Precisiamo che articoli, recensioni, comunicazioni, eventi, appuntamenti... e quant'altro vengono da noi pubblicati non in base ad una adesione ideologica o morale, ma solo se ce ne viene fatta esplicita richiesta (anche con una semplice comunicazione fatta alla nostra Redazione a scopo di pubblicazione), pur rimanendo noi liberi di soddisfare o meno i desiderata.

[Indice degli articoli]
   [Home]

Il Card. Martini È morto: Deo gratias!
di S. P.

Al di là di ogni iprocrisia, adempiendo ad un preciso dovere morale, diciamo la nostra sulla morte del Card. C.M. Martini, e chiariamo subito che non siamo né tristi né addolorati, ma contenti che anche questo brutto nodo è arrivato al pettine (e sì, prima o poi tutti i nodi vengono al pettine...). Martini era il classico tipo che si credeva un dio, potente e immortale, ma il suo orgoglio non è riuscito a evitare la malattia e la morte. È morto! Finalmente! aggiungiamo noi, perché non ne possiamo più di vescovi e cardinali che che ci propinano eresie o verità illuministe, contrarie a Dio e al buon senso.

Prima di dire la nostra abbiamo atteso per vedere i commenti e le reazioni degli altri.
Scontati sono stati quelli dei modernisti o vaticanosecondisti, tristi (ma non sappiamo fino a che punto sinceramente) per aver perso un loro principale esponente, prudenti sono stati quelli di coloro che temono di andare contro i detentori del potere o semplicemente controcorrente, solo qualcuno ha avuto il coraggio di chiamare le cose col proprio nome, ma è stato triste constatare come certa parte "tradizionalista" non abbia alzato la voce per prendere almeno le distanze dal coro degli osanna: una di esse, spesso citata in ambienti cosiddetti tradizionalisti, sembrava che dovesse dire chi sa che, ma alla realtà dei fatti il suo intervento si è ridotto a una breve biografia, senza l'ombra di una pur doverosa critica.

Un caso a sé è quello di don Cavalcoli che suole pontificare dalle colonne di Riscossa Cristiana: la sua è una voce del coro ed è interessante osservare il suo incipit:
«Non posso non unirmi anch’io alla commozione generale per la morte del card. Martini. Prego per la sua anima e Dio voglia accoglierlo nella sua gloria dopo una così lunga ed operosa vita spesa al servizio della Parola di Dio e della Chiesa».
Che la vita del Martini sia stata operosa nessuno lo mette in dubbio, ma asserire che sia stata "spesa al sevizio della Parola di Dio e della Chiesa" significa sparala grossa: è del tutto incredibile, a meno che per "Parola di Dio" s'intenda quella del Concilio e che per "Chiesa" s'intenda quella "conciliare", infatti a ben osservare gli scritti e le azioni del Martini non si può non rilevare come questi siano contro la Tradizione, contro la Sacra Scrittura (che il card. non interpreta alla luce della Tradizione) e contro la Santa Madre Chiesa (quella di sempre, della Tradizione).

Certo, cristianamente anche noi speriamo che all'ultimo momento (in quel momento che non ci è dato conoscere) Martini si sia pentito e convertito e che alla fine, quando la giustizia divina sarà appagata, possa essere accolto nel regno della gloria, ma l'errore del Cavalcoli (che per di più è un prete) sta nel giudicare con estrema certezza la vita del Martini come spesa a servizio di Dio e, di conseguenza, come altrettanto certa la di lui ammissione alla gloria eterna, il Purgatorio non è nemmeno accennato né preso in considerazione (forse perché a detta dei moderni[sti] teologi il Purgatorio non è altro che una mera ipotesi... robetta da Medioevo... da non credere). Quindi per il Cavalcoli Martini ha operato bene, benissimo, e merita la gloria del Paradiso: meraviglia che non abbia aggiunto la gloria dell'Altare. Perché non farlo santo, e subito?!

Il Cavalcoli continua:
«Non si può non restare ammirati davanti ad una personalità così ricca e poliedrica, dalla cultura così vasta e dall’umanità così sensibile ai gravi problemi ed ai valori del nostro tempo, desiderosa di incarnare le esigenze morali del Vangelo nei casi umani di maggiore attualità con soluzioni audaci e magari discutibili, nonché con quello slancio e a volte quella spericolatezza che caratterizza a volte lo spirito di avventura, se così posso esprimermi, dei figli di S.Ignazio, sempre alla ricerca di nuove frontiere ad maiorem Dei gloriam».
Non pare proprio che a scrivere sia un prete, perché un prete dovrebbe ammirare ben altro, la virtù, la bontà, la santità, la non appartenenza alla massoneria, l'amore della sofferenza..., e non la vastità della cultura e soprattutto non la sensibilità ai valori del nostro tempo.
È poi assurdo che si accetti come buona la quadratura del cerchio: volere cioè piegare il Vangelo a soluzioni audaci e discutibili [se la soluzione è audace e discutibile non è secondo il Vangelo, non è secondo Dio ed è da rigettare]. La spericolatezza può essere sì di qualche figlio [degenere] di Sant'Ignazio, ma non deve essere dei figli di Dio, soprattutto non deve essere di un Vescovo, di un Cardinale: la Chiesa e la morale non sono un circo in cui si debba ammirare l'ardimentoso sprezzo del pericolo proprio dei trapezzisti. In ultimo aggiungiamo che l'avventura presuppone l'ignoto, ma l'ignoto non esiste per i figli della Luce: il cristiano sa dove va ed è consapevole del suo dovere: conoscere, amare e servire Dio.

Il Cavalcoli conclude asserendo: «Colpiscono altresì i numerosi attestati di stima che giungono da molti ambienti ad di fuori della Chiesa, dagli ebrei ai protestanti, dai laicisti ai non credenti, e da parte di ogni ceto della società civile ed ecclesiale. Tutto ciò indubbiamente per noi cattolici fa piacere». Evidentemente il Cavalcoli ha dimenticato di menzionare i massoni (speriamo che non se la prendano a male, noi vi poniamo riparo riportando in nota quanto da essi pubblicato, vedasi nota 2), quanto poi al piacere dei cattolici, nutriamo forti riserve o quanto meno il termine necessita di una specifica: se si tratta di cattolici modernisti, di quelli che ignorano l'abc del catechismo, può darsi che provino piacere; ma se si tratta di veri cattolici, di quelli che amano e rispettano la Tradizione, loro provano disgusto, perché non fa piacere essere lodati dai peggiori nemici.
Come può il prete Cavalcoli aver dimenticato l'avvertimento evangelico espresso in Luca 6, 26? Gesù infatti avverte: «Guai a voi quando tutti gli uomini diranno bene di voi, perchè i padri di costoro facevano così coi falsi profeti.»

Ma, arrivato a questo punto, il Cavalcoli con grave incoerenza prova a dare il contentino ai tradizionalisti e inaspettatamente prosegue:
«tuttavia -e qui voglio esser franco- questo successo oceanico non sappiamo quanto sia dovuto ad un’integrale e lineare testimonianza del Vangelo o quanto invece non sappia di successo mondano dovuto a quanto pare ad un eccessivo e indiscriminato attaccamento del Cardinale alla modernità con i suoi valori, ma anche con i suoi pericoli e difetti, o quanto non sia piuttosto dovuto ad un dialogo irenista più preoccupato di consensi che non di esprimere con chiarezza e schiettezza le ardue esigenze del Vangelo, così come ci vengono mediate ed interpretate dal dogma e dalla dottrina della Chiesa nella loro cristallina e luminosa precisione».
Ammette quindi un eccessivo e indiscriminato attaccamento del Cardinale alla modernità con i suoi valori, ma anche con i suoi pericoli e difetti... più preoccupato di consensi che non di esprimere con chiarezza e schiettezza le ardue esigenze del Vangelo, così come ci vengono mediate ed interpretate dal dogma e dalla dottrina della Chiesa nella loro cristallina e luminosa precisione.
Ma il Cavalcoli si rende conto che questo periodo contraddice in pieno tutti gli elogi e gli osanna che ha espresso poco prima? E a sostegno della sua nuova posizione cita soltanto [!] «una affermazione assai infelice e quanto meno equivoca rilasciata dal Cardinale in una recente intervista pubblicata giorni fa dal Corriere della Sera». Come mai non cita i tanti scritti del Cardinale contro la Tradizione, il suo ultimo libro-intervista Credere e conoscere, la sua opposizione alla Humanae vitae, al Summorum Pontificum? Come mai non cita le posizioni assunte da Martini sull’ecumenismo, sul “dialogo” da usare al posto dell’annuncio della Verità, sul giudaismo, sul primato di Gerusalemme su Roma, sul modernismo esegetico, sul femminismo, sul primato di coscienza, sulla morale naturale (contraccezione, omosessualità), sul matrimonio dei sacerdoti, sul sacerdozio femminile e su tanti altri temi, tanto che non c’è argomento (o quasi) su cui Martini non abbia annunciato una sua verità, in rottura e in contrapposizione a quella della Chiesa di sempre?

Quanto scandalo ha dato il card. Martini!!! ed il suo è uno scandalo amplificato dai media come è costretto ad ammettere il Cavalcoli quando scrive che «Il Corriere della sera, dal canto suo, ha dato notizia del commento che la BBC, la nota agenzia radiofonica inglese, ha dato [...] stupito di sentire queste parole da un Cardinale di Santa Romana Chiesa, il quale con tali parole avrebbe portato a modello l’illuminismo [...] Ora, è ben noto come tale corrente filosofica non priva di alcuni valori, che peraltro si ritrovano anche nella massoneria fondata a Londra nel 1717, contiene in se stessa un orientamento razionalistico ed antropocentrico [prettamente anticristiano!], che considera come superstizione e fanatismo quella dimensione misterica e soprannaturale della Chiesa».
Non sfugga al nostro lettore che anche per il Cavalcoli l'illuminismo e la massoneria hanno dei valori... non importa che siano ferocemente anticristiani e persecutori dell'Ordine Cristiano, degli Stati cristiani. Ora, dopo il concilio, anche i preti ammettono la bontà dell'illuminismo e della massoneria e anch'essi aspirano e tendono a un nuovo ordine mondiale (che faccia dimenticare l'odiato Ordine Cristiano) e a una nuova chiesa multireligiosa... ecumenica. Di questo nuovo ordine e di questa nuova chiesa faceva parte il card. Martini. A noi dispiace che anche il Cavalcoli vi veda dei valori...

«Il problema vero -continua il Cavalcoli- è quello di realizzare quella vera modernità, ben distinta dal modernismo, che ci è proposta da una retta interpretazione del Concilio Vaticano II».
Ma come fa a non vedere che non si tratta di retta o di errata interpretazione, ma di male in sé? È il Concilio stesso che non va, perché si tratta di un concilio che si pone nettamente e chiaramente [perciò non occorrono interpretazioni] contro la Tradizione, contro la Chiesa di sempre, contro le verità già solennemente definite. Non vede che il male sta proprio nella realizzazione del concilio? Evidentemente il Cavalcoli vorrebbe salvare capra e cavoli... mentre in casi del genere la cura dovrebbe essere decisa e radicale: un taglio netto e via il marcio, il cancro che appesta la Chiesa.

Il Cavalcoli, dimendicando di avere tanto elogiato il card. Martini, si avvia alla sua contraddittoria conclusione: «Viceversa nelle parole del Card. Martini si ha le netta impressione che nella sua mente ci sia un modello illuministico, secolarista e modernista, che non corrisponde al ritratto che la Chiesa fa di se stessa secondo gli insegnamenti della Tradizione, della Scrittura, del Concilio [!!!] e dello stesso Magistero perenne della Chiesa».
Le idee sembrano piuttosto confuse: ribadito che il Concilio Vaticano II è in sfacciata e manifesta opposizione alla Tradizione, alla Scrittura e al Magistero, stando alla frase stessa del Cavalcoli che elenca distintamente Concilio e Magistero, gli chiediamo: anche lui crede che quel Concilio non fa parte del Magistero? Difatti perché lo ha elencato a parte? Ma se così crede, perché lo ha elencato tra Tradizione, Scrittura e Magistero? E come mai ha tanto elogiato il Martini che ha un modello illuministico, secolarista e modernista che non corrisponde al ritratto della Chiesa? O il Cavalcoli ama elogiare anche i falsari?

La conclusione del Cavalcoli, nettamente in contrasto con gli abbondanti elogi iniziali e che pertanto possiamo sottoscrivere, è che «la Chiesa arretrata è quella dell’illuminismo, e quindi quella del Cardinale Martini, intendendo per illuminismo quella forma mentis che è ristretta alla pura verità empirica e non è capace di elevarsi o di allargarsi, sì da accogliere la superiore verità della Parola di Dio. È questo modello illuministico di Chiesa che appare come arretrato e quindi superato dalla Chiesa, che va oltre l’illuminismo per abbracciare la trascendenza del Vangelo». Bene, benissimo! ma non avrebbe fatto meglio il Cavalcoli a mantenere questo tono dal principio alla fine?
Speriamo meglio per il futuro...

S.P.

Aggiungiamo, a mo' di Post scriptum, che ci meraviglia come Riscossa Cristiana accolga contemporaneamente il confusionario articolo del Cavalcoli e il chiarissimo quanto bellissimo articolo di Corrado Gnerre nonché quello di Piero Nicola. Suggeriamo di leggere anche l'articolo di Gianni Toffali.


Note:
1) Vedasi Riscossa Cristiana: La Chiesa avanza o resta indietro? riflessioni dopo la morte del card. Martini, di P. Giovanni Cavalcoli, OP

2) Vedasi UN SINGOLARE NECROLOGIO PER LA MORTE DEL CARD. MARTINI: DALLA MASSONERIA                        fonte: Corrispondenza Romana

Contra factum non datur argumentum. Non ci risulta che la massoneria sia un'associazione amica della Chiesa Cattolica. Non è quindi senza significato il necrologio che pubblichiamo.

Omaggio del Grand’Oriente al card. Martini

“Un uomo di dialogo e di profonda cultura, che ha saputo parlare ai giovani ed è stato sempre aperto al confronto e al cambiamento. Una spiritualità forte, grande espressione della Chiesa-Parola, cioè di quel ‘kerigma’ che è oltre ogni struttura e convenzione”. Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, ricorda così il cardinale Carlo Maria Martini, morto oggi all’età di 85 anni.

“Ha creduto nell’ecumenismo e nel dialogo con la società civile e con le altre religioni a cominciare dall’ebraismo – prosegue Raffi – e mancherà a credenti e non credenti la sua grande umanità e l’esempio di una riflessione che ha affrontato i grandi temi della vita umana. In ogni occasione – conclude il Gran Maestro – ha saputo sempre guardare l’altro negli occhi, cercando insieme la verità”.

Roma, Villa il Vascello 31 agosto 2012

Grassetti, colori, parentesi quadre, sottolineature, corsivi
e quanto scritto nello spazio giallo sono generalmente della Redazione

[Indice degli articoli]   [Home]