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Sfida ai Vescovi concorrenti della Lega
di  Franco Damiani

       Tettamanzi e la CEI si pongono, loro sì, veramente contro il Vangelo e contro il Primo Comandamento: "Non avrai altro Dio fuorché Me". La Lega, qualunque possa essere il motivo o l'interesse che l'abbia spinto ad agire, difende il Vangelo e il Primo Comandamento: questo è in buona sostanza il nocciolo della questione.

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       Sfida ai vescovi concorrenti della Lega. Questo il titolo dell'articolo di fondo odierno del Mattino di Padova, a firma Renzo Guolo.

 

       Nel pezzo la Lega viene accusata, tanto per cambiare, di "xenofobia" e di "razzismo" e di favorire il "tramonto del solidarismo".

 

 

       "La posta", scrive G., è "l'egemonia culturale sul territorio", e la Lega avrebbe "la necessità di riplasmare, in direzione di un ritorno a un cattolicesimo preconciliare e dell'etnicizzazione della religione, il senso comune locale"..

 

 

       "Nel momento in cui fa sentire la sua voce dissonante su temi come immigrazione, pluralismo religioso, discriminazione, la Chiesa, tanto più se autorevole per azione e guida, come quella milanese e veneta, contrasta palesemente questo progetto" (curioso che questa "voce dissonante" che dà addosso alla Lega suoni invece all'unisono su tutti i "grandi quotidiani nazionali" e su quelli locali —ho passato in rassegna quelli della mia zona: su tutti e tre quasi lo stesso editoriale—: sembrerebbe proprio che la "voce dissonante" fosse invece proprio quella della Lega. Che la Chiesa milanese e veneta sia "autorevole per guida e azione" è poi naturalmente tutto da dimostrare).

 

 

       La Lega invece è, secondo G., "un partito che... rilegge la tradizione cristiana in modo del tutto indifferente ai contenuti del Vangelo. Un Cristianesimo senza Cristo, declinato come una sorta di religione civile padana. Un cristianesimo iperpolitico, in cui la croce è essenzialmente un'arma da impugnare contro gli 'altri'. Un cristianesimo ridotto a cultura locale, privo di dimensione universale" (strano, detto da chi è sostenitore del volgare nella liturgia al posto del latino, che era veramente la lingua universale della cristianità)..

 

 

       Infine G. accenna quasi di straforo a uno "scambio politico su temi sensibili quali bioetica e famiglia", una sorta di furbata, parrebbe, della Lega per dare un colpo al cerchio e uno alla botte.

 

 

       Non sono né sono mai stato iscritto alla Lega e non è questo partito che mi priopongo di difendere, ma la Tradizione cattolica e... il buon senso. Quando Calderoli si domanda se Tettamanzi sia un imam o un vescovo mi pare che sia anche troppo moderato, e che pecchi per reticenza evitando di coinvolgere nell'accusa colui che ha messo l'"arcivescovo" a quel posto e ve lo mantiene.

 

 

       Il punto chiave dell'articolo mi sembra quello in cui G. parla di un "cattolicesimo preconciliare" e poi si lancia in una veemente filippica contro di esso, definendolo (1)  un "cristianesimo ridotto a religione civile padana" ma soprattutto "indifferente ai contenuti del Vangelo" e addirittura "un cristianesimo senza Cristo".
Molto, molto interessante.

 

(1) Quindi secondo G., illustre genio della storia, il Cristianesimo preconciliare è una religione civile padana, indifferente ai contenuti del Vangelo e senza Cristo !!!!!!!!! !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

       C'è dunque in "cristianesimo preconciliare", che G. vede rappresentato dalla Lega, e c'è un "cristianesimo postconciliare", rappresentato da Tettamanzi, dal suo capo e da quanti prendono le sue difese.

 

 

       Già questa è una notizia, perché negli ultimi tempi (vedi la ratzingeriana "ermeneutica della continuità") sembrava che non ci fosse alcuna frattura fra il "prima" e il "dopo".

 

 

        Non basta: il "cristianesimo preconciliare" è "indifferente ai contenuti del Vangelo" e "senza Cristo".

 

 

       Vuol dire, se le parole hanno un senso, che per quasi due millenni la Chiesa, che quel cristianesimo incarnava e insegnava, era indifferente ai contenuti del Vangelo e rappresentava un cristianesimo senza Cristo.

 

       Vedete a che porta l'ignoranza o l'oblio del catechismo elementare, ho commentato con i miei studenti. Già, perchè il prof, G. ha dimenticato una bazzecola come il Primo Comandamento. Lo vogliamo ricordare insieme? "Non avrari altro Dio fuori che Me".
       La Lega, che sarà forse rozza e che come partito ha sicuramente i suoi interessi di bottega, ma che ha un'autentica anima popolare, non ha dimenticato il catechismo di San Pio X. Il quale, concordemente con il Magistero bimillenario, spiegava questo comandamento nel modo che segue: il cristiano deve operare per il Regno Sociale di Cristo e a tal fine deve battersi CONTRO le eresie e le idolatrie organizzate, quale, fino a prova contraria, è l'Islam. Tale insegnamento si rifletteva nella teologia morale e nel diritto canonico, che sotto pene severissime vietava le relazioni con gli acattolici quando esse potessero essere pericolose per la fede, cioè quasi sempre.

 

 

       La Lega (come G. e tutti) sa benissimo che fino a 40 anni fa sarebbe stato impensabile che un vescovo di Santa Romana Chiesa si esprimesse sui minareti come si è espressa la CEI, che ha dimenticato evidentemente il Decalogo ma che, notiamolo, non è stata richiamata da nessuno. Sarebbe stato impensabile pure che un vescovo permettesse una preghiera musulmana sul sagrato del duomo di Milano. Sarebbe stato impensabile anche molto altro, dai preti in borghese agli altari rasi al suolo a un "papa" che organizza (lui in persona, contro il diritto canonico) una "riunione di preghiera interreligiosa" (e che nonostante ciò, o forse proprio a causa di ciò, qualcuno propone di beatificare), a un altro che va a pregare, sempre contro il diritto canonico, alla moschea blu di Istanbul e alla sinagoga di Colonia. I cattolici fedeli in questi quarant'anni hanno dovuto vederne letteralmente di tutti i colori.

 

 

 

       Quindi G. ha colto bene: quella di oggi è proprio un'altra religione. Il "cristianesimo preconciliare", quello di Lepanto, di Belgrado, di Vienna, armato della croce e della spada, fermò l'invasione musulmana, consentendo all'Europa di restare cristiana, cioè civile; i Tettamanzi (e i Ratzinger) di oggi invece, con la scusa del "dialogo", della "carità" e della "solidarietà" stanno consegnando le nostre terre ai nemici del cristianesimo.
       Se questa del cedimento "ecumenico" e indifferentista è una "tradizione", lo è solo da poco più di quarant'anni, dal Vaticano II (il momento è da G. ben individuato): è importante che su questo siamo d'accordo. Contro tale giovanissima e inaudita "tradizione" si ergono quasi due millenni di vera Tradizione, di Magistero concorde, di politica dei papi e dei principi cristiani ispirata alle direttive del Vangelo, quello autentico e non quello in salsa modernista. La "libertà religiosa" di cui ci si riempie la bocca è per esempio nozione assolutamete neoterica, "inventata" dal Vaticano II o meglio presa a prestito da liberali e massoni, dopo che la Chiesa l'aveva sempre fermamente condannata, insegnando invece la "tolleranza" che è concetto ben diverso presupponendo la condanna dell'errore. Se la Chiesa attuale fosse veramente tale, e non una sottologgia massonica, dovrebbe trovarsi in conflitto senza quartiere con lo Stato ateo, mentre i due, come si è visto anche in questa circostanza, vanno amorevolmente a braccetto: abbiamo dovuto vedere l'ateo e comunista Napolitano lodare i vertici ecclesiastici, lodi che dovrebbero far tremare. .

 

 

       I casi dunque sono due: o la Chiesa, della cui bimillenaria Tradizione la Lega sembra oggi l'unica a ricordarsi, è stata, come scrive G., per quasi due millenni "indifferente ai contenuti del Vangelo" e ha insegnato un "cristianesimo senza Cristo" (lo ringrazio ancora della chiarezza: l'alternativa in effetti è radicale) oppure è quella di oggi (o il suo simulacro) che questo Vangelo ha tradito per ridurlo a un'accozzaglia di facile buonismo e di demagogia da quattro soldi, buoni solo per avere gli applausi dei suoi eterni nemici.

Franco Damiani

 

 

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