica;
secondo perché è bene non far prendere lo stipendio a gente che in pratica opera per far perdere la fede ai nostri figli.

      In questa prima nostra lettera vogliamo riassumere alcuni aspetti di questa impostazione recentemente sanciti nel libretto “Progetto pastorale post-sinodale 2005-2008”, aspetti che riteniamo molto importanti perché vedono direttamente coinvolti non tanto gli adulti, ma i bambini, i più indifesi. Si tratta, infatti, della formazione in vista dei Sacramenti dell’iniziazione (7) cristiana (Progetto pastorale pg. 17 n.3):

 
(7) Che brutto termine! Sa di paganesimo o, peggio, di massoneria...
  1. Soppressione delle classi e delle regolari lezioni di catechismo per elementari e medie che hanno da sempre caratterizzato e ravvivato le nostre parrocchie, per sostituirle con incontri comunitari sporadici, dove non è più la figura della catechista che educa e insegna, bensì tutta la comunità cristiana. “Va sciolta la stretta corrispondenza fra percorso scolastico, età e ricezione dei sacramenti” (doc.cit. pg.19).I bambini che non sono preparati e consapevoli non possono accostarsi alla Prima Comunione...(8)
  2. Tutto questo nell’intento di coinvolgere le famiglie (9) nella formazione dei loro figli. Infatti si deve passare “dal catechismo dei bambini al cammino di fede della famiglia”(doc. p.18) (10)
  3. Il Battesimo non lo si può più amministrare individualmente, dietro richiesta dei genitori, ma solo comunitariamente, in date prestabilite da ogni parroco perché “sia evidente che è la comunità che accoglie i nuovi venuti(11) e non i nuovi venuti che iniziano un rapporto privato con la fede e con Dio” (doc.cit. pg. 16).
 

(8) Forse quegli oculati "signori" vogliono intendere che prima bisogna essere adulti e non credenti (meglio se convintamente atei) per essere in grado di ricevere i sacramenti.
Mentre c'è il pericolo, secondo loro, che, data la loro tenera età, i bambini potrebbero credere, ingenuamente, ma credere.

(9) Quali famiglie? Quelle di Zapatero o quelle dei pacs di prodiana civiltà? Ma in che mondo vivono? In quale Verona stanno?

(10) Perché? il "catechismo dei bambini" non riguarda il "cammino di fede della famiglia"?

(11) Ma quando la si smetterà di dire fesserie o eresie? Il Battesimo non è accoglienza da parte della comunità! Il Battesimo è quel Sacramento che cancella il peccato originale e imprime il carattere indelebile di Cristiano, questa o quella comunità non c'entra, c'entra la Chiesa, ma come conseguenza di una Fede retta, infatti, ripetiamo, il protestante battezzato non fa parte della Chiesa!

      PUNTO 1) Soppressione delle classi e delle lezioni di catechismo per elementari e medie.
     
Se togliamo la figura della catechista che, sotto la direzione del parroco, sia pure con tutte le lacune e le difficoltà, ha sempre costituito il motore portante della formazione sistematica dei bambini, come pensa, Eccellenza, che la comunità parrocchiale possa assumersi adeguatamente questo compito?
      Questo intervento comunitario tanto invocato dove si vive la fede, e che normalmente si celebra nel “Giorno del Signore”, la domenica, con la Santa Messa e con l’eventuale partecipazione della famiglia, (quando esiste!) rientra se mai nell’aspetto pratico della vita cristiana, nell’esperienza da vivere, nel rapporto interpersonale da riscoprire.Ma se manca l’aspetto teorico-dottrinale nel quale si spiega il perché del “Giorno del Signore”, o il significato dell’Eucaristia, o il Mistero dell’Incarnazione ecc. si finisce per ridurre la fede a fideismo, ad una questione semplicistica dove sembra che per essere buoni cristiani basti comportarsi bene e volersi bene nella vita.

  • D’altra parte per un sacerdote il dovere di dare formazione catechistica, come quello di celebrare i Sacramenti è irrinunciabile, perché parte costitutiva del suo dovere ministeriale. (12)
                                                Purtroppo il Sinodo veronese recentemente conclusosi ignora totalmente questo aspetto fondamentale e si apre invece a un “Annuncio” generico, vago, dispersivo e sicuramente perdente, sottovalutando l’importanza dei sacramenti dell’iniziazione cristiana come valore “salvifico”, e facendone parte di un percorso generico di formazione lasciato alla cura arbitraria delle famiglie che, purtroppo, per molti bambini, neppure esistono.Cosa possiamo sperare di raccogliere domani, se adesso seminiamo il “nulla” o al massimo solo sociologia e buonismo, nell’anima dei nostri fanciulli? (13)
 

(12) Oggi invece i Sacerdoti, pur non iscritti ad alcun sindacato, hanno ottenuto tanto... compresa la riduzione dell'orario di lavoro... hanno ottenuto un orario d'ufficio, che applicano scrupolosamente...

Forse una volta quella del Sacerdote era una missione, un ministero, oggi è un comodissimo impiego, con tantissimi vantaggi e pochissimi doveri.

Si vede bene che il Sinodo veronese ha capito il problema e non vuole più gravare i poveri parroci con vecchie e superate catechesi... Diamine, che le famiglie aiutino e facciano la loro parte!

(13) Ottima domanda, ma Sua Eccellenza, in tutt'altre faccende affaccendato, non risponderà mai, se non altro per non assumersi responsabilità... già delegate.

 

      Preparazione e consapevolezza dei bambini. Siamo tutti convinti che per accostarsi ad ogni Sacramento, e ancor più ai Sacramenti dell’Iniziazione (14) cristiana, sia necessaria una preparazione.

  • Ora, chi prepara il bambino se, nel nuovo progetto, si vogliono sopprimere le lezioni di catechesi?
  • E come verrebbero costituiti quei “gruppi” che seguono cammini diversi, al di là delle classi e dell’età, in vista di ricevere l’Eucaristia? Si dividono i più bravi dai meno bravi?
  • Non si venga a dire che in quella mezza giornata mensile dedicata all’incontro comunitario che dovrebbe sostituire la catechesi, si compiranno meraviglie!
 
(14) Non possiamo non ripetere che tale termine lo troviamo poco appropriato e affatto opportuno, da rifuggire.

      In quanto poi, al fatto che i bambini devono essere “consapevoli” del Sacramento, quanti di noi adulti che riceviamo da anni l’Eucaristia siamo davvero consapevoli di ciò che stiamo compiendo? (15) Sono veramente consapevoli certi preti quando, alla Consacrazione, neppure si inginocchiano, e si guardano attorno distratti anziché contemplare il “Mistero Umano-Divino” che si compie tra le loro mani? (16)
      San Pio X che aveva favorito l’accesso alla Prima Comunione ai bambini fin dai 7 anni, non temeva affatto di affermare che per un bambino la consapevolezza doveva consistere solo nel saper distinguere il pane normale da quello consacrato, perché, in quanto a tutto il resto, ci avrebbe pensato Gesù stesso a riempire la sua anima di Grazia, di luce e di sante ispirazioni. Infatti, non dice il Catechismo perenne che i Sacramenti agiscono, con le dovute disposizioni personali previste dalla Chiesa, “ex opere operato?” (17)
      C’è il rischio (18) di considerare la Chiesa come una qualunque struttura umana governata da una mentalità efficientista e pragmatica dove trionfa solo la nostra capacità, personale o comunitaria, di decidere, di comprendere, di discernere, di stabilire, di omettere ciò che dà fastidio o ciò che il prurito di novità vorrebbe cancellare, ignorando l’azione gratuita di Dio nell’anima delle persone, di questo nostro Uomo-Dio meraviglioso che ci ama tanto, e si degna di entrare nelle nostre anime, così inaridite, così razionaliste, così miscredenti, così imbevute di eresia da non credere più che esista l’Inferno per tutti coloro che tradiscono Gesù Cristo e la sua Chiesa! (19)

 

(15) Comunque l'ignoranza altrui non giustifica la nostra

(16) Se vuole il nostro parere, non le nascondiamo che nutriamo seri dubbi che certi preti credano ancora nell'Eucarestia, nel Sacrificio della Messa... non ci credono più, infatti se ci credessero si comporterebbero diversamente.

(17) Certo gli amici di Civiltà Cristiana con tali citazioni dimostrano la loro arretratezza, San Pio X, ex opere operato, ma queste sono verità d'altri tempi, verità superate dal Concilio dei Concili, dal Nuovo Evangelo comunemente detto Concilio Vaticano II ...

(18) Ma si può parlare ancora di rischio? o più obiettivamente bisogna parlare di realtà?

(19) Ma questo è quello che generalmente sostengono i moderni(sti) uomini di Chiesa, i Pastori emuli del famoso Iscariota, ma meno coraggiosi: quello fu capace d'impiccarsi, questi no.

     PUNTO 2°-Responsabilità della famiglia. Noi siamo convinti che, se la famiglia e la comunità sono primarie nell’accompagnare la crescita spirituale del bambino, non per questo è da tralasciare l’insegnamento sistematico (magari in modo moderno, vivace e interessante), della dottrina cristiana, da parte di catechisti ben preparati, orientati dai rispettivi parroci. D’altra parte non è certo una novità il fatto che le parrocchie abbiano sempre cercato di coinvolgere le famiglie nella formazione dei propri figli, con incontri di vario genere, ora impegnativi, ora festosi, senza per questo abolire il regolare catechismo!

  • Con le famiglie disastrate che ci ritroviamo al giorno d’oggi, con i genitori che neppure vanno ai colloqui con i docenti a scuola, siamo proprio così ingenui (20) da credere che i genitori siano disposti, al di là della loro effettiva preparazione che è tutta da verificare, ad assumersi questo compito?
  • Davanti a una decisione così importante per la coscienza e la vita delle nuove generazioni, sono state interpellate e consultate le famiglie prima di scaricare su di esse, arbitrariamente, una responsabilità del genere, sapendo che per molti bambini la famiglia neppure esiste?
      Com’è possibile che pochi responsabili in diocesi detengano tutto questo potere (21), al punto da decidere loro al posto dei genitori le scelte più appropriate per la formazione dei loro figli?
 

(20) Non è questione di ingenuità, ma o di stupidità o di disonestà

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


(21)
Quando non si crede più nel proprio ministero e si crede, invece, profondamente nella democrazia e si delega, alla fine succede anche di questo.

      PUNTO 3°-Quando il Battesimo? Per quanto riguarda il Battesimo, è la solita questione:

  • è più importante la decisione della comunità o quella di Dio che vuole arricchire al più presto della sua grazia l’anima della creatura appena nata? Il Battesimo è un dono gratuito di Dio, come il latte materno che si riceve gratuitamente dall’amore della madre senza esserne neppure consapevoli!
  • Col Battesimo non si entra semplicemente in una comunità, ma si entra primariamente nella Chiesa, Corpo Mistico di Cristo, e l’anima, divinizzata, diventa tempio della SS.ma Trinità.
  • Oggigiorno si presentano situazioni tali nelle famiglie da sconsigliare, se non addirittura impedire la celebrazione comunitaria del Battesimo. In tutti i casi, è sempre prioritario il diritto del bambino a ricevere il battesimo rispetto alla partecipazione della comunità.
  • Dio offre gratuitamente perché è Amore, ma non ci toglie la libertà, non ci impedisce di rinnegare, in qualunque momento, il Battesimo e lo stesso Dio, e di adorare il diavolo, se lo vogliamo!
 

Ottime considerazioni!

Come mai dei semplici fedeli son capaci di simili pensieri, mentre i pastori che dovrebbero insegnarli agiscono secondo norme diametralmente opposte?

      Con un programma del genere, a cui è d’obbligo fare riferimento per ogni iniziativa pastorale e che viene ostentato come grande conquista sinodale per tutta la città e diocesi, è ancora lecito ritenersi “cattolici” qui a Verona?
      Davanti a fatti così gravi che potrebbero avere delle ripercussioni disastrose su intere generazioni dalle quali molto difficilmente ci si può risollevare, è doveroso ricordare a tutti, in particolare ai sacerdoti che, pur mantenendo rispetto e riverenza verso l’Autorità ecclesiastica costituita, esiste anzitutto il dovere di obbedire a Dio piuttosto che agli uomini, laddove la coscienza individuale e il senso di fede del popolo cristiano ravvisano un grave pericolo per la Fede di tutta la comunità.
      Questo era nostro dovere di coscienza esprimere, mentre Le rinnoviamo, Eccellenza, i segni della nostra riverenza come Pastore della nostra Diocesi.

In fede                 
Associazione Civiltà Cristiana
civilta.cristiana@hotmail.com

   
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