Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.

[Indice degli articoli]   [Home]

P. Giovanni Cavalcoli e la FraternitÀ S. Pio X
della Redazione

Non avremmo voluto entrare nella questione dell'accordo della FSSPX col Vaticano, perché già più volte abbiamo espresso chiaramente il nostro pensiero in proposito: l'accordo non deve sacrificare la verità e pensiamo che certi compromessi nascano da poca fede o da presunzione di riuscire a fare l'impossibile: la crisi della Chiesa è talmente grave che soltanto l'intervento di Dio potrà rimettere le cose a posto, la Fraternità non ha né la possibilità né la capacità di salvare la Chiesa: lo potrà fare soltanto Dio. Certi cedimenti suggeriti non potranno fare altro che aggravare la situazione. La Fraternità rimanga ferma nella Tradizione, continui a fare quello che la Chiesa ha sempre fatto per millenovecentosessant'anni, non tema gl'ingiusti e assurdi paragoni: al momento opportuno Dio saprà utilizzarla per il ristabilimento dell'ordine.........

Tuttavia, letta la paternale di P. Giovanni Cavalcoli, non possiamo tacere: è tanto lo stupore suscitato dalle sue asserzioni che il tacere sarebbe una colpa. Certo noi non abbiamo né la fama né i titoli di P. Cavalcoli, ma non ci facciamo facilmente impressionare da fama e titoli e, forti della logica e della verità, diciamo umilmente e tranquillamente la nostra, senza alcun rispetto umano.

A sinistra, su sfondo verdino, riportiamo l'articolo di P. Cavalcoli, mentre a destra, su fondo giallo, le nostre osservazioni.

La Redazione

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione

Mons. Bux e Mons. FEllay
di P. Giovanni Cavalcoli, OP

Fonte: www.riscossacristiana.it

        Come è stato diffuso dai mass-media ed è stato pubblicato anche in questo sito, Mons.Nicola Bux, eminente liturgista e docente di teologia presso l’Istituto Ecumenico(1) di Bari, ha recentemente indirizzato alla Fraternità S.Pio X nella persona del suo presule il Vescovo Mons. Fellay un appello nobile ed accorato, in nome della concordia, dell’obbedienza e della pace(2), a cessare dalla separazione da Roma(3) e a tornare nella piena comunione con la Chiesa cattolica(4).
Una risposta a nome della Fraternità nella persona del Vescovo Williamson non si è a fatta attendere. In essa, con tono gentile ed anche con espressioni di stima nei confronti del Sommo Pontefice, si ribadisce tuttavia l’impossibilità da parte della Fraternità di riallacciare regolari rapporti con Roma, perché ancora una volta si insiste nella tesi secondo la quale le dottrine del Concilio sarebbero(5) in contrasto con la verità di fede. La Fraternità intenderebbe conservare la retta fede, guastata(6) dalle “tenebre” del Concilio. Da qui il rifiuto di riconciliarsi con Roma, che invece ha deviato dalla verità a seguito delle innovazioni conciliari.
(7)

 

(1) No comment.

(2) E perché non in nome della verità?

(3) Ma chi è separato da Roma? La Fraternità o i vaticanosecondisti?

(4) E come si può sostenere che la Fraternità non è in piena comunione con la Chiesa cattolica? Non è che per caso l'autore confonde la Chiesa con gli uomini di Chiesa?! La Fraternità è certissimamente in comunione con la Chiesa di sempre: sono certi uomini di Chiesa, vaticanosecondisti, che non lo sono.
Un domenicano della levatura di P. Cavalcoli sa perfettamente che la vera concordia e la vera pace trovano il loro fondamento solo in Dio. Non per nulla Sant'Agostino affermava saggiamente che "la Pace è la tranquillità dell'ordine" e v'è ordine solo nell'unità di Fede e d'intenti, unità di Fede e d'intenti che non accomuna certamente la FSSPX (fedele alla Chiesa bimillenaria) con i vaticanosecondisti (fedeli ai principi liberali bicentenari).
In quanto all'obbedienza, non si può accusare la FSSPX di mancarvi: obbedisce infatti a ben 260 Papi! Bisognerebbe invece chiedere a Don Cavalcoli, che si sente in Comunione con Santa Romana Chiesa, in che modo egli riesca ad obbedire alla Pascendi di San Pio X (enciclica che condanna il modernismo) e, contemporaneamente, a Dignitatis humanae o Nostra aetate che contraddicono platealmente la Pascendi (infallibile)...

(5) Non sarebbero, ma sono.

(6) Espressione poco chiara: la Fraternità intende (non al condizionale) conservare la retta fede, e non intende aderire al credo guastato dalle "tenebre" del Concilio.

(7) Rifiuto a conciliarsi con la Roma dei modernisti e dei novatori, con la Roma che ha deviato dalla verità: questo è il dovere di ogni buon cattolico!

       Con simile risposta il Presule lefevriano non fa che ricordare a tutti e allo stesso Mons. Bux che la questione di fondo con Roma non è di carattere disciplinare, morale, canonico o pastorale e non è neppure la famosa questione della Messa Tridentina(8), attualmente liberalizzata, come è noto, dallo stesso Pontefice.
La questione di fondo è di carattere dottrinale, come a suo tempo ebbe a dichiarare il Papa stesso avvertendo la Fraternità che se voleva essere in piena comunione con la Chiesa, avrebbe dovuto accettare le dottrine del Concilio(9), evidentemente le dottrine nuove(10), ossia gli sviluppi della dottrina tradizionale e dei dogmi precedenti(11), giacchè per quanto riguarda la presenza nel Concilio di insegnamenti dogmatici già definiti dal precedente Magistero, i lefevriani non hanno alcuna difficoltà ad accettarli, atteso il senso(12) che essi hanno della Tradizione e dell’immutabilità del dogma.

 

(8) Don Cavalcoli attribuisce al "Presule lefevriano" cose non dette e contraddittorie, infatti la morale (ad esempio) presuppone una dottrina, e comunque la questione è anche canonica, pastorale, disciplinare (almeno per la giurisdizione) e riguarda anche la Messa Tridentina (considerata dai buoni tradizionalisti non come rito straordinario, ma come celebrazione centrale e insostituibile nella vita della Chiesa e, soprattutto, inconciliabile con la cena di Paolo VI).

(9) Pare un discorso tra sordi: la Fraternità è stata fuori per motivi dottrinali, a causa del Concilio: come le si può chiedere di accettare oggi quello che ha combattuto ieri? Non è stata fuori per gioco, ma per motivi dottrinali, motivi che sussistono tutt'ora!

(10) Ma che dottrine sono quelle che non sono state definite?! Una dottrina non definita è come una non-legge in fisica: vale meno di niente! è una non-dottrina! ed è assurdo pretendere che essa sia accettata!

(11) Una dottrina che sia lo sviluppo di una precedente non può essere considerata nuova: questo in termini. Nei fatti le "nuove" dottrine conciliari contraddicono sfacciatamente la dottrina precedente della Chiesa Cattolica, contraddicono diametralmente i dogmi precedenti: come è che soltanto Don Cavalcoli non riesce a vedere la realtà? o non vuole vederla per sostenere la sua insostenibile tesi?

(12) Atteso proprio un bel niente, visto che le novità conciliari si oppongono alla Tradizione e all'immutabilità del dogma.

      Mons. Williamson fa un’enunciazione di principio sulla quale non possiamo non essere tutti d’accordo(13): l’unità e la concordia suppongono la comune accettazione della verità. Non possiamo accogliere l’invito ad unirci a chi vorrebbe fondare l’unità sulla falsità.
Il problema sorge invece dal modo col quale Mons. Williamson applica questo principio. Egli infatti lo riferisce alla questione della riconciliazione con Roma e, supponendo che Roma a causa del Concilio sia uscita dal sentiero della verità, avverte Roma sulla base del suddetto principio male applicato(14), che la Fraternità non si sente di unirsi a Roma a meno che la Chiesa del Concilio e del postconcilio non si rimangi le dottrine del Concilio in quanto in contrasto con quelle della Tradizione(15).
Roma ha mutato là dove non doveva mutare; non ha conservato ciò che doveva conservare(16). Al Concilio i fedeli della Tradizione sono stati sconfitti dai modernisti (i cosiddetti “progressisti”). Questa sostanzialmente è l’accusa della Fraternità. La Fraternità viceversa a suo dire(17) ha conservato per una speciale assistenza dello Spirito Santo la purezza e l’integrità della fede di sempre (cf. lo slogan della “Messa di sempre”). Dunque, secondo lei, se una riconciliazione potrà avvenire, essa deve fondarsi sul fatto che Roma recupera, alla luce della Tradizione, quella stessa Tradizione immutabile e divina che la Fraternità ha conservato onde salvare la Chiesa dalle tenebre del Vaticano II e riportarla alla luce della verità della Tradizione(18).

 

(13) E allora di che si sta a discutere?!

(14) Perché male applicato?

(15) E dice, e fa, benissimo: anzi, più che rimangiare, la chiesa conciliare dovrà rigettare, vomitare quelle idee conciliari che siano in contrasto con la Tradizione.

(16) Questo dicono e dimostrano i fatti!

(17) Qui Don Cavalcoli dichiara il falso: nessuno mai nella Fraternità (e tanto meno Mons. Williamson) ha detto ["a suo dire"] o ha parlato di "speciale assistenza dello Spirito Santo". A questo proposito ci sarebbe invece da notare che i Tizi che pretendono di essere particolarmente illuminati e assistiti dallo Spirito Santo non si trovano tra le fila della Fraternità, ma tra coloro che godono del riconoscimento della piena comunione con la Chiesa, per essere chiari Carismatici e Neocatecumenali. È comunque innegabile che la Fraternità, per grazia di Dio, ha conservato l'integrità della fede di sempre, e non è uno slogan.
"Conservato" è il termine esatto. Conservare la Fede, custodirla immutata: è questo il compito di ogni cattolico, dal Papa fino all'ultimo dei laici. La Fede non muta e nessuno può permettersi di cambiarla. «Se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema!», scriveva San Paolo ai Galati (1,8)

(18) Esattamente!!!

      Osservo, d’altra parte, che l’attaccamento eccessivo ed unilaterale(19) dei lefevriani alla Messa Tridentina dipende dalla loro incapacità(20) di apprezzare la riforma conciliare vedendo in essa una profanazione della liturgia, mentre questa si dà certamente nell’interpretazione rahneriana della liturgia(21), ed inoltre dipende da una visione arretrata(22) della dottrina cattolica, visione incapace(23) di riconoscere nelle dottrine del Concilio un approfondimento ed un’esplicitazione della medesima dottrina cattolica.

 

(19) Che significa eccessivo e unilaterale? Parrebbe un male. E perché l'attaccamento dei lefevriani sarebbe eccessivo e unilaterale? Eventualmente, Don Cavalcoli gliene fa una colpa? Inoltre, se per unilaterale Don Cavalcoli intende dire che ad amare la Messa Tridentina sono solo i lefevriani, il Don si sbaglia di molto, infatti (grazie a Dio!) non sono soltanto i lefebvriani ad amare la Messa di San Pio V, sono tantissimi i cattolici che l'amano, anche noi che lefebvriani non siamo.

(20) Evidentemente, per Don Cavalcoli, i lefebvriani sono degli incapaci, dei deficienti. Don Cavalcoli non si pone neppure il problema che è cristianamente impossibile apprezzare la cena di Paolo VI di sapore protestante, tanto gradita ai protestanti e vera profanazione liturgica del sacro.

(21) È paradossale che Don Cavalcoli si faccia forte dell'interpretazione rahneriana della liturgia, dell'interpretazione di un eretico!

(22) Noi preghiamo Dio che la Fraternità si glori e si vanti di tale arretratezza: meglio essere arretrati, ma con Dio e con la Sua Chiesa, piuttosto che moderni (meglio: modernisti), ma nemici di Dio e della sua Chiesa!

(23) Sì, incapace nel senso di impossibilitata a riconoscere ciò che non è: per il principio di non contraddizione: non si può dire approfondimento ed esplicitazione di una dottrina, ciò che nega quella stessa dottrina!

      E’ in sostanza mutatis mutandis lo stesso atteggiamento che assunse Lutero, benchè i lefevriani si dichiarino avversari di Lutero in nome del Concilio di Trento.(24)

 

(24) È semplicemente pazzesco che un Don appartenente all'Ordine dei Predicatori, un figlio di San Domenico, possa arrivare a tanto! come può paragonare i lefebvriani a Lutero e, quindi, un santo Arcivescovo come Mons. Lefebvre al porcus Saxoniae, a un ereseriarca che tanto male ha fatto alla cristianità tutta. È un paragone offensivo e insostenibile anche per i termini nei quali è posto.
Il Cavalcoli attribuisce ai lefebvriani ciò che non è, pur di sostenere una tesi assurda: la tradizione non si "interpreta”, la scrittura sì. I lefebvriani seguono la tradizione, non la interpretano (anche perché non la si può interpretare), mentre Lutero pretende di interpretare la Scrittura. I lefebvriani non hanno mai detto di essere illuminati dallo Spirito Santo, Lutero sì. Il paragone non sta né in cielo né in terra: chi lo ha fatto dovrebbe chiedere scusa ai lefebvriani e ai lettori.

      Anche Lutero, ritenendosi illuminato dallo Spirito meglio(25) del Papa, non faceva tanto una questione di comunione ecclesiale o di prassi cristiana o liturgia(26), quanto piuttosto della verità del Vangelo o, come egli diceva, della Parola di Dio. I lefevriani parlano di “Tradizione” e di dogma anzichè di “Scrittura”, ma il metodo e l’atteggiamento verso Roma sono uguali(27).

 

(25) Lutero sì, ma Mons. Lefebvre non ha mai detto di ritenersi illuminato dallo Spirito Santo più e meglio del Papa! Non è bello, non è serio e non è morale fondare il proprio discorso su un presupposto falso, su una bugia.

(26) Ci risiamo: comunione prassi e liturgia dipendono da una verità o da ciò che si pone come verità (anche se si tratta di una falsa verità, come nel caso di Lutero). I lefebvriani ne fanno invece, e per l’appunto, una questione di comunione (nella verità rivelata e in quella espressa nella Tradizione), di prassi che non sia in contraddizione con la Tradizione, di liturgia che esprima la lex credendi, e il Vangelo (assieme a tutti gli altri testi che lo interpretano) i lefebvriani lo citano  non per interpretarlo, ma come fonte….
I lefevriani non si sentono illuminati meglio del Papa, anche perché non è questione di illuminazione, ma questione di sequela: i lefebvriani continuano a seguire quello che lo Spirito Santo ha detto nella Tradizione, mentre i vaticanosecondisti, come i luterani, loro sì, gli si oppongono.

(27) Da quanto abbiamo annotato si vede bene che di uguale non c'è proprio niente, c'è solo la fantasia del Cavalcoli. Evidentemente non sa quanto forte sia per i lefevriani l'attaccamento alla Roma Eterna, alla Roma dei Papi, alla Chiesa di Pietro.

      Vorrei quindi far notare garbatamente a Mons. Bux che per quanto importante e speriamo utile sia il suo appello, la questione di fondo per noi cattolici e per la stessa S.Sede, nelle sue trattative con i lefevriani, non può limitarsi ad un generico per quanto fervido e sincero invito all’unità, all’obbedienza e al ritorno, ma comporta la capacità della Commissione pontificia incaricata delle trattative di convincerli(28) che col Concilio la Chiesa non è affatto uscita dal sentiero della verità, non è caduta nell’eresia, non ha tradito la Tradizione(29), ma al contrario ha confermato il dogma e la Tradizione ed anzi li ha meglio illustrati e li ha esplicitati in un linguaggio moderno, assumendo quanto di valido c’è nel pensiero moderno (pur condannandone gli errori) ed andando incontro alle necessità del nostro tempo, proprio in vista di una nuova espansione del cristianesimo nel mondo(30).

 

(28) Un'impresa assurda convicere i lefebvriani che il nero è bianco, che il falso è vero, che l'eresia è verità!

(29) Come dire: Giuda non ha tradito e Lutero è santo!

(30) Non ci è chiaro se tutto il periodo che abbiamo evidenziato sia il tema (la tesi), della quale convicere i lefebvriani o se sia anche la convinzione del Cavalcoli. Nella seconda malaugurata ipotesi restiamo totalmente stupiti e basiti: bisogna essere totalmente ciechi per non vedere il disastro e le macerie attuali della Chiesa causate dal maledetto concilio Vaticano II! Di quale espansione poi si tratterebbe mai?! Oggi financo la cristianissima Europa di ieri appare scristianizzata e cultrice di tanta cristianofobia! Altro che espansione del cristianesimo! Ma Don Cavalcoli in che mondo vive? Potrebbe dare una sbirciatina a quanto scrivono non i lefebvriani (considerati a priori cattivoni in mala fede), ma, fra i tanti, un Don Luigi Villa, un Don Mancinella?...

      Occorre convincere la Fraternità (dovrebbe saperlo!) che custode supremo della Tradizione non è la medesima Fraternità, ma è il Sommo Pontefice nel suo insegnamento come pastore universale della Chiesa e mediante gli insegnamenti dei Concili, compreso il Vaticano II(31). A Pietro e solo a Pietro Cristo ha affidato la custodia e l’interpretazione definitiva del dato rivelato, le cui fonti sono la Tradizione e la Scrittura(32).

 

(31) Nessuno mai ha pensato di sostituire il Papa con la Fraternità, né tanto meno lo ha pensato la Fraternità stessa, lo dimostrano i tanti anni di apostolato che la Fraternità ha svolto in tutto il mondo e gli stessi colloqui con Roma. Ma tutto ciò non implica e non può concludersi in una sorta di dispotica dittatura papale: il Papa è il primo che deve ubbidire alla Tradizione, il Papa deve conservare e tramandare la Tradizione, il Papa non può sovvertirla e soprattutto non può contrastarla. La tradizione non è una cosa qualunque in mano al Papa, il Papa ne è "custode", non il sovvertitore. E se tanto non può il Papa, a maggior ragione tanto non possono i concili, soprattutto quello del Vaticano II definito da Giovanni XXIII e da Paolo VI non dommatico, ma semplicemente pastorale, un concilio che non avrebbe assolutamente introdotto nuove verità... Quindi, Don Cavalvoli, non cambi le carte in tavola.

(32) Questo è il nostro credo e, certissimamente, anche quello della Fraternità San Pio X! Ma aggiungiamo e precisiamo che se addirittura si è fatto un Concilio per definire quando il Papa è infallibile e quando no, un motivo deve pur esserci e un valore quel Concilio, dommatico, deve pure averlo: se il Papa non fonda le sue interpretazioni sulla Scrittura e sulla Tradizione, può sbagliare!

      Questa dovrebbe essere convinzione elementare di fede di ogni buon cattolico, per cui la pretesa di cogliere in fallo Roma su questo punto non ha senso(33) o vuol dire semplicemente che non abbiamo capito che cosa Roma ci insegna.
Non dovrà dunque essere Roma a correggersi(34), ma questo dovere, da compiersi con umiltà e fiducia, spetta soltanto ai seguaci di Mons. Lefebvre, che devono convincersi che le dottrine del Concilio - per quanto forse possa sembrare(35) qua e là - in realtà non rompono con la Tradizione ma sono in continuità, ed anzi, come ho detto, ne sono una spiegazione ed un’esplicitazione(36), tanto che sarebbe fuori della verità cattolica proprio chi si opponesse a quelle dottrine.

 

(33) Non si tratta di pretesa, ma di evidenza: San Paolo colse l'evidenza e si oppose al Papa, anche noi, se cogliamo l'evidenza, DOBBIAMO opporci al Papa, altrimenti veramente "non abbiamo capito che cosa Roma ci insegna"!

(34) E perché no? Roma non può sbagliare? Il Vaticano I dice di sì e i fatti dimostrano che Roma ha sbagliato! O dobbiamo credere che Roma sbaglia solo quando lo dice Giovanni Paolo II per giustificare le sue paradossali richieste di perdono? Allora, si decida, Don Cavalcoli, Roma sbaglia o non sbaglia?

(35) Non si tratta di sembrare, ma di essere.

(36) Quindi non ci sono dubbi. Don Cavalcoli la pensa proprio così, ma come può sostenere che le "dottrine" del Concilio [quello per antonomasia, il Vaticano II] non rompono con la Tradizione ma sono in continuità, ed anzi ne sono una spiegazione ed un'esplicitazione??? Come il V.II può essere in continuità se è in stridente contrasto con la Tradizione? come può esserne una spiegazione se la nega? come può essere un'esplicitazione se ne è la negazione? Come può il nero esser detto bianco pur continuando ad essere nero?
Non scendiamo nel particolare, perché sarebbe troppo lungo, ma invitiamo il Don Cavalcoli a documentarsi, a leggere quanto meno i quattro libri "essenziali" che noi consigliamo in alto alla Home del nostro sito, a leggersi Don Villa e don Mancinelli (di proposito non gli consigliamo i testi della Fraternità che forse lui considera di parte), a leggersi almemo il Catechismo di San Pio X: vedrà quanto assurda, paradossale e insostenibile è la sua posizione

      Tutto ciò vuol dire, purtroppo, che nella questione lefevriana non c’è in gioco tanto lo scisma, come spesso si crede, ma la questione è ancora più grave e radicale: questi fratelli sono caduti nell’eresia(37) nel momento in cui accusano le dottrine del Concilio di essere eretiche.

 

(37) No, caro don Cavalcoli, se c'è qualcuno che è caduto in eresia, questi non è certo la Fraternità, ma chi argomenta come lei e dice cose simili alle sue!

      E’ vero che il Concilio non definisce nuovi dogmi(38) ed è vero che eretico è soltanto chi si oppone ad un dogma definito. Ma eresia può esser anche accusare di eresia le dottrine di un Concilio(39), le quali, anche se non definite, tuttavia trattano materia di fede in quanto sviluppano(40) dati della Rivelazione precedentemente definiti dalla Chiesa o contenuti nella Tradizione.

 

(38) Ma allora di che dottrine lei parla? e a quale dogma si oppone la Fraternità?

(39) È un suo dogma questo? E questo "anche" non è in contraddizione col suo precedente "soltanto"?

(40) Qui casca l'asino, ancora una volta! Si convinca una volta per tutte che il V.II non sviluppa affatto dati della Rivelazione o contenuti nella Tradizione, ma li contraddice, li nega!!! E in ogni caso chi si oppone al V.II, ove questo contraddice la Tradizione, non è assolutamente eretico.

      Il Papa e Mons. Williamson - su ciò essi sono certamente d’accordo - pongono la questione con chiarezza e franchezza nella sua impressionante radicalità: la questione è sostanzialmente dottrinale, c’è in gioco la verità di fede. Chi è che sbaglia in fatto di fede? La Chiesa del Concilio Vaticano II o la Fraternità S.Pio X?(41)

 

(41) Non c'è alcun dubbio: sbaglia la "Chiesa del Concilio". La Fraternità sta invece con la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, quella di sempre, e quindi non sbaglia: è questione di fede! In quella Chiesa si sono avuti i Santi, e grandi Santi, in quella "del Concilio" soltanto falsi beati.

      E’ questa che deve correggere Roma o sta a Roma correggere i lefevriani?(42) Chi è il supremo custode ed interprete della Tradizione? Roma o Mons. Lefebvre?(43)

 

(42) Chi sta con la Chiesa, una santa cattolica apostolica e romana, può correggere chiunque, anche il Papa che da custode si trasformi in distruttore!

(43) La domanda è sbagliata, perché Mons. Lefebvre è stato sempre d'accordo con Roma, con la Roma dei Papi, e per essa ha affrontato il martirio di una ingiusta scomunica e, soprattutto, quello della calunnia. La domanda dovrebbe essere: "I modernisti o Mons. Lefebvre?", e noi le risponderemmo subito: Mons. Lefebvre!

      Quanto poi alla questione sollevata da Mons. Williamson circa il famoso messaggio di Fatima relativo alla conversione della Russia, non pare essere più di attualità, giacchè da anni ormai il regime sovietico, grazie a Dio, ha cessato di esistere(44). Questo certamente non vuol dire che il problema comunista non continui ad esistere(45). Basti pensare alla Cina e ad altri paesi del mondo, compresa la nostra stessa Italia.

 

(44) Dio accieca coloro che vuol perdere: il comunismo (e la Madonna parla di comunismo) non consiste nel regime sovietivo e, soprattutto, non cessa con il cessare del regime sovietico. Oggi infatti il comunismo regna sovrano con le sue idee intrinsecamente perverse, gli Stati sono governati da quelle idee, le leggi sono comuniste, anticristiane: la Chiesa [non il V.II] è perseguitata ovunque, la cristianofobia dilaga, l'immoralità è diventata un diritto e... un dovere, i cristiani vengono uccisi dai musulmani del Libano, della Palestina, del Sudan... i papi conciliari, GPII e B16, reaggiscono ABBRACCIANDO I MUSULMANI E VISITANDO LE LORO SINAGOGHE, al grido blasfemo di mai più guerre di religione! evidentemente per GP2 e B16 (e per don Cavalcoli) tutti quei Martiri che si sono fatti e si fanno ammazzare per Cristo erano e sono degli sciocchi che non avevano letto il Concilio Vaticano II, se lo avessero potuto fare o se lo facessero, avrebbero rinunciato e rinuncerebbero alla lotta, avrebbero anche loro abbracciato i musulmani e pregato in moschea.

(45) Ma se continua ad esistere, Don Cavalcoli, non vale quello che lei ha detto prima: il miracolo o c'è o non c'è, tertium non datur. La Russia non si è convertita e il comunismo continua a fare strage di cristiani in tutto il mondo, Italia compresa! Allora ha ragione Mons. Williamson.

      E ciò non significa assolutamente che la situazione internazionale della Chiesa e del mondo possano lasciarci tranquilli, come credono alcuni ingenui buonisti irresponsabili e privi di discernimento, numerosi nelle fila dei modernisti.(46)

 

(46) Ma chi scrive come don Cavalcoli non fa altro che portare acqua al mulino dei modernisti. Bisogna assumere una posizione chiara e decisa, come fanno Mons. Williamson e i lefevriani tutti.

      Non si può non apprezzare la devozione mariana del Vescovo lefevriano(47). Tuttavia dobbiamo ricordare che il messaggio di Fatima, per quanto riconosciuto dalla Chiesa e capace di attirare le folle da quasi un secolo con immensi frutti di bene, resta pur sempre una “rivelazione privata”, circa la quale la Chiesa ha sempre la facoltà e il diritto di giudicare e modificare(48).

 

(47) Ma come? poco sopra ce lo aveva descritto come eretico...

(48) Non fraintendiamo: la Chiesa ha il diritto di giudicare, cosa che ha già fatto riconoscendo vera l'apparizione di Fatima, ma una volta giudicato non può tornare indietro e cambiare il suo giudizio, non si vede quindi cosa possa modificare. Ora, anche se si tratta di "rivelazione privata", la Madonna ha chiesto la consacrazione della Russia: la si vuole fare una volta per tutte e nei termi da Lei richiesti o dobbiamo continuare nel balletto del fatta-nonfatta?
La Madonna, anche se casalinga e priva dei titoloni di certi nostri Papi, è pur sempre la Madre di Dio: le dobbiamo ubbidire o no? Conta più la Madonna o il Papa?

      Soltanto la “rivelazione pubblica”, ossia il Vangelo, è un dato che la Chiesa non può assolutamente mutare o relativizzare(49).

 

(49) Come hanno fatto e fanno i modernisti del vaticanosecondo...

      Se pertanto i Papi non si sono attenuti esattamente a quanto era richiesto nel messaggio di Suor Lucia per ottenere la conversione della Russia, non dobbiamo turbarci o scandalizzarci, quasicchè i Papi - come dicono alcuni troppo attaccati a Fatima - abbiano “disobbedito alla Madonna”(50). Infatti Maria SS.ma, Madre di Cristo, del quale il Papa è Vicario(51) in terra, Ella per prima, per quanto messaggera celeste, sottomette i suoi messaggi al discernimento del Sommo Pontefice al quale Ella stessa in certo modo è sottomessa come prima figlia della Chiesa.

 

(50) La "disubbidienza" c'è stata, ma noi non giudichiamo nessuno, questo è compito di Dio, non pertanto dobbiamo negare l'avvenuta disubbidienza.

(51) Essere vicario non significa essere superiore e, comunque, anche se la Madonna rispetta il Vicario non significa che le è sottomessa, Ella ordina al Vicario e questi dovrebbe ubbidire, se non lo fa ne renderà conto a Dio. La Madonna poi è Madre della Chiesa [Mater Ecclesiae], non figlia. La Madre di Dio non è sottomessa al Papa: è vero il contrario.
Insomma si continua con il giuoco delle tre carte... per imbrogliar la povera gente.

      Per questo bisogna dire che Maria certamente è Regina della Pace e Madre di Riconciliazione, come appare per esempio in modo evidente a Medjugorje(52); ma questi vitali valori possono realizzarsi solo nella piena obbedienza alla sana dottrina - non importa se antica o moderna - che ci viene insegnata dalla Santa Madre Chiesa di ogni tempo, compreso l’oggi, anzi si potrebbe dire soprattutto di oggi, perché è nell’oggi della Tradizione che la sacra Tradizione si presenta con la sua massima attuale esplicitazione.

 

(52) La citazione di Medjugorje la dice lunga. Sa Don Cavalcoli che la Chiesa (con la C maiuscola), nella persona di ben due Ordinari del posto (a norma del Diritto Canonico), si è pronunciata contro Medjugorje? Effettivamente quella di Madjugorje è una Madonna confezionata per i conciliari... qui non mi dilungo ma rimando a quanto scritto su questo stesso sito all'indice Carismatici e altrove

      Mons. Williamson ha ragione dunque nel ricordare la situazione di grave pericolo - una “terza guerra mondiale”? - nella quale viviamo e i gravi problemi che esistono all’interno della Chiesa.

 

 

      Ma la questione è sempre la stessa: come premunirci? Come rimediare?(53) Ritornando alla situazione dottrinale di prima del Concilio, quasi fossimo usciti dal retto sentiero? Cancellando come eresie i progressi dottrinali del Concilio infetti di modernismo (di illuminismo, liberalismo, antropocentrismo, secolarismo, indifferentismo, ecc. ecc.)? O non piuttosto interpretando giustamente e con i buoni teologi le dottrine del Concilio in fedeltà alle indicazioni di Roma?(54)

 

(53) Se alle due successive domande, Don Cavalcoli toglie il punto interrogativo ottiene la risposta. In fondo il Don le cose mostra di saperle, peccato che le pone come interrogativi...

(54) Impresa assurda! Nostro Signore ci insegna che quando un albero non dà buoni frutti va condannato a morte (come il fico...)

      Non sarà questa la via per la salvezza della Chiesa e del mondo di oggi?(55)

P. Giovanni Cavalcoli, OP
Bologna, 24 marzo 2012

 

(55) NO! Lasciamo che i morti seppelliscano i morti. Speriamo solo nell'aiuto di Dio che solo può districare questa imbrogliatissima matassa. Che la Madonna di Fatima interceda per noi!

[Indice degli articoli]   [Home]