Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.

 

 
 
Parroco razzista denunziato al suo Vescovo!!! Abusi gratuiti!

Lettera RACCOMANDATA con RICEVUTA DI RITORNO

Accogliendone la relativa richiesta, publichiamo volentieri la seguente lettera che denuzia l'assurda discriminazione e classificazione di una signora che si è macchiata della gravissima colpa di apparire (ed essere) Cattolica Tradizionalista, dell'imperdonabile colpa di voler ricevere in ginocchio (!!!), modestamente vestita (!!!) e col velo in testa (!!!) la SS.ma Eucarestia.

Quello che prima era virtù oggi è colpa!

Ovviamente nessun provvedimento è stato ancora preso dal Vescovo...

La lettera viene riprodotta senza gl'incisi, che non toccano l'essenza della questione, e che pure figurano nel testo inviato al Vescovo. Sottolineature e colori sono nostri

A S. E. Reverendissima Mons...............

E p. c. al mio parroco......................

Oggetto: alcuni doverosi CHIARIMENTI (PREGASI CORTESEMENTE LEGGERE TUTTO CON
ATTENZIONE)

       Eccellenza,
       perdoni il probabile fastidio che questa mia forse Le causerà, ma, in
coscienza (non lo dice forse il Concilio Vaticano II che la coscienza ha il
primato su tutto?!?), mi sento gravemente obbligata ad informarLa di ciò che segue.
        Una signorina, mia compaesana mi aveva scelta come madrina di Cresima, ma la nonna di tale mia futura figlioccia, incontrandomi nel locale ufficio postale, mi avvisa che il parroco, don XY (cui per conoscenza invio copia della presente) le ha fatto presente che non posso espletare l'ufficio di madrina di Cresima perché, a suo dire, non sarei "Cristiana Cattolica".
       Dopo aver ricevuto tale notizia, ho avuto un colloquio personale con il prete in questione che mi ha invitato, se voglio fare questa cresima, a
"convertirmi" ed ha smettere di frequentare i "miei Testimoni di Geova".
Eccellenza, premesso che io sono di famiglia cattolica da sempre, essendo nipote dell'indimenticabile Cardinale M., posso giurare che *NON* ho frequentato in vita mia mai "Testimoni di Geova".
        E non finisce qua.
   
       Pubblicamente sono stata redarguita circa la mia attitudine in chiesa.        Sono stata accusata di "fariseismo", di "formalismo" e di "ostentazione" perché mi velo il capo in chiesa
 
Certamente questo questo Parroco, questo "don", brilla di carità cristiana, infischiandosene financo del Codice Penale!
e mi è stato *PUBBLICAMENTE* impedito di ricevere l'Ostia in ginocchio.
 
Ma l'ultimo documento vaticano sugli abusi liturgici, non dice espressamente ed esplicitamente che NESSUNO può essere obbligato a NON ricevere la Comunione in ginocchio?

       Eccellenza, sono ignorante in materia legale e, quindi, non so se in tali comportamenti ci siano gli estremi per ipotizzare l'ingiuria, e/o la violazione della privacy, e/o la discriminazione religiosa. Comunque da questo punto di vista lo perdono e, pertanto, neppure mi interessa, se non vi sarò costretta, informarmi al riguardo. La presente è finalizzata unicamente a dare e chiedere spiegazioni sul mio comportamento e sul perché sono stata definita in tali maniere.
       Sono alcuni anni che, dopo un periodo di tiepidezza, ho riscoperto, senza merito alcuno da parte mia, cosa vuol dire avere la Fede cattolica e ringrazio DIO con tutta me stessa per aver ricevuto tale sublime grazia. Tale riscoperta mi ha portato, ripeto, senza vanto alcuno da parte mia, a giungere alla consapevolezza che cade in un pregiudizio idealistico colui che si dimentica che siamo fatti di anima e corpo e, quindi, che i moti dell'animo debbono avere anche delle conseguenza esterne, quali il modo di vestire, consono al contesto in cui si agisce. In particolare, forse sbaglio, ma non lo dice San Paolo che la donna deve stare a capo velato in Chiesa? Mi creda, non vivo il velarmi il capo, né come un'ostentazione né come un'umiliazione. È forse un'ostentazione, o, al contrario, un'umiliazione, per il medico indossare il camice bianco o per il meccanico la tuta, o per il veterano la divisa? O per i preti i paramenti della Santa Messa?
       Forse il paragone più calzante è proprio con il prete. Come il celebrante indossa i paramenti, così il velo è il mio "paramento sacro". Si tratta di scoperte e conclusioni, cui non posso attribuirmene il merito. Non è "farina del mio sacco". Ripeto, è stata solo grazia gratuita di DIO, che ho ricevuto, dopo aver scoperto l'immenso valore culturale e spirituale della liturgia cattolica, così come è stata in uso per circa 15 secoli tramite gli insegnamenti di alcuni sacerdoti.
       Forse questa è la pietra dello scandalo.
       Si tratta dei preti dell'istituto fondato da Mons. Marcel Lefebvre , la
Fraternità Sacerdotale "San Pio X" (Nel prosieguo del presente scritto lo
indicherò come FSSPX). È l'incontro con loro e con la liturgia così come l'ha sempre celebrata Padre Pio, che ha trasformato la mia vita.
        Tirando le somme, allora, non sarei (sono costretta ad usare il condizionale, perché non mi è stato mai fatto un discorso schietto) "Cristiana cattolica" per uno o più dei seguenti motivi:
       1) Perché osservo in chiesa il tipico atteggiamento di tutte le cristiane fino a pochi anni fa;
       2) perché apprezzo la liturgia antica (impropriamente detta "di San Pio V" e/o "Tridentina"; esattamente la si dovrebbe chiamare
"apostolico-gregoriano-carolingia");
       3) perché ho contatti con preti e fedeli della FSSPX.
       Circa il primo penso di aver adeguatamente risposto.
       Circa il secondo, liturgia "Preconciliare", mi limito a riportare alcune delle parole dette nell'omelia della S. Messa TRIDENTINA, celebrata il 24 maggio 2003 da S. Eminenza il Cardinale Darìo Castrillon Hoyos: "Il rito cosiddetto di San Pio V non si può considerare come estinto. L'antico rito romano conserva, quindi, nella Chiesa il suo diritto di cittadinanza nella multiformità dei riti cattolici, sia latini che orientali. Ciò che unisce la diversità di questi riti è la stessa fede nel Mistero Eucaristico, la cui professione ha sempre assicurato l'unità della Chiesa, santa, cattolica ed apostolica".
       Circa il terzo punto, debbo dire che è vero che Mons. Marcel Lefebvre è morto apparentemente "scomunicato", e non mi voglio impelagare nel dibattito, di cui non sono all'altezza, ma che esiste, circa la validità in sé di tale "scomunica", ma una serie di fatti pratici (e, si sa, contro i fatti non ci sono argomenti, dicevano i Padri Latini), lasciano pensare che a tale "scomunica" i primi a non crederci stiano in Vaticano. Potrei citare mille di tali fatti, ma mi limito a ricordare i seguenti:
       1) Al funerale di Mons. Lefebvre. tutti i preti presenti, compresi il Nunzio Apostolico ed il segretario del cardinale Thiondum, hanno benedetto la salma. Sono cose che non si fanno ad uno scomunicato.
       2) In data 3 maggio 1994, il Cardinale Cassidy, del Consilio per l'Unità dei Cristiani risponde alla lettera di un fedele che chiedeva cosa il suo dicastero stesse facendo per i contatti con la FSSPX: "VOGLIO FAR NOTARE CHE il Dicastero sull'Ecumenismo non si interessa della FSSPX. Si tratta di un PROBLEMA INTERNO ALLA CHIESA
CATTOLICA. TALE SOCIETA' NON E' UN'ALTRA CHIESA O UNA COMUNITA' ECCLESIALE
, nel senso normalmente inteso da questo dicastero(..)" (ovviamente le maiuscole sono mie).
       3) Il 14 aprile 2000 moriva Mons.Salvador Lazo, vescovo emerito di San Fernand nelle Filippine. Nel 1995 era tornato alla Santa Messa di San Pio V e si era trasferito nel Priorato della FSSPX "Nostra Signora delle Vittorie" (un nome che è un programma). Aveva reso pubblica la sua scelta scrivendo una lettera aperta alle Autorita' (Papa, Card. Ratzinger, Card.Sin, etc.). L'Osservatore Romano ha dato notizia della sua morte, senza fare alcun cenno ad eventuali censure, che, in effetti, non ha avuto. Ha perfino dato il nome della "Casa religiosa" dove viveva;
       4) I seimila ed oltre, tra fedeli, preti e monaci, con alla testa i quattro
vescovi "scomunicati" che varcarono la Porta Santa nell'agosto dell'Anno
Santo 2000, con il permesso Vaticano, sotto gli occhi del mondo intero (SE vuole Le posso fornire la Cassetta VHS che riporta tale evento).
       Infine, in data 18 gennaio 2003, Mons. Camille Perl, segretario della
Pontificia Commissione "Ecclesia Dei" ha dato a delle precise domande, le seguenti risposte:
       a) Domanda "Si può assolvere il Precetto festivo assistendo ad una Messa della FSSPX"?
Risposta "Sì! Si può assolvere il precetto festivo assistendo ad una Messa celebrata da un sacerdote della FSSPX";
       b) Domanda "Assistere ad una Messa della FSSPX costituisce peccato"?
Risposta " Distinguo: se l'intenzione primaria di tale assistenza fosse di
manifestare l'intenzione di ribellarsi al Papa, costituisce peccato. Se l'intenzione è semplicemente di partecipare ad un liturgia secondo il Messale del 1962, non costituisce peccato".

        Con tali presupposti, davvero sono da considerare"formalista" e/o
"farisea" (cosa ne possono pensare i "Fratelli maggiori" di tale uso, non
certo elogiativo di detto termine?!?) e/o "non cattolica"?
       Giudichi Lei.

Devotamente e cordialmente,
baciando il Sacro Anello
G. de S. in M.

 

Ma giudizio e provvedimenti tardano ad arrivare...

Se il pastore non vigila il lupo sbrana la pecora...




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